con i libri bisogna stare attenti
Vita breve di un giovane gentiluomo – Jean Teulé
me l’hanno regalato e l’ho letto quasi subito.
se lo inizi a leggere non hai scampo, arriverai alla fine.
difficile credere quanta crudeltà e follia ci stiano in così poche pagine.
e dolorosamente Alain non crede che sia possibile quello che gli succede, non riesce proprio a pensare sia possibile.
regalatevi questa lettura, non ve ne pentirete.
Il passato davanti a sé – Gilbert Gatore
Un libro doloroso, insostenibile per lunghi tratti, necessario.
Per capire di cosa vi aspetta vi lascio qualche parola tratta dalla prima parte:
“L’oscenità del mondo non è nella sfilata dell’orrore e dell’ingiustizia, bensì nell’atteggiamento di chi non sa dire altro che “è tremendo, certo, ma…”, di chi non sa far altro che allusioni tra un caffè e una battuta, altro che compiere il rito dell’indignazione per poi passare ad altro: alla vita normale. Era questo essere rassegnati a ogni disastro, questo non permettere che il disastro ci travolga per non aggiungere la nostra sventura a quella che schiaccia il mondo: era questo che lei non sopportava più. D’un tratto, l’atteggiamento che si era amorevolmente costruita, in cui si era rifugiata per anni, la disgustò. Ma come si fa ad agire altrimenti?”
Fatevi forza e leggetelo, non vi deluderà, per quanto terribile. E’ un grande libro, sull’orlo dell’abisso.
(*) così si presenta franz (rigorosamente minuscolo): «Ah, i libri! Sono bottiglie lanciate in mare, come nei film di pirati, i migliori sono mappe del tesoro, solo bisogna saper leggere quello che qualcuno, che non ci conosceva, ci ha donato. Credo davvero che quanto più s’allarga la nostra conoscenza dei buoni libri tanto più si restringe la cerchia degli esseri umani la cui compagnia ci è gradita. Noi siamo come nani sulle spalle di giganti e la lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati. Una cosa è necessaria: non leggete come fanno i bambini per divertirvi o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere. Risponde qualcuno alla domanda sugli scrittori del momento: “Non so niente della letteratura di oggi, da tempo gli scrittori miei contemporanei sono i greci”. I libri non si scrivono sotto i riflettori e in allegre brigate, ciascun libro è un’immagine di solitudine, un oggetto concreto che si può prendere, riporre, aprire e chiudere e le sue parole rappresentano molti mesi, se non anni, della solitudine di un uomo, sicché a ogni parola che leggiamo in un libro potremmo dire che siamo di fronte a una particella di quella solitudine. Un libro è uno specchio. Se ci si guarda una scimmia, quella che compare non è evidentemente l’immagine di un apostolo».