a cosa servono certe ONG
Arundhati Roy e Jamal Juma
…Come il FMI ha imposto l’“Aggiustamento Strutturale”, e ha sottoposto a torsioni i governi, costringendoli a tagli della spesa pubblica per sanità, istruzione, assistenza all’infanzia, sviluppo, le ONG sono entrate in azione.
La “Privatizzazione del Tutto” ha comportato anche l’“ONGanizzazione del Tutto”.
Alla scomparsa dei posti di lavoro e dei mezzi di sussistenza, le ONG sono diventate una fonte importante di occupazione, anche per coloro che sono consapevoli di ciò che in realtà rappresentano. E certamente, non tutte le ONG sono cattive.
Fra i milioni di ONG, alcune conducono un lavoro notevole, radicale e sarebbe un travisamento addossare a tutte le ONG gli stessi difetti.
Tuttavia, le ONG finanziate dalle imprese o dalle Fondazioni costituiscono il mezzo con cui la finanza mondiale coopta i movimenti di resistenza, letteralmente come gli azionisti acquisiscono quote delle compagnie, per cercare di assumerne il controllo dall’interno. Si innestano come nodi sul sistema nervoso centrale, i percorsi lungo i quali scorre la finanza globale.
Le ONG funzionano come trasmettitori, ricevitori, ammortizzatori, mettono sull’avviso ad ogni impulso sociale, attente a non infastidire i governi dei paesi che le ospitano. (La Fondazione Ford richiede alle organizzazioni che finanzia di firmare un impegno in tal senso). Inavvertitamente (e talvolta avvertitamene, di proposito), servono da postazioni di ascolto, con le loro relazioni e i loro convegni e con le altre attività missionarie, che alimentano di informazioni un sistema sempre più aggressivo di sorveglianza di Stati sempre più repressivi. Più agitata è una zona, maggiore è il numero di ONG in essa presenti.
Maliziosamente, quando il governo o settori della Stampa delle Corporation desiderano condurre una campagna diffamatoria contro un autentico movimento popolare, come il Narmada Bachao Andolan (movimento che resiste alla costruzione della diga di Narmada e che inoltre lavora per l’ambiente e i diritti umani, N.d.T.), o contro il movimento di protesta contro il reattore nucleare di Koodankulam, questi movimenti vengono accusati di essere ONG che ricevono “finanziamenti dall’esterno”.
Il governo e la stampa sanno molto bene che il mandato della maggior parte delle ONG, in particolare di quelle ben finanziate, è quello di promuovere il progetto della globalizzazione delle multinazionali, non quello di contrastarlo.
Armate con i loro miliardi, queste ONG hanno esondato nel mondo, trasformando rivoluzionari potenziali in attivisti stipendiati, in artisti, intellettuali e registi foraggiati di soldi, gradualmente attirandoli lontano dal confronto radicale, avviandoli nella direzione del multi-culturalismo, dello sviluppo sociale e di genere – della narrazione retorica espressa nel linguaggio delle politiche identitarie e dei diritti umani.
La trasformazione dell’idea di giustizia nell’industria dei diritti umani è stato un “golpe” concettuale in cui le ONG e le Fondazioni hanno svolto un ruolo cruciale. Il focus attentivo sui diritti umani consente un’analisi tutta concentrata sulle atrocità, in cui viene impedita la visione di un panorama più vasto e le considerazioni su tutte le parti in conflitto, per esempio, sui Maoisti e il governo indiano, o sull’esercito israeliano e Hamas, ed entrambi i contendenti possono essere stigmatizzati come “Violatori dei Diritti Umani”.
Gli espropri di terre da parte delle società minerarie, o la storia dell’annessione della terra dei Palestinesi da parte dello Stato di Israele, diventano allora solo note a piè di pagina con ben poca evidenza nella narrazione in merito.
Questo non vuol dire che i diritti umani non abbiano importanza. Sono importanti, ma non sono un prisma abbastanza idoneo attraverso il quale visualizzare o lontanamente capire le grandi ingiustizie del mondo in cui viviamo…
…E una delle ragioni per cui la società civile è così debole, e fino a pochi anni fa invece era il contrario, i palestinesi erano l’avanguardia degli attivisti arabi, è che sono arrivate le nostre Ong a rafforzarla.
“I primi internazionali sono stati una svolta. Erano quasi tutti specialisti di diritti umani, e hanno tradotto in termini giuridici l’occupazione, impostando il ricorso all’Onu, al tribunale dell’Aja. Le convenzioni di Ginevra sono diventate la nostra nuova arma. Una delle più efficaci”, dice Jamal Juma, il coordinatore delle iniziative contro il Muro. “Ma poi sono arrivate Ong di altro tipo: quelle di aiuto allo sviluppo. E un po’ alla volta, si sono trasformate in una forma di welfare”, dice. Oggi le Ong, qui, sono centinaia. Nessuno sa più neppure il numero preciso. “E la maggioranza si dedica a progetti inutili, il cui solo obiettivo è offrire uno stipendio ai palestinesi. E tenerli buoni”. Anche perché i direttori di progetto sono stranieri: i palestinesi sono chiamati semplicemente ad attuare progetti pensati altrove. Il risultato è stato lo sfibramento della società civile. E soprattutto, il passaggio dalla politica alla tecnica. Quando l’esercito confisca una strada, si ha subito una Ong pronta a costruirne una alternativa. “Ma l’obiettivo”, dice Jamal Juma, “dovrebbe essere combattere l’occupazione, non aiutarci a conviverci”…
direi – finalmente qualcuno pare abbia toccato il tasto santo: ONG. certamente,
ci vorrebbe un convegno sul tema, e non una dichiarazione, nè un commento su essa.
spesso sono solo la copertura per le ‘buone intenzioni’ del mondo più ricco che via loro
attività crea delle linee guida ‘esemplari’.
il mio paese, direo ancora ‘ex jugo’, ne è pieno e tutte sono ‘buone’, ma
soprattutto per chi ne è membro, impiegato etc.
a me, anche se stupido come sono, dico che ci vogliono le prove della loro vera
indipendenza.
finalmente in uno dei paesi dell’ex jugo (serbia) si è scoperto quanto ricevono dai
‘benefattori’, da soros in poi.
per diversi anni restavo ingannato dalla loro facciata (direi – poche sono serie e davvero
indipendenti)… sono spesso e sempre più spesso il pozzo delle mensilità tali quali siano
per chi addopera nel ‘cerchio ONG’….
in breve – fra le destre più xenofodi e sciovinisti di varie parti, allergiche al solo nome
di qcn ‘straniero’ e ONG pagatissime, a chi la pensa diversamente – direi per cittadino
ingenuo, volente organizzarsi senza scopi lucrativi di diverso tipo – c’è poco spazio.
in realtà, ONG sia di minima che media e grande portata non sono diverse dall’UNICEF
e diversi ‘shave’ – maggiormente servono a se stesse e alla facciata delel azioni
dei benefattori falsi.
purtroppo, per ora sono intoccabili.
quelle fondazioni e ong (non tutte?) sono una continuazione dello statu quo con altri mezzi.
se ne parla troppo poco, come fai a mordere la mano che ti dà il cibo quando hai fame?
e però discussioni convegni e alternative sono necessari