Origine delle storie
di Mauro Antonio Miglieruolo
Le espressioni artistiche esistono indipendentemente dal pensiero che le genera, che offre loro visibilità.
Il pensiero di pensarle e perciò crearle è mera illusione. Esso sono parte della realtà; o meglio delle infinite possibilità che prese nel loro insieme noi definiamo Universo (o Universi; o Multiverso). Lo sono in quanto parte del tutto, della parte accessibile ai sensi e quella inaccessibile; quella che sappiamo indagare con gli strumenti che aumentano a dismisura le nostre facoltà di osservazione; e quella che non sappiamo indagare, o che ancora non abbiamo imparato a indagare. Dunque esistono primo che siano declinate. L’atto di pensarle, almeno sul piano artistico, è successivo alla loro individuazione. In effetti l’artista quando parla di attività creativa, non fa che richiamare l’atto di questo ricercare e di lavorare sul trovato, atto nel quale esaurisce l’effettività di ogni “pratica creativa”. Della propria e di quella di coloro che gli sono affini. Oppure delle pratiche (IL GUSTO) congeniali e necessarie alla sensibilità di una determinata epoca.
L’artista non crea le opere, il pensiero non le pensa. L’artista le individua; o meglio individua il luogo preciso del loro essere, nella condizione di imperfezione specifica che le caratterizza (che caratterizza ogni manifestazione dell’essere); sarà poi il pensiero a provvedere a depurarle, a restituirle alla purezza ideale e necessaria, a trovare un posto nelle forme esistenti in circolazione (a ad approntare forme nuove). L’artista dunque non fa altro che rendere visibile l’invisibile; a dare forma storica alle forme e consistenza all’essere. Il che equivale all’atto con il quale si è concesso alla Creazione di essere.
Questo lavoro non è diverso da quello del fabbro che produce ferro utilizzando fuoco, incudine e martello. Il fuoco della passione artistica (di ogni artista che sia inevitabilmente tale) per la materia della quale si occupa; l’incudine della necessità che ha di trovare, e ritrovare forme e contenuti, a volte una vera e propria ossessione; il martello del pensiero che ostinatamente batte e ribatte, finché ogni impurità non è eliminata
Trovatore è il musicista; trovatore lo scultore; trovatore il poeta; trovatori i romanzieri.
Le storie, le forme della bellezza, le musiche sono infinite. In questo immenso magazzino le cose giacciono in attesa di essere trovate. Si tratta di isolare quelle congeniali ai propri tempi; e congeniali a una certa sensibilità.
Anche le parole che avete appena letto sono trovate, non inventate.
Mam
bello e ben detto 🙂
Grazie Francesco. Temevo l’accesso di sinteticità.