Paul Polansky: «Il presidente del Kosovo»
217esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)
Il presidente del Kosovo
Un barbone serbo
che si è dichiarato
presidente del Kosovo
siede ogni pomeriggio
su una panchina di legno
di fronte
alla stazione di Plementina
facendo cenni ad ogni veicolo
che passa.
Quando il Presidente del Kosovo
agita il suo logoro cappello di pelliccia
verso le Jeep scintillanti delle ONG,
si può vedere che la sua faccia bruciata dal sole
sembra una mappa in miniatura
del suo paese,
fino alle cicatrici
che sembrano crateri di bombe.
Ieri, il presidente del Kosovo
portava attorno al collo un grande cartello,
scritto in inglese. Diceva:
IL MIO ULTIMO CAMPIONE DI URINA
È RISULTATO POSITIVO
ALLE SCORIE
NUCLEARI RIPROCESSATE.
GRAZIE AMERICA
PER AVERMI RESO LE PALLE
FOSFORESCENTI AL BUIO.
[traduzione di Valentina Confido]
NOTA BIOGRAFICA – tratta dal sito «Laboratori poesia»
Fotografo, documentarista, operatore culturale e sociale, antropologo e romanziere: Polansky è stato tutto questo, ma soprattutto è stato un poeta. Un poeta con una grande passione per la boxe. La poesia e la boxe danno vita ad un binomio bizzarro che racchiude tutta la grinta di quest’uomo che si trasferì a Madrid, nel 1963, anno in cui scelse di disertare, ribellandosi al sistema di leva allora vigente negli Stati Uniti per reclutare soldati destinati a combattere la guerra del Vietnam.
Dopo gli studi universitari, in Europa, Polansky iniziò un viaggio alla scoperta delle sue origini, un viaggio che lo portò ad esplorare per oltre vent’anni la comunità degli Zingari, con cui visse in Est Europa, in qualità di antropologo. Polansky filmò e pubblicò oltre quattrocento racconti orali di Zingari stabilitisi in oltre diciannove Paesi diversi. Inoltre si batté sempre per i Rom kosovari ed è questo che lo rese principalmente noto a livello internazionale. Nel 2004 è stato insignita da Günter Grass del prestigioso premio Human Rights Award. E’ morto in Serbia il 26 marzo scorso.
In “bottega” cfr Paul Polansky .. esilio nomade e poesia, Resistere nonostante…, Pugni ai fianchi.. la poesia di Paul Polansky e Paul Polansky.. Homeless in America.. Voci dalla strada ma anche Su «La mia vita con gli zingari» di Polansky
QUESTE DUE FOTO SONO RIPRESE DA https://www.facebook.com/AlbertoMasala
(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da oltre 15 anni invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie inviate quella da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni. [db]