Sotto la panca notav la talpa…
di Rom Vunner
Sabato ci sarà una nuova manifesazione in Val Susa, ovviamente NoTAV. Una data particolare, perché in valle, il 16 novembre del 2005 ci fu uno sciopero generale con manifestazione NoTAV, vi parteciparono 80.000 persone. Allo sciopero generale della Valle di Susa l’adesione fu totale: non un negozio aperto, fabbriche vuote, chiuse scuole, banche, uffici postali, giornalai, benzinai, bar, insomma un intera comunità si fermò e scese in strada a manifestare pacificamente (qui la cronistoria). Allora l’Italia non si era ancora accorta della vicenda, la notizia diverrà di dominio pubblico solo nei primi di dicembre quando, dopo lo sgombero violento della Libera Repubblica di Venaus (con scene che ricordavano Genova 2001 e il Vicequestore Sanna che incitava i poliziotti contro i presidianti all’urlo “schiacciateli, uccideteli tutti”), l’8 dicembre la valle si riprese il territorio che era stato recintato per iniziare i lavori del tunnel geognostico e permettere alla Talpa di iniziare a lavorare. Già la Talpa. Ne ha aspettato di tempo ‘sta Talpa. Promossa dalla Roxoil dell’allora ministro delle grandi opere Lunardi è giunta sino ad oggi. È costata 10 milioni di €, mica caccole! L’altro giorno Fassino e pochi intimi hanno partecipato alla mediatica partenza dei lavori di ‘sta Talpa. Già perché a 8 anni di distanza sono riusciti a recintarlo un posto. Hanno tagliato migliaia di alberi, alcuni secolari. Hanno devastato un’area archeologica. Hanno schierato un apparato militare peggio che in Afghanistan. Però hanno inaugurato i lavori. Su questo ci sarebbero un paio di cose da dire: 1) a quanto pare non è partito un bel niente, è uscita una notizia per cui mancherebbe l’impianto elettrico per far funzionare la Talpa; 2) la credibilità dei personaggi coinvolti.
Già perché Fassino è l’ultimo dei sindaci torinesi a favore del TAV. La lunga amministrazione precedente si è spesa molto per questa opera. Anzi, si è spesa molto per un sacco di opere, un sacco un sacco, tanto che il Comune di Torino sta andando in fallimento. Sicuro, però, ce lo dicono tutti i media, che la visione futuristica di questi politici è grandiosa ed esatta, bisogna avere fiducia in loro mentre i valligiani, proprio a non voler pensare male, sono per lo più degli sprovveduti che non vedono a un palmo dal loro naso. Torniamo al 2005. Si preparano anche le Olimpiadi Invernali del 2006. Anche il movimento NoTAV, insieme ad altri gruppi, grida allo scandalo per la gestione dell’evento. Chiamparino, sindaco di Torino, e Bresso, presidente della regione Piemonte, gestiscono il Toroc. Facile giocare con un taroc ma loro affermano che sì è vero, costa un sacco di soldi ma i cinesi acquisteranno dal Toroc il know-how per organizzare le loro olimpiadi e così il Piemonte guadagnerà un pacco di soldi ma un sacco un sacco. Non si riesce a capire come mai la Cina abbia fatto a meno del know-how nell’organizzazione in Val Susa, come ha potuto gestire territori abitati da milioni e milioni di abitanti senza l’esperienza maturata a Bardonecchia dal Toroc. È un mistero. Fatto sta che il Toroc ha fatto un buco micidiale e gli impianti olimpici sono per lo più lasciati a marcire (a parte gli hotel che ospitano le FFOO). Questo i potenti del Toroc non potevano immaginarlo e, infatti, il presidente della Provincia di Torino Saitta, definiva i militanti NoTAV dei parassiti, perché protestavano contro il loro geniale piano. Ovviamente otto anni dopo Chiamparino è a capo della fondazione della banca che ha prestato i soldi per questo buco e i NoTAV, assieme a molti solidali, saranno in strada ancora una volta, ancora una volta a dire di no a questa opera e al sistema che la sostiene.