in un villaggio (e in una zona) della Nigeria la vita va come sempre a memoria umana, una vita di tradizioni, usanze, economia di sussistenza, la prima parte del romanzo racconta la storia di queste persone e di questo villaggio, non è un paradiso, ma ha le sue regole, che piacciano o no, che funzionano e che danno una stabilità a quelle persone.
a volte le regole sono crudeli, ma così va il mondo, più che i diritti umani (come li intendiamo nei paesi occidentali) contano le regole che fanno funzionare la vita di quel popolo (per esempio si può leggere Il codice della vendetta barbaricina, di Antonio Pigliaru).
e ci sono amore, convivenza, comunità, è un mondo come tanti, dappertutto.
e poi arrivano i maledetti, con la croce e il fucile, si installano, cominciano a seminare le loro erbacce velenose, sono gli occupanti che portano i loro (dis)valori, il loro sistema giudiziario, il loro esercito, il capitalismo.
un libro (primo di una trilogia) che racconta una storia di quello che è successo, a Umofia, con lo sguardo delle vittime, scritta benissimo.
se non lo leggi non sai cosa ti perdi.
https://stanlec.blogspot.com/2023/10/le-cose-crollano-chinua-achebe.html