DISCANTO di GAROFANI ROSSI
a Sante Notarnicola e Paul Polansky
di Sandro Sardella
DISCANTO di GAROFANI ROSSI
(a Sante Notarnicola e Paul Polansky)
1
Caro Sante Caro Paul
ve ne siete andati
quando la fioritura del ciliegio selvatico è esplosa
quando i merli novelli stanno imparando a volare
quando me ne stavo a preparare il terreno
per le cipolle e le patate
Caro Sante il tuo sguardo deciso e mite
Caro Paul il tuo sguardo morbido e indagatore
ragazzi di vita
voi avete messo in movimento
l’autonomia e la libertà delle vittime
voi maestri di ideali di scelta
di parte di dignità
mi avete irrobustito
le vostre parole oltre i divieti e le censure
con stile povero e suntuoso
hanno sconfinato muri e filo spinato
hanno lottato contro l’indifferenza e
contro il razzismo
la vostra scrittura ha alimentato la mia
ha creato una viva rete di dissenso
di opposizione
al marciume imperante
nel “Silenzio dei violini”
ne’ “L’evasione impossibile”
2
dopo marx aprile
la strada delle vostre parole
non tace
nutre il cuore
garofani rossi abbracciati
nel soffio piovoso
nel tempo della sconfitta
baciano la terra
nella vergogna della sera occidentale
riemergono
non cancellate tracce di
arrogante fascismo
la macchia di sangue
nel cerchio di gesso sul muro
è viva
nell’aprile del ’45 italiano
nell’aprile del ’75 portoghese
nella caduta delle dittature
garofani rossi sul petto
tra i capelli e nella canna del fucile
nell’aprile che travolse il gelo
il grigiore l’ipocrisia l’ingiustizia di classe
garofani rossi nel pandemico tempo
tra le macerie la rabbia e la speranza
garofani rossi nello smarrimento
non spengono
sfidano il silenzio dei corpi
garofani rossi
abitano il vento
con fertili provocazioni
appassionatamente
Garofani rossi da coltivare, da crescere, da cogliere. E non perché craxiani. Tutt’altro. Perché noi siamo esseri che si propende alla libertà nel disvelamento. La poesia non occulta, illumina e dilata l’area della coscienza, dissoda la terra insanguinata della storia ridando voce agli scomparsi, ai dimenticati che rimossi riscrivono la “storia dei vincitori”. Ma noi, ancora noi e, non sempre in maggiore fors’anche in tonalità minore, come fa Sandro Sardella si decide di contrastare ogni rimozione, ogni silenzio che incombe sulla strage degli innocenti, dei senza terra, degli apolidi tutti. Già, perché le soppressioni da parte dell’uomo “conquistatore e eugenetico” del secolo scorso sono tante e indicibili. E razionali: sono state solo nazifasciste!? Provate a chiederlo ai pellerossa, agli aborigeni, ai maori, agli zingari, agli armeni, ai palestinesi, ai migranti di tutte le epoche, etc. etc. Nell’itinerario percorso da Sante Notarnicola e Paul Polansky si manifestano vari gradi d’illuminazione che si concretizzano nella presa di coscienza necessaria per muovere contro l’ingiustizia. E questa è la lezione che il “discanto dei garofani deliziosi e belli” e Sante e Paul realizzano: inutile parlare di libertà in un mondo in cui l’ingiustizia impera ed è precetto, fondamento costitutivo del potere.