QUANDO CAPITERÀ
(di Pabuda)
quando capiterà a voi –
perch’è triste dirlo
ma è quasi certo:
prima o poi
accadrà pure a voi –
di dover lasciare
le case native bombardate
dall’aviazione
della “vostra” stessa
nazione
o da velivoli alleati
(di chi non si capisce mai
esattamente,
ma non fa niente:
nemici e amici
distruggono sempre
con accuratezza, ugualmente),
di dover abbandonare
terre natali dilaniate
dalla cosiddetta guerra civile,
o di dover trovare scampo
dalla terribile siccità,
dall’ultima inondazione
o da ordinaria inedia, fame,
denutrizione,
da cronica disoccupazione,
o da certi mestieri che…
dove siete nati
ce n’è soltanto di sottopagati
e da morire tanto son faticosi,
nocivi e pericolosi,
o di dover scappare
da una famiglia infestata
di maschi prepotenti,
vanitosi e violenti,
o di dover fuggire da leggi –
in/civili & religiose –
che vogliono impiccati
tutti gli omosessuali,
o, ancora, di dover lasciare
un paese dissanguato
da super corrotti governanti
– alcuni colti, altri ignoranti –,
da megalomani generali,
da preti, santoni, monaci, terroristi,
vari lobbisti
e quotatissime multinazionali,
o di dovere, per dire, fuggire da un delta
o da un estuario
ormai privo di pesce
– scomparso dalle sue acque contaminate
dal greggio o dal mercurio –
ecco… quando vi capiterà
d’inciampare in queste
(o anche in una sola di queste)
diffusissime calamità
e, per allontanarvene, di mettervi in viaggio
alla ricerca di miglior fortuna:
vivrete nel terrore d’andare a sbattere
in un villaggio dimenticato
della provincia marcia
d’un paese sconosciuto, strano e malfidente
ai margini – addirittura –
d’un altro continente…
popolato dai vostri
doppi