Kurdistan turco: immagini dal massacro di Cizre
Cizre, estremo sud-est della Turchia. Il 4 Settembre 2015 un provvedimento del governatore di Sirnak dichiara lo stato di emergenza, un coprifuoco di 24 ore su 24 viene imposto a tutta la popolazione. Nessuno può uscire di casa, l’ospedale viene chiuso così come tutte le attività commerciali. Non c’è acqua ne corrente elettrica, i cellulari non funzionano, Cizre è isolata dal Mondo. Comincia l’assedio.
La cronaca di quanto accaduto nei 9 giorni di coprifuoco raccontata direttamente dagli abitanti di Cizre. Un viaggio per le strade dei quartieri dove si sono consumate gravissime violazioni dei diritti umani nell’attacco lanciato dall’esercito Turco contro uomini, donne e bambini che ha provocato 28 morti ed oltre 100 feriti.
“CIZRE’DE KATLIAM VAR – IL MASSACRO DI CIZRE” (Durata 17′ – Anno 2015)
REGIA E MONTAGGIO:
Luigi D’Alife
TRADUZIONE:
Xerip Siyabend
GRAFICA:
Luigi Sorbilli
QUESTO VIDEO E’ DISTRIBUIT SOTTO LICENZA CREATIVE COMMO0NS 4.0
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Sono orgoglioso di collaborare a questo blog perchè denuncia schifezze da tutto il mondo e diventa megafono per chi è svantaggiato, perseguitato e mutilato nel corpo e nei diritti.
ho trovato un po’ di articoli in rete, ecco il primo:
Cizre, non perdonarci! – Nurcan Baysal
Tutto si svolge davanti ai nostri occhi!Persone ferite che dopo un attacco con mortai a un edificio a Cizre da otto giorni sono asserragliate in una cantina, resistono. Sei dei 25 feriti hanno già perso la vita. Fino ad ora non abbiamo potuto mandare un‘ambulanza!
Ogni volta che un’ambulanza voleva avvicinarsi ai feriti, veniva colpita da proiettili. Il governo cerca di ingannare la popolazione con le bugie. I rappresentanti del governo dicono per esempio che potrebbe essere che nella casa non ci siano feriti e che sono state le YDG-H ad aprire il fuoco contro l‘ambulanza. Nessuno chiede chi si è nascosto dentro l’edificio, chi sono i feriti, se le YDG-H sparerebbero contro un‘ambulanza? Il governo ci mente continuamente, mentre sarebbe molto facile quello che dovrebbe fare:Se solo per un’ora ritirasse le sue forze speciali che sparano arbitrariamente alle persone, allora, senza bisogno di un’ambulanza, le madri dei feriti, che a pochi metri di distanza che per l’impotenza si battono sul petto con tutte le loro forze, tirerebbero fuori i loro figli con le proprie mani.
Niente acqua per i curdi!
Le madri dei feriti asserragliati nella cantina, a soli cento metri di distanza cercano di avere notizie sui propri figli feriti. Nei social media vedo il grido della madre di Mehmet Yavuzel (componente del consiglio del partito del DBP), che in televisione sente la voce di suo figlio che da otto giorni aspetta un’ambulanza e che per la disperazione si batte sul petto e grida: „Cosa non sacrificherei per voi!“
Ci troviamo di fronte a una mentalità che in ogni occasione offende, distorce la verità, mente al popolo, massacra persone, distrugge cimiteri e fa scempio di cadaveri.In questa cantina si trovano persone che da giorni chiedono acqua. Parliamo di acqua, di un bicchiere di acqua potabile. Parliamo di persone – chiunque esse siano –, che poco prima di morire chiedono acqua. “Dico acqua, heval, solo acqua.“ (heval in curdo vuol dire „amico“, “compagno”, N.d.T.)
Da “Non esiste una questione curda“ ora siamo arrivati a “Niente acqua per i curdi!”.
“I nostri figli sono in una cantina, assetati!“
“I nostri figli sono in una cantina, feriti!“
“I nostri figli sono in una cantina, senza speranza!“
I nostri figli in una cantina aspettano che li raggiungiamo e diventiamo balsamo per le loro ferite. I nostri figli resistono in una cantina!
I nostri figli in una cantina chiedono acqua!
Mentre scrivo questo articolo, mi raggiunge la notizia che anche il tredicenne Sultan Irmak è morto per le sue ferite. Un bambino piccolo che, implorando acqua, da giorni si avvicinava passo per passo alla morte.
Abbiamo osservato tutta questa crudeltà e continuiamo a osservarla. I potenti hanno vinto. Hanno creato una società secondo le loro idee. Paura, indifferenza, mancanza di coscienza si sono impadronite di questa società. Da sessanta giorni non ci è riuscito di rompere il coprifuoco nella mia città Sur. Non abbiamo potuto recuperare cadaveri di giorni che da giorni sono rimasti per strada. Per esempio non siamo riusciti a raggiungere le porte di Cizre, sotto il fuoco dell’artiglieria non siamo riusciti a raggiungere l’edificio per recuperare i feriti dalla cantina!
Guai a noi, vergogna su di noi!
Non i corpi di giovani sono stati sepolti in questa cantina, ma la coscienza di questo paese.
Cizre, non perdonarci!
Editoriale di Nurcan Baysal, 30 gennaio 2016
Fonte: http://civaka-azad.org/cizre-vergib-uns-nicht/
http://www.retekurdistan.it/2016/02/cizre-non-perdonarci/
e a seguire altri articoli:
http://stanlec.blogspot.it/2016/03/cizre-non-perdonarci-nurcan-baysal.html