Triangle of Sadness – Ruben Östlund

(visto da Francesco Masala) il film di Ruben Östlund, immeritata Palma d’Oro al festival di Cannes e un bel corto dal Libano

una storia in tre parti, nella prima due fidanzati bisticciano un po’ per chi doveva pagare al ristorante;

nella seconda parte siamo su una crociera in un maxi yacht (preso in affitto dalla famiglia Onassis), i due fidanzati sono ospiti in un viaggio per ricchi, schifosamente ricchi, tra cui il re della merda e una coppia di anziani proprietari di una fabbrica di armi, il capitano è uno che lavora di controvoglia, la cosa più importante che fa è una gara di citazioni politiche con il re della merda.

la terza parte, la meno noiosa, è anch’essa banale, l’isola apparentemente disabitata vede un’inversione dei rapporti di potere e prestigio e forza dei sopravissuti al naufragio, la serva diventa padrona, ma questo non basta a farne un film sulla lotta di classe (ridateci SnowpiercerOld e Parasite!!!).

la fotografia è ottima, il resto banalotto, divertente, a volte, simpatico, a volte, niente più.

la carta da pacchi è molto bella, dopo averla scartata c’è un pacco.

vedere per credere, e, come dice Clint, le opinioni sono come le palle, ognuno ha le sue.

buona (sabbiosa) visione.

https://markx7.blogspot.com/2022/11/triangle-of-sadness-ruben-ostlund.html

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *