Furundulla 151 – Buttiamo la chiave…
…e buttiamo anche le porte!
di Benigno Moi
Assodato che le vignette non vanno spiegate… ma sono un sasso buttato come spunto di riflessione, per ogni vignetta almeno un link (forse)
Buttiamo la chiave!
Nel 1983, mi fu chiesto di scrivere una breve presentazione dei miei disegni che dovevano essere esposti a Parma in occasione del Convegno “Liberarsi della necessità del carcere” promosso dal grande Mario Tommasini. Introdussi la presentazione con la citazione di una frase che mi aveva colpito molto. Era l’inizio della recensione che il critico del Corriere della Sera Giovanni Grazzini fece del film “L’argent“, di Robert Bresson (presentato quel maggio al Festival di Cannes). Riprendo lo stralcio dal dattiloscritto di allora.
La piramide anarchica
Certo che esiste la Piramide anarchica!
Lo prova questo documento egiziano (che di piramidi ne sanno) in mano a Nordio, in cui si nota bene la A anarchica (che altri non è che una piramide… appunto).
Inoltre, nel disegno a sinistra, si critica aspramente la Giustizia, paragonando i giudici a una scimmia! E in quello a destra (dove si vede la A cerchiata) si incita esplicitamente all’evasione…
PS: chiedo scusa anticipatamente al Libro dei morti di Maiherperi, non vorrei se ne avessero a male, ma nel caso prendetevela con Nordio)
La Giuventus è sempre la Giuventus
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L’origine del nome dato alla rubrica Furundulla si può invece scoprire qui: hastagasa
Buttiamo la chiave.
Ridiamo senso e significato alle cose. E alle parole che definiscono queste cose.
La chiave è innanzitutto oggetto e simbolo di chiusura. Serra porte e cancelli, sportelli, cassetti e portiere. Anche quando apre, apre solo quanto è stato chiuso dalla stessa chiave. Non può aprire ciò che è stato chiuso da un’altra chiave o da un altro qualcosa.
Anche quando diventa simbolo di speranza, come per i Palestinesi del 48 che ancora conservano le chiavi delle case da cui sono stati cacciati dalla Nabka, anche in quel caso è il mezzo per riaprirle quelle porte, e poterci tornare.
Anche quando sembra il mezzo per riaprire una strada, una possibilità, lo è proprio perché può riaprire qualcosa che è stato chiuso.
La chiave è ciò con cui serriamo cancelli e porte, portiere, sportelli e lucchetti, per chiudere fuori ciò che ci fa paura; per chiuderci noi dentro e “difenderci” da ciò che ci fa paura; per chiudere e proteggere le nostre cose, la nostra roba, da altri che non sentiamo noi. Questo è la chiave, anche quando è immateriale, come la combinazione di una serratura o (forse quella oggi più diffusa) come una password, apre solo ciò che essa stessa ha chiuso, nient’altro. Ho fatto anche l’architetto nella mia vita e so che la chiave è anche il manufatto che può reggere una volta, una struttura; e se questa struttura è qualcosa che vogliamo non si regga più, anche in quel caso la chiave è da buttare.
E allora si, mettiamola su una bella campagna per BUTTARE LA CHIAVE.