7 film da vedere
di Maria G. Di Rienzo
Andiamo al cinema? Sì, va bene, però non voglio vedere ne’ «Vacanze squallide», ne’ «L’amore guarisce tutto, anche il cancro», ne’ «Smembramenti selvaggi III», ne’ «O’ vampiro ‘nnammurato»… Vero, esclusi questi generi mi resta ben poco da scegliere. Ma andrei al cinema, molto volentieri, a vedere uno dei seguenti film.
«Black Butterflies» (Farfalle Nere) – Regista: Paula van der Oest, Cast: Carice van Houten, Rutger Hauer, Liam Cunningham.
E’ la storia (vera) di Ingrid Jonker, la scrittrice sudafricana la cui poesia «Il bimbo morto di Nyanga» fu letta da Nelson Mandela in occasione del suo primo discorso al Parlamento sudafricano. Ingrid visse a Cape Town negli anni ’60 dello scorso secolo, in pieno apartheid e avendo per padre un funzionario di governo addetto alla censura. Il trailer mostra una scena stupenda – per me, ovvio – in cui il padre di Ingrid fa a pezzi un foglio su cui è scritta una sua poesia, proprio davanti a lei. La giovane donna, nonostante abbia gli occhi pieni di lacrime, risponde: «Fa’ pure» e indicandosi la testa aggiunge «Tanto quelle parole sono tutte qui dentro». Tra l’altro, il film potrebbe riconciliarmi con il “replicante” Rutger Hauer dopo la sua discutibile performance padana…
«Circumstance» (Circostanza) – Regista Maryam Keshavarz, Cast: Sarah Kazemy, Nikohl Boosheri, Reza Sixo Safai.
Le immagini, sebbene io le veda nella piccola finestra del trailer online, sono di una bellezza incantevole. Posso solo sbavare leggermente al pensiero di come devono risultare sul grande schermo… Il film è stato bandito dal governo iraniano (tanto per cambiare) e narra la storia di due ragazze sedicenni di Teheran, dell’amore che le lega, del loro viaggiare fra il mondo di “circostanza” (la scuola, il codice di abbigliamento coatto, ecc), il mondo dei loro desideri («Se potessi essere in qualsiasi posto al mondo, ora, dove vorresti essere?») e quello ribelle della vita notturna nei club segreti della città.
«Pariah» – Regista: Dee Rees, Cast: Adepero Oduye, Pernell Walker, Aasha Davis, Charles Parnell, Sahra Mellesse, Kim Wayans.
Sempre in tema di adolescenti “fuori posto”, il film è la storia di Alike, ragazza afroamericana 17enne di Brooklyn. Come accade molto spesso, Alike deve lottare non con la propria identità omosessuale, che riconosce e accetta con grazia ed umorismo, ma con la percezione che la sua famiglia e i suoi conoscenti hanno di essa. Grazie alla propria tenacia e all’aiuto dell’amica del cuore, la giovane “pariah” è però intenzionata ad affrontare tutte le sfide.
«Oranges and Sunshine» (Arance e luce del sole; per metafora: Arance e bel tempo) – Regista: Jim Loach, Cast: Emily Watson, David Wenham, Hugo Weaving.
Storia (vera) di Margaret Humphrey, una comune donna inglese che – senza sostegno alcuno – costrinse le autorità del suo Paese a rivelare la deportazione di massa di 130.000 bambini dagli orfanotrofi britannici all’Australia, dove furono vittime di abusi sessuali e fisici. Come risultato del suo lavoro, molti di questi bimbi furono soccorsi e tornarono in patria.
«The Naked Option» (L’opzione nudità) documentario – Regista: Candace Schermerhorn.
Narra la vicenda delle donne del Delta del Niger, di come dal 2002 denunciarono i disastri ambientali causati dalle compagnie petrolifere, di come occuparono i siti d’estrazione (uno per dieci giorni di seguito) – “armate” di grandi foglie con cui danzavano – e di come minacciarono di violare il tabù ultimo della loro comunità restando senza vestiti. E’ costume che quando tutto il resto, negoziazioni e discussioni, fallisce, le donne si spogliano: la loro nudità è una “maledizione” per chi vi è esposto, non per loro.
«The Lady» (La signora) – Regista Luc Besson, Cast: Michelle Yeoh, David Thewlis, Jonathan Ragget.
Forse, dato il nome del regista, sarà l’unico film della lista che riuscirò a vedere nei nostri cinema. E’ la storia della leader politica birmana, nonché Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi. La pellicola intreccia le vicende pubbliche a quelle intime e familiari della protagonista, e mi pare riesca a mostrare cosa una lotta per i diritti umani comporta davvero. Sono particolarmente felice della scelta di Michelle Yeoh per il ruolo principale, perché spesso questa grande attrice non ha l’occasione di recitare, ma solo di mostrare le sue (straordinarie) qualità in scene d’azione e combattimento.
«The Rescuers» (I soccorritori) – documentario, regista: Michael King.
L’amicizia fra lo storico dell’Olocausto Sir Martin Gilbert e l’attivista ruandese contro il genocidio Stephanie Nyombayire: questi due, un anziano signore e una giovane donna, hanno viaggiato insieme in tre continenti per raccogliere testimonianze dei sopravvissuti ed onorare i coraggiosi “soccorritori” che hanno salvato migliaia di vite durante l’Olocausto e in Africa. Nel trailer si vede Stephanie portare fiori sulle tombe della sua famiglia (interamente sterminata) mentre riattesta la sua fiducia nella vita e negli esseri umani. E’ una di quelle persone che mi piacerebbe abbracciare, ma visto che non succederà potreste almeno, esimi cinematografari, farmi vedere il film?
“Il sole dentro” di Paolo Bianchini,chi è grandicello ricordera’ “La grande quercia”…Questo film è stato presentato in anteprima in Africa,nei villaggi dove è stato girato…non so se mi spiego…
Per l’autunno, tra le attività del Circolo del cinema “Liberazione” (che fa capo alla Cineteca sarda), stiamo pensando ad una rassegna sull’Africa. Potrei proporre di inserire “Black Butterflies” e “The Naked Option”, così potresti vederli sullo schermo “medio” della nostra sala… A proposito, diversi appassionati di fantascienza ci hanno chiesto se è previsto un altro tuo intervento: hai fatto faville e la voce si è sparsa…
ringrazio Giulia e vengo sempre volentieri a Cagliari (se poi devo parlare di fantascienza il mio repertorio è QUASI inesauribile)
però siccome l’articolo è di Maria G. Di Rienzo, fossi in voi – mi è parso di vedere una maggioranza di donne alla Cineteca sarda – penserei con lei (se è disponibile) a una rassegna mooooooolto particolare: film vecchi e nuovi di/su donne che il mercato ha del tutto oscurato; insomma “Le donne invisibili”, come appunto si intitolava un famoso racconto di fantascienza…
asibiri (db)