La Giornata mondiale contro la Tratta di esseri umani

di Gianluca Cicinelli

L’8 febbraio 2021 è la Giornata Mondiale di Preghiera contro la Tratta lanciata da Papa Francesco. Permettetemi di aggiungere alla preghiera religiosa, che non pratico, una riflessione molto laica e umana su dei numeri impressionanti. Ancora una volta, quando si tratta di situazione e persone che non interessano quasi nessuno i numeri dobbiamo apprenderli dalla Caritas, come già avviene per i poveri e tutti gli emarginati.

Nel Rapporto Immigrazione pubblicato lo scorso anno a ottobre il fenomeno è valutato in 40 milioni di vittime, il 60% di loro usate a scopo sessuale. Ogni dieci donne sette sono bambine e un terzo del totale delle vittime sono minori. L’Italia, che geograficamente rappresenta il primo Paese dove approdano le vittime provenienti dall’Africa dopo essere passate per la Libia, è coinvolta nel fenomeno
mondiale con circa 30 mila persone rapite e vendute. Si tratta in prevalenza di persone nigeriane, albanesi, russe e ucraine e di molti altri paesi dell’est Europa e persone di etnia Rom. Le vittime accertate propriamente italiane sono calcolate in 1660, ma dobbiamo aggiungere quelle la cui scomparsa non viene nemmeno denunciata, il 13% delle quali minorenni.

Vorrei capire perchè sia lasciato alla chiesa cattolica e lo dico con grande rispetto per la loro iniziativa, l’appello alla riflessione e su un fenomeno che ci riguarda tutti. Il motivo è lo stesso per cui sono rimaste soltanto le organizzazioni a carattere religioso a occuparsi di chi non produce reddito, non c’è più posto nè attenzione nella società attuale per chi non è visibile sui mezzi d’informazione principali. Le
vittime della tratta non danno luogo a polemiche infuocate sui social, non fanno parte dei prodotti interni lordi dei paesi ricchi e quindi via, un colpo di gomma che cancella e il problema resta confinato alle coscienze che trovano conforto nella religione.

Se una volta si parlava di “ipocrisia cattolica” oggi è prevalente nella società l’ipocrisia laica, perchè non è affatto vero che le vittime della tratta non producono reddito che poi influisce anche sui Pil nazionali. Il giro di affari è calcolato in 150 miliardi di dollari l’anno. Se vogliamo fare finta che buona parte di questi proventi non vadano a finire in società legalmente quotate nelle varie borse mondiali possiamo tranquillamente girare la testa dall’altra parte e fare finta che il fenomeno non esista.

Per trovare cifre e dati relativi alla tratta in Italia oltre al lavoro di ricerca della Caritas abbiamo un’altra sorpresa, visto che dobbiamo arrivare al sito della Ambasciate e dei Consolati Usa in Italia per avere qualche informazione in più.
“Il Governo italiano – scrive – non soddisfa i criteri minimi in diversi aspetti fondamentali. Le autorità hanno riportato un calo del numero di indagini, procedimenti giudiziari e condanne per il reato di tratta di esseri umani rispetto al periodo oggetto del precedente rapporto (si parla del 2019, ndr) e non hanno fornito dati sulle pene comminate. Il Governo ha continuato a non avere un piano d’azione nazionale e non ha applicato in modo coerente il meccanismo nazionale per l’identificazione e l’assegnazione delle vittime ai servizi di assistenza”.

Esiste nel nostro Paese una legge contro la tratta, la 228 del 2003 che ha introdotto pene tra gli 8 e i 20 anni verso chi si macchia di questo crimine ed esiste l’articolo 600 del codice penale che prevede analoghe sanzioni per la riduzione e il mantenimento in schiavitù di altri esseri umani. Secondo il ministero dell’Interno e quello della Giustizia nel 2019 sono state indagate 135 persone per questi reati contro le 314 del 2018 e le 482 del 2017. I dati sempre relativi al solo 2019 mostrano che con queste accuse sono stati condannati in primo grado 42 trafficanti di persone, contro i 46 del 2018 che però comprende anche il giudizio in appello. E’ evidente la mancanza di un contrasto realmente efficace in Italia a questo miserabile traffico.

Il Dipartimento Pari Opportunità ha da due decenni attivato come strumento il numero verde 800290290, funzionante 24 ore al giorno e 365 giorni l’anno per aiutare le vittime e osservare il fenomeno. Ma l’individuazione delle persone vittime di tratta resta molto problematica. Le Ong chiamate ad aiutare il governo nel monitoraggio e lo stesso Dipartimento ammettono che esiste una disomogeneità d’interventi tra nord e sud d’Italia a discapito del sud.

Uno dei problemi evidenziati dalle Ong riguarda le politiche di respingimento dei migranti messe in atto dall’Italia che sottopone a un esame frettoloso e inaccurato le vittime di tratta che chiedono asilo da noi.
Numeri impressionanti, ricavi da capogiro per i trafficanti, molto oltre il traffico di droga. E io devo continuare a capire per quale motivo queste riflessioni debbano essere messe a fuoco da una giornata di preghiera e non vengano riprese dallo Stato laico come informazione da proporre a tutti i cittadini.

ciuoti

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