22 marzo: che sia la giornata dell’acqua…
… e non della rimozione dei problemi per la salute pubblica
di Vito Totire (*)
22 marzo giornata mondiale dell’acqua… “di scarico” o di quella veramente potabile?
Riteniamo un diritto per i popoli che popolano la Terra (e per gli animali) avere a disposizione acqua potabile e salubre.
Questo diritto non è assicurato nei Paesi poveri ma neanche in quelli ricchi; il gradiente di insalubrità varia da Paese a Paese e le cause della nocività differiscono a seconda delle condizioni ambientali fino all’estremo insulto che è la mancanza totale di acqua, persino quella più o meno inquinata.
Al momento le associazioni che fanno capo al coordinamento per l’ecologia sociale, firmatarie di questo documento – avendo una collocazione europea/occidentale – sono in grado di focalizzare alcuni punti e di tenere concretamente aperto il discorso su certi problemi e non su tutti (se non per un discorso di solidarietà, comunque sentita). I parametri per definire la potabilità/salubrità sono evidenti, nonostante i tentativi di manipolazione messi in atto da governicchi, politicanti e agenzie istituzionali compromesse con il potere economico.
- anzitutto l’acqua deve essere disponibile e pubblica in tutto il pianeta;
- l’acqua, per essere dichiarata potabile, non deve avere effetti negativi sulla salute umana né a breve termine né con lunga scadenza;
- l’acqua deve essere totalmente indenne (livello zero) da sostanze cancerogene, teratogene, mutagene (anche sospette);
- l’Iss – Istituto Superiore di Sanità – deve “ritirare” il suo documento del 2015 relativo all’amianto nell’acqua; è un documento che risponde alla domanda/pretesa dei gestori pubblici e privati di non toccare lo status quo e di non fare le bonifiche se non entro 250-500 anni; un documento che usa come foglia di fico l’Epa (ente statunitense). L’Iss è consapevole di essere un istituto italiano? Se ha citato l’Epa (stravolgendo per altro il contenuto delle indicazioni di questo ente) tanto valeva che prendesse a riferimento il Canada o la Cina, vale a dire Paesi in cui l’amianto è ancora “legale”; PER QUALE MOTIVO L’ISS PRIMA DI ELABORARE IL SUO INFELICE DOCUMENTO NON HA CONVOCATO UNA CONSENSUS CONFERENCE APERTA ALLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE E DEI CONSUMATORI? COME MAI L’ISS, A SUPPORTO DEL SUO DOCUMENTO NON HA CITATO TUTTI I DATI – COMPRESI I CAMPIONAMENTI IN LETTURA AL MICROSCOPIO ELETTRONICO A TENSIONE (TEM) – DISPONIBILI IN ITALIA?
- l’acqua deve essere dunque totalmente indenne da amianto, organoclorurati di origine industriale, cloroformio, pesticidi, erbicidi; OCCORRE RIGETTARE TUTTI I TENTTIVI SUBDOLI O PALESI DI INVENTARE LIMITI DI TOLLERABILITA’ PER QUESTE SOSTANZE;
- in Italia occorre avviare un piano di bonifica a cominciare dai 100.000 km. di tubazioni in cemento/amianto presenti nel territorio nazionale;
- occorre trovare alternative all’inquinamento da arsenico, a quello da coloranti e plastificanti (Pfas, Veneto), a quello da discariche industriali (Abruzzo, Campania e altri siti);
- per le sostanze organiche clorurate, stante l’obiettivo di azzerare tutti i cancerogeni e sospetti tali (vedi punto 3) occorre comunque darsi come obiettivo immediato il non superamento del limite guida proposto dalla Unione europea e abrogare il “patacca”cioè il limite soglia inventato dall’Italia (30 microgrammi);
- per gli interventi di potabilizzazione occorre minimizzare la produzione di clorurati e, ove tecnicamente fattibile, eliminare totalmente il cloro; i servizi territoriali delle Ausl sono invitati a rispondere ai quesiti e alle richieste di dialogo che provengono dai cittadini e dalle associazioni (capito Asl di Acquaviva delle fonti?): in Italia si usa ancora ipoclorito di sodio per “potabilizzare” (in alcune aree della Puglia e dio sa dove altro!) omettendo le tecnologie che ridurrebbero il cloro i cui residui in eccesso (e dunque evitabili) sono correlati da dati epidemiologici statisticamente significativi con eccessi di tumori, non solo gastroenterici;
- una campagna chiara e netta per la bonifica dell’amianto nelle condutture in Italia e in Europa è un “servizio” che possiamo fare anche alla causa dei poveri in cui le tubazioni in amianto – particolarmente crisotilo – vengono ancor oggi collocate nel territorio ex-novo; E’ UN BUSINNES SULLA PELLE DEI POVERI A CUI VOGLIAMO OPPORCI E A CUI NON SI OPPONE INVECE IL DOCUMENTO DELL’ISS (non ne sono resi conto evidentemente);
CHE LA GIORNATA MONDIALE SIA LA GIORNATA DELL’ACQUA E NON DELLA RIMOZIONE DEI PROBLEMI CHE DOBBIAMO AFFRONTARE PER CONTRIBUIRE A GARANTIRE LA SALUTE PUBBLICA.
21.3.2017
(*) Vito Totire, medico del lavoro e psichiatra, è portavoce del coordinamento per l’ecologia sociale (circolo Chico Mendes, AEA-associazione esposti amianto e rischi per la salute, Centro per l’alternativa alla medicina e alla psichiatria Francesco Lorusso)
LA VIGNETTA – scelta dalla redazione della “bottega” – è di VAURO.