Non si muove neanche una mosca per la guerra nel Tigray

di Marco Barone (ripreso da www.agoravox.it)

Forse non sono situazioni comparabili, forse sono due situazioni completamente diverse, ma in comune hanno l’odore, la puzza, la violenza, della guerra. Nel mondo ci sono guerre e guerre. Guerre che non interessano e non sconvolgono l’umanità, guerre che fanno perdere il sonno all’umanità. Dipende. Da una molteplicità di fattori, di interessi, in campo. Nel Tigray, dal un paio d’anni, si stanno registrando  massacri enormi in un conflitto iniziato dopo che il TPLF (Tigray People’s Liberation Front) ha vinto elezioni definite illegali nella regione del Tigray.

Il presidente etiope, premio nobel per la pace – che dovrebbe restituire – Ahmed, dopo aver definito come illegale quel governo, che si è costituito con delle elezioni contestate, ha scatenato una durissima repressione militare. E come in tutte le guerre, non si salva nessuno. Atrocità avvengono su entrambi i fronti come denuncia l’ultimo rapporto pubblicato da Amnesty International.

In tutto ciò, nonostante a fasi alterne qualche media si ricorda di quanto lì sta accadendo, per poi spegnere nuovamente i riflettori, il mondo teme uno scoppio di una guerra come se queste già non ci fossero. Come se nel mondo non ci fossero guerre. Nel Donbass dal 2014 ci sono state quasi 15 mila vittime, tra militari e civili. Si rischia uno scontro militare tra NATO e Russia come mai successo nella storia, vero. Ognuno avrà le sue ragioni, o torti, come sempre: la Russia di non voler essere assediata dalla NATO e di volere una zona cuscinetto; la NATO, che ha ritrovato un proprio senso di esistenza, sostiene che la Russia è una minaccia per l’Occidente, e nel mentre di tutto ciò, tra forze nazionaliste reazionarie che si fronteggiano, come sempre, chi ci va di mezzo, sono i civili e la povera gente.

Nel mondo non tutte le guerre hanno lo stesso peso, la stessa valenza, dipende se si combatte sotto casa o meno in una società che continua a ripetere sistematicamente sempre gli stessi errori, sarà forse perché alla fine siamo maledettamente diabolici.

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Redazione
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Un commento

  • E’ quello che abbiamo sostenuto anche noi nelle iniziative qui a Udine. Domenica siamo stati presenti e intervistati, stranamente, nella manifestazione a favore dell’Ucraina. Nelle precedenti iniziative pubbliche poca udienza e nessun interesse.

    Inutile la guerra in Etiopia non interessa nessuna da queste parti del mondo,,,

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