Cento e passa pittori naif – 30, L’arte naif di Marino Di Fazio – 2
di Mauro Antonio Miglieruolo
Quello che segue è il secondo capitolo della rassegna che dedico a Marino Di Fazio. Avevo promesso di farlo e mantengo la promessa. Si tratta di un buon pittore, degno di essere preso in considerazione.
Come infatti…
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Marino Di Fazio è nato a Genova il 09/02/1949. Nei primi anni settanta scopre la vocazione di pittore, che coltiva da autodidatta. Inizia l’attività pubblica nel 1979 con una mostra personale, che troverà seguito negli anni successivi in mostre personali e collettive a Viareggio, Firenze, San Marino, Nizza, Roma; e, naturalmente, nella natia città natale, dove instaura un rapporto di collaborazione con la galleria d’arte Il Crocicchio di Campomorone.
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Di lui trovo scritto: “Il mondo raccontato da Di Fazio non e’ quello stereotipato e schematizzato di tanti epigoni del mondo pittorico NAIF dell’est europeo, ma e’ invece, un mondo “nostrano”, a noi familiare, sia in quanto al paesaggio rappresentato, sia in quanto ai sentimenti raccontati. I suoi dipinti attingono a piene mani nei sentimenti più profondi […] del loro autore, che sono di fatto anche i nostri sentimenti. Le sue immagini raccontano con garbo ed apparente semplicità ed indiscutibile candore favole senza tempo che irretiscono l’osservatore, lo trasportano al proprio interno e lo rendono partecipe del racconto, del sogno, del ricordo. Attraverso questi racconti poetici e magici, anche l’osservatore meno sensibile alle suggestioni dei ricordi e della nostalgia prova l’emozione di riscoprire le proprie radici.”
“Ogni scena un racconto. Una narrazione in punta di pennello, in bilico tra la fiaba ed il ricordo, sul come eravamo. Quando la vita era semplice e i rapporti umani schietti e generosi come un bicchiere di rosso bevuto all’osteria. Una vita lenta, scandita dal passaggio naturale delle stagioni, imbevuta di valori antichi e forse irrimediabilmente perduti. Questo il mondo ideale di Marino Di Fazio (Genova , 1949), trasferito in pittura con un linguaggio tutto naif. “I miei quadri non sono che sogni”, dice, “brani di vita che immagino e che vorrei poter vivere”. I suoi piccoli personaggi, colti quasi sempre di schiena, li ritroviamo intenti ad antichi mestieri, alle prese con umili faccende quotidiane e domestiche, dediti all’osservanza delle feste liturgiche che, un tempo, costituivano le sole occasioni di vita sociale: la messa domenicale, le feste patronali, le processioni, i pellegrinaggi.”
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Per il resto rimando a quanto già detto nel post:
http://miglieruolo.wordpress.com/2014/04/15/cento-e-passa-pittori-naif-04-marino-di-fazio/