Pandemia: attacco agli indiani
di Gianluca Cicinelli
Finalmente abbiamo un nuovo nemico: gli indiani. Non quelli del generale Custer ma quelli dell’India, che lavorano in prevalenza nell’agricoltura italiana, mobbizzati e schiavizzati per tre euro l’ora spaccandosi la schiena. “Incubo superdiffusori”, “Sick sotto osservazione”, “Indiani in isolamento senza cibo e interpreti”, “Cordone sanitario”. Questi alcuni dei titoli di ieri e oggi sui giornali, che fanno il paio con i titoli contro i cinesi in Italia di inizio pandemia. Per mesi ce ne siamo allegramente fregati dei danni del virus in India come nel continente africano; oggi, di fronte alle cataste di morti cremati nelle strade dell’India, la nostra preoccupazione non è di umana solidarietà e intervento nè di protesta per come le autorità di quel Paese hanno gestito il covid reprimendo la popolazione che chiedeva interventi sanitari. No, a noi – ad alcuni di noi – interessa creare una nuova figura di untore, qualcuno a cui addossare colpe che non ha, disgraziati che a causa delle condizioni indegne in cui sono costretti a lavorare spariscono dai radar del monitoraggio e della contenzione della pandemia.
La variante indiana del covid è una sorpresa soltanto per chi legge i giornali italiani, sono mesi che il New York Times e Le Monde, per fare due esempi, raccontano la gestione criminale della pandemia da parte del governo di New Delhi. La variante indiana, secondo gli esperti, per una volta concordi, è una normale mutazione del virus e molte altre varianti si aggiungeranno a questa. Speranza ha giustamente chiuso i voli con l’India e questo conterrà la diffusione. Il vero articolo che doveva derivare da questa situazione e che non si trova sui giornali, anzichè quelli cripto razzisti sugli indiani, doveva essere: le riaperture adesso sono una grande e pericolosissima cazzata. Ma noi preferiamo prendercela con gli indiani. Augh!
Mi hanno girato, sulla situazione in India, un appello dell’associazione Platone, che di India si occupa da anni: https://www.cralregionesardegna.it/nullam-malesuada-erat-ut-turpis/
La situazione indiana è precipitata.
Da Mumbai una cara amica ci dice di essere terrorizzata, ci racconta che in India si considerano colpevoli i politici che negli ultimi tempi hanno fatto comizi senza alcuna precauzione.
Poi il Kumbamela che avrebbe dovuto essere tra un anno mentre è stato anticipato.
Le accuse piovono da tutte le parti, ma non si può giudicare un popolo che non si conosce, un popolo così diverso da noi occidentali.
Si dimentica l’immensità del territorio indiano e la quantità di persone che lo abitano. 1.390.000.000 unmiliardotrecentonovantamilioni di persone. Negli anni ho sentito fare paragoni con l’Italia, i numeri stessi non lo consentono. In Italia siamo 59.000.000 cinquantanovemilioni, il 4,25% rispetto al popolo indiano.
Noi siamo in costante contatto con le tante persone a cui siamo legati lì e non solo in Kerala dove la situazione è grave, ma ancora gestibile. L’occidente non sempre considera il livello di miseria e ignoranza spaventosa che impera su tutto il territorio e di come ovviamente gli ospedali non siano idonei alla tragedia in corso.
Stiamo cercando di capire come poter intervenire al più presto. Vorremmo aiutare al meglio. Per ora speriamo che vogliate sostenerci economicamente sia per comprare cibo per i poveri oggi ancor più poveri sia per acquistare qualora ci fosse possibile ventilatori o bombole ossigeno o…Grazie per l’aiuto, la presenza, l’amore verso l’umanità.
La Fondatrice Valeria Viola Padovani
29 Aprile 2021