Bombe e multe: se Antonello non paga…
… noi c’entriamo?
Ho ricevuto un msg da Antonello Repetto, anzi da suoi amici … perché Antonello ha un rapporto con le tecnologie un pochino lasco. Annuncia che lui non pagherà una multa ricevuta per… “antimilitarismo”. Deduco che Repetto andrà incontro ad altre denunce.
La storia è tutta nelle immagini che vedete qui sotto: la prima arriva dal tribunale mentre le due successive riportano la lettera – scritta a mano, con tanto di correzioni – del mio amico Antonello.
Comunque riassumo la vicenda per sommi capi, le “5 w” almeno. Da sempre attivista antimilitarista, Antonello Repetto nel 2015 invia due lettere al prefetto e al questore di Cagliari, Giuliana Perrotta e Danilo Gagliardi, autodenunciandosi. Annuncia l’intenzione di «attuare azioni di sabotaggio non violente contro la fabbrica di bombe Rwm Italia di Domusnovas». In quello stabilimento, negli ultimi mesi, si fabbricano ordigni poi spediti dall’aeroporto di Cagliari-Elmas e dal porto di Olbia in Arabia Saudita. «La mia coscienza di cristiano – scrive Repetto nelle due lettere – mi impone di farlo. Il governo italiano sta violando la legge numero 185 del 1990, in base alla quale non si possono vendere armi alle nazioni in guerra. L’Arabia usa queste bombe, ci sono le prove, anche e soprattutto contro civili inermi». Repetto, 61 anni, aderente all’associazione Pax Cristi, come scrivono i giornalisti «non è nuovo a proteste di questo genere».
Qualche altra notizia la trovate in “bottega”, partendo da qui: https://www.labottegadelbarbieri.org/42706-2/ .
Prima di dire «tipo cocciuto costui» – magari aggiungendo sottovoce uno stereotipato, dunque fasullo, «come tanti sardi» – riflettete un attimo se per caso Repetto abbia ragione e noi (intendo chi non fa come lui, autodenunciandosi) torto. Se il “procurato allarme” si debba avere perché Repetto protesta o perché lo fa da solo mentre noi ci rigiriamo i pollici, facendo finta di non sapere che le guerre stanno dilagando. E prima di dire «mi sa che quel tipo è un estremista» ragionate 5 secondi se non sia il contrario: «la situazione è estrema» e chi non se ne accorge orbo. Ah, e se state pensando «ci sono altri modi per fermare questa escalation di guerre» probabilmente io sono d’accordo con voi ma siete pregati di aggiungere dettagli, insomma “quali modi” abbiamo?
Nel frattempo io esprimo la mia solidarietà ad Antonello e mi dichiaro disposto, da solo o in compagnia, a considerarmi co-responsabile. Anzi co-spiratore.
Chi vuole respirare insieme ad Antonello?
LA VIGNETTA è di MAURO BIANI
Persona (è il caso di dire) di disarmante coerenza, Antonello.
C’è un film (The others, Alejandro Amenábar), con una splendida Nicole Kidman, dove i morti si credono vivi e credono morti i vivi.
Allo stesso modo, Antonello, a noi “gente comune” appare come un eccentrico, un marziano fuori dal mondo. Ma i marziani siamo noi.
Se ci chiedessero: “Meglio il telefonino nuovo o meglio fermare la guerra?”; nessuno avrebbe dubbi sulla risposta. Eppure abbiamo tutti il telefonino nuovo (tranne Daniele, s’intende!).
Antonello, quello che pensa dice, quello che dice fa.
La Sardegna ospita i due terzi delle basi militari italiane e, come non bastasse, produce (a Domusnovas) ottime bombe. A cosa servano le une e le altre non è il caso di dire.
E’ il caso dire, invece, che le popolazioni siano generalmente favorevoli, in quanto, così si dice, porterebbero lavoro. Lavoro qui, e morte là (“tanto, se non le facciamo noi, le fanno altri!”). E neppure quando portino morte qui (il caso Quirra), sembrano indignare più di tanto. Così va il mondo.
Dieci, cento, mille antonelli!
Antonello ci fa sapere che ha provveduto, come promesso, a versare ad associazioni no profit (e diffonde le ricevute dei versamenti), l’equivalente della multa comminatagli per “eccessiva umanità” (reato evidentemente presente nel nostro ordinamento). Ce lo fa sapere non certo per pubblicizzare le sue donazioni, ma per creare una notizia, che sia ripresa dai media (c’è stato un relativo articolo dell’Unione Sarda), e che porti a discutere sulle implicazioni, e mica solo morali, legate ad una fabbrica di armamenti che, in barba alla legislazione vigente, nonostante o grazie ai sofismi della ministra Pinocchi (ho scritto Pinocchi, e mi sembra doveroso che la ministra mi quereli), vende ordigni di morte a paesi in guerra; se guerra e non peggio si può chiamare quel che la cosiddetta “coalizione guidata dall’Arabia Saudita”, sta facendo in Yemen.
Antonello, al netto della kafkiana agonia in cui versa la Giustizia italiana, andrà quindi a processo.
E vi invito a ragionare sui risvolti, anche umani, anche sociali, anche relazionali (per tacere di quelli economici) che una scelta del genere, ed in estrema solitudine, porta come conseguenza: non è mica facile, spiegare a chi ci sta vicino (a meno che non condivida completamente il nostro operare, ma è fortuna rara), che preferiamo incartarci in un procedimento di questo tipo, piuttosto che pagare cent’euri d’ammenda.
Antonello merita tutta la nostra comprensione, solidarietà, vicinanza.