16 marzo: quattro «scor-date» recuperate
di Associazione per i Popoli Minacciati, di Energu, di Ismaele e di Saverio Ferrari (*)
Scor-data: 16 marzo 1988
Halabja: il maggiore massacro con gas nervini dopo la seconda guerra mondiale
Scor-data: 16 marzo 1978
Le Brigate Rosse rapiscono Aldo Moro
Scor-data: 16 marzo 2003
Fascisti a Milano: l’assassinio di «Dax»
(*) Come sa chi frequenta codesto blog ogni giorno – per due anni, cioè dall’11 gennaio 2013 all’11 gennaio 2015 – la piccola redazione ha offerto (salvo un paio di volte per contrattempi quasi catastrofici) una «scor-data» che in alcune occasioni raddoppiava o triplicava: appariva dopo la mezzanotte, postata con 24 ore di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; ma qualche volta i temi erano più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi.
Tanti i temi. Molte le firme (non abbastanza probabilmente per un simile impegno quotidiano). Assai diversi gli stili e le scelte; a volte post brevi e magari solo una citazione, una foto, un disegno… Ovviamente non sempre siamo stati soddisfatti a pieno del nostro lavoro. Se non si vuole copiare Wikipedia – e noi lo abbiamo evitato 99 volte su 100 – c’è un lavoro (duro pur se piacevole) da fare e talora ci sono mancate le competenze, le fantasie o le ore necessarie.
Abbiamo deciso – dall’11 gennaio 2015 che coincide con altri cambiamenti del blog, ora “bottega” – di prenderci un anno “sabbatico”, insomma un poco di riposo, per le «scor-date». Se però qualche “stakanovista” (fra noi o all’esterno) sentirà il bisogno di proporre una nuova «scor-data» ovviamente troverà posto in blog; la redazione però non le programmerà.
Nell’anno di intervallo magari cercheremo di realizzare il primo libro (sia e-book che cartaceo?) delle nostre «scor-date», un progetto al quale abbiamo lavorato fra parecchie difficoltà che per ora non siamo riusciti a superare. Ma su questa impresa vi aggiorneremo.
Però…
(c’è quasi sempre un però)
… visto il “buco” e viste le proteste (la più bella: «e io che faccio a mezzanotte e dintorni?» simpaticamente firmata Thelonius Monk) abbiamo deciso di offrire comunque un piccolo servizio, cioè di linkare le due – o più – «scor-date» del giorno, già apparse in blog.
Speriamo siano di gradimento a chi passa di qui: buone letture o riletture
La redazione (in ordine alfabetico): Alessandro, Alexik, Andrea, Barbara, Clelia, Daniela, Daniele, David, Donata, Energu, Fabio 1 e Fabio 2, Fabrizio, Francesco, Franco, Gianluca, Giorgio, Giulia, Ignazio, Karim, Luca, Marco, Mariuccia, Massimo, Mauro Antonio, Pabuda, Remo, “Rom Vunner”, Santa e Valentina.
SEGNALO QUESTO COMMENTO
Temo che il vergognoso processo che si è svolto in Israele per la morte di Rachel Corrie, vergognoso innanzitutto per la mancata condanna dell’assassino della bravissima attivista volontaria, ma in particolare anche per la parte riguardante il negato risarcimento dei danni giustamente richiesto dalla sua famiglia, si sia molto avvantaggiato della sentenza, abominevole a parer mio, della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia ( ICJ) del 2 febbraio 2012, che ha ammesso la validità del diritto consuetudinario sull’immunità degli stati, nella controversia tra Repubblica Federale Tedesca e Italia ( soccombente ).
Tutti noi dovremo batterci per tentare di far modificare nel corso del tempo questa posizione conservatrice e reazionaria della Corte di Giustizia dell’Aia.
marcella de negri
segnalo su COMUNE INFO
RACHEL E I CINGOLI DELLA DEMOCRAZIA
La voce di Rachel Corrie, ragazza di Olympia, capitale dello Stato di Washington, s’era levata alta contro la complicità. Era una di quelle voci giovani, coraggiose, profonde. Le voci che spesso fanno dire ai semplici e ai troppo astuti che il loro dissenso prova l’esistenza della democrazia negli Usa. Rachel ha pagato quel dissenso concludendo la sua giovane vita schiacciata da un mostro meccanico guidato da un mostro umano armato di ferocia e stupidità. Nessuno di quelli che contano ha detto che il suo omicidio feriva la democrazia. “Democrazia” è una parola magica. Ha il potere di evocare qualcosa che sa di giustizia, di civiltà, di rispetto degli umani. Non molto più di un’evocazione, purtroppo, ormai. In Palestina e altrove. La democrazia, perfino il vuoto simulacro di democrazia formale che viene agitato in questi anni, non abita di certo dalle parti di quelli che hanno mandato i mostri contro Rachel. Un omicidio odioso quanto inutile: quegli uomini non sanno, né possono immaginare che la speranza per la quale è stata spenta quella giovane vita non può essere seppellita da una ruspa
L’ARTICOLO COMPLETO DI PATRIZIA CECCONI è su http://comune-info.net/