6 Luglio 1415. Jan Hus muore sul rogo
di Pietro Ratto (*)
Lo obbligarono a calcarsi sul capo una corona di carta, su cui eran stati disegnati tre diavoli che litigavano, contendendosi un dannato. La corona recava, beffarda, la scritta: “Hic est Heresiarcha”.
Quando uscì, scortato dai suoi numerosi carnefici, si trovò immerso in una soffocante nube di fumo, proveniente dal vicino cimitero. I suoi libri, accatastati in quel luogo, stavano già bruciando, inesorabilmente.
Il patibolo – costruito su un prato dell’antico quartiere Paradies, vicino alle mura del Castello in cui era rimasto recluso per mesi – lo attendeva spettrale e inquietante.
Hus avanzò verso la catasta di legna, continuando a pregare. Gli cadde la corona di carta, si affrettarono malignamente a rimettergliela. Hus osservò pacatamente che a Cristo ne era toccata una ben più grave. Tolta la tunica, lo legarono al palo. Si accorsero di averlo erroneamente orientato verso est, la direzione in cui, in quei secoli, con serenità ogni moribondo volgeva i suoi occhi in attesa della morte, confidando nel perdono di Dio. Dunque, lo girarono immediatamente in direzione opposta. Negatagli la confessione, gli fu intimato per l’ultima volta di abiurare. Secondo la prassi quell’ultima offerta, se accolta, gli avrebbe evitato la morte, “misericordiosamente” rimpiazzata con la prigione a vita. “Sono pronto a morire con gioia”, rispose solenne l’eretico, fissando dritto negli occhi il Maresciallo De Pappenheim, a cui era toccata quell’ultima incombenza. C’è chi racconta che, a quel punto, un’anziana contadina, in un eccesso di zelo, si fosse spinta fin sotto il patibolo, per portare due fascine di legna da ardere. Il Maestro, a quella vista, avrebbe sorriso mormorando: “Oh, santa semplicità!”
Quando rialzò il suo sguardo severo, vide alcuni uomini chinarsi ad accostare le loro torce alle fascine, ammucchiate ai suoi piedi […]
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(*) Brano tratto da Pietro Ratto, Il Gioco dell’Oca, Prospettiva Editrice, 2015
Pietro Ratto è su Facebook e su Twitter. Qui, tutti i suoi scritti “in Bottega” ed una sua biografia
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lana-bz 30.07.15
Gentile Profess.Ratto,
mi chiamo Ermanno vivo da molti anni in Alto adige- Sùdtirol dove mi sono integrato molto bene in questa anomala provincia di confine italiano. Sono veneto della provincia di Venezia, nato nel 1965.
Lavoro in ospedale reparto neurologia come infermiere a Merano . Una professione che mi dà molte soddisfazioni nonostante le patologie dei miei pazienti quasi sempre hanno una prognosi infausta.
Tuttavia per percorso di studi , ho conseguito la maturità magistrale, ho sempre avuto una grande passione per la storia.
Per questo quando ho letto casulmente del suo libro in uscita sul noto eretico boemo ero felicissimo.
Ero e sono molto deluso che lo scorso 06 luglio 2015, nessun quotidiano nazionale ha dedicato nella pagina della cultura un articolo su JAN HUS, figura di grande spessore europeo che ha contribuito a riformare i costumi assai discutibili della chiesa cattolica ceca nel xv secolo.
Peccato. Speravo anche in RAI STORIA, programma che seguo sempre con molta attenzione.
In italiano la bibliografia che analizza il suo pensiero è esigua e datata.
Mentre in altre lingue è molto più ricca. Tutto quello che c’è in lingua italiana e francese è presente nella mia bibilioteca personale. Da anni raccolgo testi su Hus, sul movimento scaturito dopo la sua morte a Costanza, ma anche su altri suoi precursori e suoi seguaci.
In Boemia sono stato molte volte, ho frequentato anche un corso di lingua ceca estiva almeno per leggere correttamente la loro lingua , che fu codificata da Hus con i famosi segni diacritici.
Questa è una passione che mi accompagna da decenni e non è mai venuta meno anzi è sempre più stimolante, sono sempre alla ricerca di altri libri e di qualcosa che abbia un legame con lui.
Ora aspetto con ansia l’uscita del suo testo ( ne ho gia’ ordinati 4 copie), spero il testo abbia molto successo per fare conoscere al pubblico italiano questa grande figura europea che morì sul rogo per le sue idee. Mori’ con piena fiducia in Dio e non rinucio’ alla sua verita’.
Buon lavoro
ermanno
leoperutz@alice.it
La ringrazio molto,
attendo con ansia anch’io questo mio libro. E non mi sorprende per nulla che il sacrificio di Jan Hus sia così ignorato, in questa nostra cattolicissima nazione.
Le assicuro: ho provato un’ammirazione profondissima per questo grande riformatore, per questo grande uomo, man mano che conducevo il mio studio su di lui.
Un’ammirazione che spero davvero questo mio lavoro riesca, almeno in parte, a comunicare ai miei lettori.
Con molta riconoscenza,
Pietro Ratto