Il regalo di Martina alla Bayer: pesticidi neonicotinoidi a tappeto nel Salento
di Gianluca Ricciato
[Nota successiva alla pubblicazione: se avete letto o state per leggere questo articolo vi chiedo di leggere anche quest’altro che corregge alcuni dati qui contenuti e ne approfondisce altri: http://www.labottegadelbarbieri.org/decreto-martina-il-pesticida-imposto-non-e-vietato-dall-ue/
Grazie. Gianluca Ricciato]
Un provvedimento governativo impone un attacco chimico senza precedenti ad una delle terre più amate d’Italia, meta turistica di tutta Europa, al suo ecosistema e alla sua biodiversità, alla sua economia basata su cibo genuino e bellezze naturali, alla popolazione nativa e alle tante persone che in questi anni hanno scelto di trasferirsi proprio per la peculiarità del rapporto tra natura e cultura. A rischio perfino le certificazioni biologiche del territorio: anche Aiab, il principale organismo di controllo bio italiano, prende posizione. Dove sono le evidenze scientifiche dei benefici dell’Imidacloprid rispetto al disseccamento degli ulivi, tanto da bilanciare i suoi costi? Oppure si tratta di finire le scorte di questo pericoloso pesticida della Bayer, visto che dal 2019 sarà vietato in tutta Europa?
Di regali alle multinazionali gli ultimi due governi fotocopia di finta-sinistra ne hanno fatti tanti, ma forse questo è il più spettacolare di tutti: con la scusa della Xylella o forse proprio grazie al fatto di essere riusciti a propagare questo batterio in Salento (ma non si hanno elementi per stabilire con certezza condivisa né le origini né la reale portata del batterio), il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ha imposto a partire dal 2 maggio, per decreto, l’utilizzo a tappeto di pesticidi neonicotinoidi in tutto il Salento, per il periodo maggio-dicembre.
Gli stessi neoenicotinoidi sono ormai riconosciuti come pericolosi “apicidi”. Ma la cosa assurda e davvero sensazionale è che pochi giorni fa, il 27 aprile, “i paesi membri dell’Ue hanno approvato la richiesta della Commissione di porre fine all’utilizzo nei campi all’aperto dei tre neonicotinoidi nocivi a partire dalla fine del 2018, consentendone l’uso solo in serra.” [da E’ arrivato lo stop ai pesticidi]
E’ dunque, il decreto Martina, un risarcimento alla Bayer, imposto per decreto esattamente nella finestra di tempo che rimane prima dell’attuazione delle decisioni europee? Non è forse arrivato il momento di voltare pagina e riflettere su quello che sta succedendo a questa sinistra geneticamente modificata che fornisce e promuove servitù coatte al capitalismo finanziario? Maurizio Martina è l’attuale reggente del PD, ricordiamo.
Non è arrivato il momento di svegliarsi dall’assuefazione del “popolo della sinistra” ad uno scientismo criminale applicato pavlovianamente e fideisticamente a tutta l’esistenza, con la giustificazione di emergenze inventate sui media e puntuali come un orologio, e con soluzioni peggiori dei problemi, ogni volta che c’è un investimento da fare da parte di un colosso economico?
Invece di vomitare bile ogni giorno contro i vegani e l’omeopatia per sfogare le sue psicosi, non sarebbe ora che l’uomo medio civile uscisse dal silenzio complice di crimini planetari e aprisse gli occhi sulla devastazione dei territori, in questo caso di un Salento già martoriato da altre follie criminali quali Tap e discariche abusive?
Ci rendiamo conto che il vassallaggio dei governi di centrosinistra a tutto questo, ogni giorno, non fa che alimentare fascisti e sovranisti, a cui viene servita su un piatto d’argento ogni giorno materia per il loro finto gioco anti-sistema?
Come può essere accettabile per il senso comune, e per un senso comune “progressista”, l’imposizione di un avvelenamento alle persone, alla biodiversità e a tutto il territorio, ma soprattutto ai danni di chi da anni e decenni pratica forme di salvezza del mondo, agricoltura naturale, stili di vita sostenibili e altri mondi possibili rispetto alla necrosi capitalista? E gli esempi virtuosi in Salento sono innumerevoli, oltre al fatto che ad essere in pericolo è la stessa salubrità del territorio e la sua economia basata principalmente, appunto, sulle risorse naturali.
Siamo tutti a favore dell’ambiente e della salute? Forse no, c’è chi lo dice e c’è chi lo pratica. E c’è chi invece di avere un atteggiamento critico nei confronti dell’informazione – come se non bastassero decenni di strategia della tensione e stragi di stato insabbiate – urla “fake news” ogni qualvolta qualcuno tenti di indagare sugli intrighi, le incongruenze o le palesi falsità di versioni ufficiali a dir poco traballanti. In nome di una fede scientista che ha ormai abdicato anche allo stesso metodo scientifico e che considera oggettive informazioni e visioni del mondo provenienti da imbarazzanti siti antibufala, divulgatori scientifici assunti direttamente dalle multinazionali e testate giornalistiche colluse con gli interessi dei loro stessi finanziatori.
Denunciare un governo che in Europa vota a favore, insieme ad altri governi, per bandire una sostanza chimica, e negli stessi giorni impone su un suo territorio l’utilizzo della stessa sostanza non è complottismo ma è ovvietà, è senso di giustizia, è capacità di vedere un paradosso logico, è buon senso sociale che dovrebbe avere ogni sincero democratico, se le sue idee non fossero state oscurate dal senso comune che oggi giustifica qualsiasi decisione in nome di una scienza che ovviamente non è più tale, ma è una parola-feticcio svuotata di senso e utilizzata per imporre un’ideologia. Il re è nudo e cammina per strada tranquillamente, tanto il popolo non lo vede perché ha i paraocchi tecnologici ed è imbottito di psicofarmaci. Altro che Medioevo, questo è il controllo biopolitico arrivato al suo stadio finale.
Ma se si vuole arrivare, come in questo caso, non solo a deridere e denigrare socialmente, ma anche a rendere fisicamente impossibile la vita a chi pratica il cambiamento, non siamo forse vicini ad un punto di non ritorno per questo sistema sociale ed economico, e per questa fiction mediatica autoritaria e violenta chiamata – altro feticcio svuotato di senso – democrazia? O dobbiamo desertificare prima l’intero sistema Terra, in nome del nostro stile di vita e del profitto capitalista? Le alternative esistono, da decenni, alcune da millenni, ma ora sono ufficialmente sotto attacco. Ora è emergenza.
O forse, semplicemente, le cose stanno inevitabilmente cambiando, troppe persone sono ormai consapevoli dell’insostenibilità di un sistema come questo, anche se nella “politica” ufficiale esistono poche “sponde” per rappresentarle. E’ per questo che il delirio reazionario scientista sta usando tutte le sue armi per difendere il modello capitalista, anche le più assurde?
Il decreto Martina del 13 febbraio è leggibile a pagina 29 del Numero 80 della Gazzetta Ufficiale
Riportiamo di seguito l’articolo dal sito di Telerama, emittente locale salentina, che mette in luce la schizofrenia del governo italiano che ha votato in pochi giorni a favore della messa al bando dei pesticidi neonicotinoidi, e subito dopo a favore del loro utilizzo in Salento.
Xylella, da oggi l’obbligo di trattamenti chimici: si prepara la rivolta
Fermiamo questi criminali
siano i Sindaci ad emettere ordinanze sanitarie di divieto d’uso di pesticidi chimici e portiamo tutti i responsabili davanti ai tribunali di giustizia civile e penale
Il decreto Martina è illegittimo in quanto non tiene conto:
1 degli obblighi di agricoltura integrata in tutta europa, ovvero d’uso di tecniche alternative ai pesticidi chimici sintetici
2. le cure biologiche degli ulivi sono molto più efficienti della chimica e vengono sovvenzionate attraverso i pagamenti agroambientali dei PSR regionali, il che significa che gli agricoltori ci guadagnano. Tali fondi sono obbligatori e prioritari da 25 anni…
3. Dichiarando il territorio biologico il Sindaco consente di attivare un’azione collettiva sui pagamenti agroambientali per cui gli agricoltori ottengono una maggiorazione del 30% sui pagamenti stessi, ottenendo ulteriore guadagno… oltre a un prezzo di mercato migliore…
4. I pesticidi chimici pericolosi per le api sono vietati di fatto in quanto incompatibili con le norme fitosanitarie
5. Lo stesso decreto è stato già bocciato precedentemente dal TAR
6. La xilella non è più un patogeno da quarantena in quanto ormai diffuso e, pertanto, non bisogna fare distruzione chimica ne tagli degli ulivi, ma cura biologica… prioritaria e pertanto obbligatoria.
7. Le responsabilità dei danni sanitari per la popolazione e l’ambiente saranno enormi e dovranno essere citate in giudizio
…per ora…
organizziamo un comitato con le associazioni per le necessarie denunce
Giuseppe Altieri
Peraltro l’omeopatia resta fuffa pura.Perché diavolo tirarla in ballo e fare sempre, sempre, sempre di tutta l’erba un fascio mettendo tutto insieme in un calderone di parole pro o contro qualcosa?
Che occasione persa di parlare di UNA COSA con equilibrio.
La xilella è principalmente veicolata dalle cicale.
se fosse stata combattuta come diceva la “terribile” Unione Europea si sarebbero sradicati qualche migliaio di alberi.
Oggi la xilella ha distrutto (fatevi una passeggiata sulla costa ionica salentina) e dalle parti di Casarano, Supersano e Alezio e vedrete una distesa sconfinata di ulivi secchi, morti ammazzati dalla xilella.
Così per 4 cialtroni tutto il Salento è devastato dalla xilella, che non colpisce solo gli olivi, ma può colpire anche la vite. Ed allora si che sarranno cavoli amari. Voi continuate a postare le fregnacce di pseudoscienziati e dategli ascolto,solo dopo non piangete dndo la colpa a complottisti e cavoli vari: chi è causa del suo male, pianga se stesso.
Gentile Piero Pin, riguardo alla frase “Voi continuate a postare le fregnacce di pseudoscienziati”, immagino che con “voi” si riferisca a questo spazio virtuale e con “fregnacce di pseudoscienziati” sia riferito al contenuto di questo articolo e a chi lo ha scritto, cioè io.
Mi preme solo risponderle che chi ha scritto questo articolo non è uno pseudoscienziato né uno scienziato né aspira ad esserlo, ma è un essere umano che si pone delle domande, in questo caso su un decreto governativo, anzi su una parte del decreto, quella che riguarda l’utilizzo di neonicotinoidi e che rischia di avere un impatto devastante sul territorio (incidentalmente, un territorio che è anche la terra nativa dello scrivente).
In questo articolo sono state poste domande, non sono state date risposte, ma come sempre ormai, lo shit storm del fondamentalismo scientista non risparmia nemmeno la possibilità di porre domande, che doveva essere il sale di una democrazia che non c’è più.
Non poter porre domande significa, ovviamente, non potersi più confrontare e trovare eventualmente soluzioni ai problemi, magari condivise e non calate dall’alto.
Insultare o essere insultati pubblicamente è l’esatto contrario del confronto, ma è la chiusura nelle proprie posizioni: la delega acritica delle “risposte” a chi detiene il “sapere” è una conseguenza brutale che purtroppo oggi è diventata ovvietà per molte persone (e questo è il problema più grande della nostra epoca storica, secondo me, più della Xylella, della Tap, di Cerano e delle discariche abusive).
Il paradosso che gli atteggiamenti più antiscientifici, dogmatici, supini al potere e resistenti ai cambiamenti, oggi provengano da sedicenti “difensori della scienza” è un tema che probabilmente interesserà gli antropologi del futuro quando studieranno la nostra epoca. Come agli illuministi del 700 premette studiare i dogmi delle religioni monoteiste.
Detto questo, possiamo continuare con gli insulti:
Ma dove sono i nostri politici???
Sudditi dei capi e schiavi della poltrona.
Pensate a trovare un nuovo territorio ai vostri figli perché questo oramai è compromesso da tutti i punti di vista.
Che tristezza!
COMUNICATO STAMPA
ISDE Italia: Pesticidi dannosi per l’ambiente e per la salute umana
non possono essere imposti per legge
Il recente decreto legge del Ministro Martina avente per oggetto “Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di Xylella fastidiosa nel territorio della Repubblica Italiana” (GU del 6 aprile 2018) IMPONE l’utilizzo di pesticidi di riconosciuta dannosità per la biodiversità, per la sicurezza alimentare e per la salute, violando apertamente i principi di prevenzione e precauzione, i diritti degli agricoltori e delle popolazioni potenzialmente esposte e danneggiando le tante imprese che hanno investito con convinzione nei metodi biologici di coltura come unica forma sostenibile di agricoltura.
Il decreto obbliga, nelle aree affette da xylella fastidiosa, all’uso tra Marzo e Aprile di erbicidi. Si ricorda che l’erbicida più estesamente utilizzato è, ovunque, il glifosato, del quale ISDE ha già denunciato i gravi rischi anche promuovendo recentemente un appello internazionale (http://www.isde.org/glyphosate_appeal.pdf ).
Lo stesso decreto obbliga, tra Maggio e Dicembre, all’uso di insetticidi, indicando in maniera specifica alcuni neonicotinoidi e citando in maniera preferenziale l’acetamiprid in base alla sua “ottima efficacia”, sbilanciando di fatto la scelta verso queste sostanze altamente nocive piuttosto che verso altre (piretrine, olio essenziale di arancio dolce, pur citate nel decreto), approvate in agricoltura biologica ed a basso impatto.
L’emivita biologica dei neonicotinoidi può arrivare a due-tre anni e, quando queste sostanze sono immesse nell’ambiente, possono rimanere nel suolo e nelle falde acquifere per lungo tempo senza essere degradate e accumulandosi nelle piante, comprese quelle a destinazione alimentare. L’acetamiprid, in particolare, è stato riscontrato nell’11,6 % dei punti di monitoraggio delle acque superficiali (nelle aree dove è stato cercato) e nel 3,2 % di quelli delle acque sotterranee. Questi rilievi sono particolarmente gravi in considerazione anche degli effetti letali e subletali sugli anfibi.
Secondo evidenze scientifiche elencate dall’agenzia per la protezione ambientale americana (US EPA), l’acetamiprid è neurotossico e, nei mammiferi, ha conseguenze biologiche negative su fegato, reni, tiroide, testicoli e sistema immunitario. Ha inoltre un’alta tossicità per gli uccelli.
Gli effetti biologici dei neonicotinoidi sull’uomo (che può assumerli per contatto, per inalazione e per ingestione) devono essere ancora compiutamente chiariti. Sono stati tuttavia pubblicati sino ad ora 4 ampi studi caso-controllo che descrivono, in tutti i casi e con metodologia adeguata, associazioni significative tra esposizione cronica a neonicotinoidi e rischio di alterazioni dello sviluppo come tetralogia di Fallot, anencefalia, disturbi dello spettro autistico, alterazioni mnesiche e motorie.
Nello stesso periodo in cui è stato varato il decreto Martina, l’UE bandiva in tutti gli Stati l’utilizzo di imidaclopramid, uno dei neonicotinoidi citati nel decreto, perché insieme ad altri ha effetti devastanti per le api e, di conseguenza, per la tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare. Già da gennaio del 2013 l’EFSA aveva giudicato “inaccettabili” i rischi derivanti dagli effetti dei neonicotinoidi su questi insetti ma, evidentemente, di questo non si è affatto tenuto conto nel decreto. L’opinione estremamente negativa di EFSA sui neonicotinoidi è stata ulteriormente ribadita a febbraio 2018 (“Most uses of neonicotinoid pesticides represent a risk to wild bees and honeybees” https://www.efsa.europa.eu/en/press/news/180228 ).
Va ricordato che Acetamiprid è tra le sostanze rinvenute più frequentemente in Italia in concomitanza con fenomeni di morie o spopolamenti di alveari ed è altamente tossico per altri insetti utili quali lepidotteri e odonati. Inoltre, Acetamiprid è tossico per i lombrichi e riduce le attività respiratorie dei microrganismi del suolo, contribuendo ad alterare ulteriormente le già degradate condizioni pedologiche del territorio, probabili concause dell’indebolimento immunitario degli olivi salentini.
Per imposizione di legge, dunque, per la maggior parte dell’anno gli agricoltori salentini saranno obbligati a contaminare suolo, acqua e prodotti agricoli, a compromettere gravemente la biodiversità in un’area a rischio desertificazione, a correre rischi sanitari insieme alle loro famiglie e a farli correre a chi consuma i loro prodotti.
I legislatori avrebbero dovuto chiedersi se un utilizzo così pesante di sostanze tossiche e il prezzo che questo potrebbe comportare in termini ambientali e, di conseguenza, sanitari, potranno mai essere effettivamente utili ad eradicare o anche solo a limitare la xylella in un’area molto vasta, nella quale questo batterio è già da tempo endemico e nella quale si utilizzano già ora quantità molto elevate di pesticidi.
Ma ancor prima, dal punto di vista della tutela della salute pubblica e dell’ambiente, avrebbero dovuto chiedersi quanto etico possa essere imporre per legge obblighi di questo genere, quanto tutto questo costerà alla Puglia ed ai pugliesi e quanto tempo ci vorrà a pagare il conto.
Arezzo, 8 Maggio 2018
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