Nicaragua: orteguismo, ovvero la mancanza di senso del ridicolo

La fedeltà eterna e incondizionata è l’unica scelta lasciata dalla coppia al potere.

di Bái Qiú’ēn

Non siam più la Comune di Parigi / che tu, borghese, schiacciasti nel sangue; / non più gruppi isolati e divisi, / ma la gran classe dei lavorator (Arturo Pedroni detto Spartaco, militante antifascista di Reggio Emilia).

Alla fine di agosto di questo anno di grazia 2024 otto militanti orteguisti sono stati accusati dal Ministerio Público o Fiscalía (l’equivalente della nostra Procura della Repubblica) di furto ai danni della popolazione nicaraguense. Nel comunicato ufficiale del 30 agosto si legge tra l’altro che «Dalle prove raccolte [dalla Polizia Nazionale] è emerso che i coimputati, avvalendosi dei loro ruoli presso enti pubblici e/o statali, si sono appropriati di fondi del tesoro dello Stato, destinati alla concessione di crediti a produttori, imprenditori, proprietari di piccole imprese nei settori urbano e rurale, fondi che erano diretti a migliorare la qualità e la competitività dei loro prodotti». Naturalmente il Ministerio Público ha stabilito per tutti otto il carcere preventivo in attesa di giudizio.

È la prima volta in quasi venti anni di potere che la coppia Reale ordina degli arresti per malversazione di fondi pubblici, tanto che la Contraloría General de la República (la locale Corte dei Conti) è stata ripetutamente quanto inutilmente tacciata di inoperatività, pur essendo sotto gli occhi di tutti la corruzione generalizzata e galoppante.

Naturalmente la Fiscalía afferma di essere in possesso di prove sufficienti per sostenere l’accusa e svolgere il relativo procedimento giudiziario. Nessuno lo mette in dubbio ma una scommessa sicuramente vincente è quella che mai saranno rese pubbliche se non in modo vago e generico.

Il primo pensiero che viene alla mente è che quando il Fiscal (Pubblico Ministero) è direttamente sottoposto ai voleri e agli ordini del governo (come vorrebbe la riforma del nostro buon “garantista” Nordio) e non esiste la separazione dei poteri, la giustizia opera a seconda degli ordini che riceve dall’alto e l’autonomia della magistratura si trasforma per forza in una mera utopia. Nel Nicaragua orteguista si opera come se non esistessero esempi storici più che negativi a questo proposito: non soltanto i processi di staliniana memoria ma persino quello contro Alfred Dreyfus nella Francia di fine Ottocento! C’è da dubitare che a El Carmen conoscano un po’ di storia e quel po’ che conoscono la adattano alle immediate convenienze: la manipolazione del passato, perché «chi controlla il presente, controlla il passato» e «chi controlla il passato, controlla il futuro».

La vera colpa di questi otto personaggi (definiti ufficialmente «grupo delictivo», esprimendo un verdetto di colpevolezza già prima del processo, in barba all’art 34 comma 1 della Costituzione della Repubblica del Nicaragua) è quella di far parte del gruppo di riflessione politico-ideologica “La Comuna” su Whatsapp, coordinato da Carlos Fonseca Terán, ai domiciliari dal precedente 26 agosto assieme alla moglie Arlen Yahoska Cuadra Núñez. Per ora pare che non sia stato incarcerato (anche se alcune voci affermano il contrario), ma è stato privato di cellulari, computer e qualsiasi mezzo di comunicazione. Solo con il permesso della polizia e solo in circostanze eccezionali può uscire dalla propria abitazione nel Reparto Lomas del Valle (Managua). Come si diceva all’epoca dell’Unione Sovietica: pare caduto in disgrazia e si vedrà in seguito se potrà tornare alla propria vita normale o se gli accadrà qualche altro guaio.

Tra loro, questi orteguisti si scambiavano commenti politici ma soltanto tre lavoravano al MEFCCA (Ministerio de Economia Familiar, Comunitaria, Cooperativa, Asociativa) e avrebbero potuto avere accesso alla documentazione per realizzare la frode e la corruzione a favore di parenti e amici, reati di cui sono accusati (e, in un Paese civile, dovrebbero essere considerati innocenti fino a giudizio definitivo). Gli altri sono docenti o funzionari universitari, economisti, avvocati e persino un artista che si esibiva con altri colleghi in bar e in luoghi d’incontro, facendo satira filo-orteguista.

Un altro componente della «banda delinquenziale» è il giovane poeta Ernesto Rafael Paredes Pérez, strenuo difensore della coppia Reale sui social e marito della giovane cantante María Alfonsina Martínez (quella che canta regolarmente Soberanía nelle manifestazioni orteguiste, ma tra i numerosi artisti che si sono esibiti il 19 luglio in occasione del 45° anniversario della Rivoluzione, non si era vista). In occasione del compleanno di Daniel, lo scorso 11 novembre, questo “poeta” pubblicò in rete questo omaggio: «Hacedor de relámpagos en alumbrado público. Traductor de tormentas en parques, alimentos, abrazos y mucha alegría. Feliz cumpleaños, Comandante [Creatore di fulmini nell’illuminazione pubblica. Traduttore di temporali nei parchi, vivande, abbracci e tanta allegria. Buon compleanno, Comandante]». Non erano rari i poetastri che nel nostro Rinascimento compilavano elogi al signorotto mecenate che li manteneva oziando alla propria Corte. Peccato che la maggior parte di loro non sia sopravvissuto nella memoria della storia letteraria e sia noto soltanto agli “addetti ai lavori”. Al contrario, l’opera di un esiliato politico a vita è un capolavoro noto a livello mondale: si chiamava Durante degli Alighieri, detto Dante.

Tornando all’attualità, per quanto tutti filo-orteguisti dichiarati, si sa che nel gruppo “La Comuna” alle volte sorgevano blande critiche rispetto a talune decisioni della coppia reale. Dal canto suo, fin dai primi giorni dell’esplosione sociale del 2018, Carlos Fonseca Terán si era schierato con Daniel, Rosario e tutti i cortigiani al seguito. Per il momento, per lui pare che non si siano ancora aperti i portoni del carcere. Basta però un piccolo “ma” o un infimo “se” appena sussurrati per entrare nella categoria dei vendepatria (o dei corrotti) e tutto ciò che si è fatto in precedenza finisce alla Chureca*. La fedeltà eterna e incondizionata è l’unica scelta lasciata dal potere orteguista. Nel frattempo i deputati dell’Asamblea Nacional stavano “discutendo” la riforma del Codice Penale, con la creazione di nuovi reati, per fornire un quadro legale ai soprusi commessi dal Potere a partire dal 2018 (come gli espropri illegali di proprietà appartenenti agli esiliati).

In relazione agli arresti del 2018-2021, nel corso di una intervista, alla domanda se questi fossero politicamente controproducenti, nel giugno del 2021 Carlos Fonseca Terán aveva candidamente risposto: «Por supuesto que políticamente es contraproducente. Sin embargo, esa no puede ser una razón para no aplicar la ley. Nosotros tenemos que respetar nuestro propio estado de derecho y por eso estamos dispuestos a pagar los costos que sea necesario [Ovvio che è politicamente controproducente. Tuttavia, ciò non può costituire un motivo per non applicare la legge. Dobbiamo rispettare il nostro Stato di diritto (sic!) ed è per questo che siamo disposti a pagare i costi inevitabili]».

Essendo inverosimile, persino per il più ottuso sostenitore dell’orteguismo, accusare di tradimento il figlio del fondatore del FSLN, dirigente del partito in varie posizioni apicali, e i suoi sodali orteguisti di Whatsapp, con un colpo di bacchetta magica si fa uscire dal cilindro il coniglietto bianco con l’accusa di furto, truffa, corruzione, appropriazione indebita di fondi pubblici… Imputazioni ancora meno credibili del tradimento, ma più “potabili” per la militanza sandinista che da tempo mugugna ed è sempre più insoddisfatta della realtà fattuale.

Il senso del ridicolo non sfiora minimamente l’orteguismo che, pur di restare al potere, non esita ad attuare sempre e comunque la famigerata “legge” del fine che giustifica i mezzi, anche se moralmente e politicamente discutibile.

Il comunicato ufficiale del Ministerio Público, oltre a non nominare Carlos Fonseca Terán e a non specificare le accuse per ogni singolo personaggio, aggiunge che «Per raggiungere i loro scopi, i coimputati hanno ideato una rete criminale, nella quale ciascuno, a seconda delle funzioni svolte, ha fatto ricorso a informazioni riservate». Affermazione che fa scappare da ridere ai polli: chissà quali informazioni riservate ha potuto raccogliere e utilizzare Cristhian Eduardo Bermúdez (Roque), un comico che si esibiva in vari locali di Managua? Chiacchiere da bar, probabilmente.

Per la cronaca né Carlos Fonseca hijo né la moglie sono ancora formalmente incriminati di alcunché e nessuna istituzione preposta ha comunicato ufficialmente il loro arresto domiciliare de facto. Grazie alle sue generalità registrate all’anagrafe, proprio in quanto figlio del fondatore del FSLN e lui stesso dirigente storico del partito, l’orteguismo lo ha infatti utilizzato dal 2018 a ieri per legittimarsi nei confronti dei combattenti sandinisti storici (una sorta di “foglia di fico” per tentare di coprire le proprie vergogne). Non meraviglierebbe se, pur assai più giovane di Humberto Ortega, pure lui venisse ricoverato all’Ospedale Militare per infermità croniche, ma difficilmente sarà sottoposto a un processo pubblico sebbene fosse il coordinatore del «grupo delictivo». (Qualcuno riesce a immaginare l’arresto in carcere di tutti i componenti del Cartel de Sinaloa e i domiciliari senza imputazioni al capo?).

Tempo perso cercare informazioni sui siti orteguisti, oltre il comunicato ufficiale del Ministerio Público. Il Ministero della Verità (MINIVER), gestito direttamente da Rosario non ha tempo né spazio per queste quisquilie. Spiegare, chiarire, motivare è una perdita di tempo. Almeno fino a quando la marea di commenti sussurrati più o meno a mezza voce avrà sommerso l’intero Paese.

Il messaggio è chiaro e inequivocabile: nessuno è al sicuro. Chiunque può essere accusato di un qualunque delitto se si azzarda a criticare gli inquilini di El Carmen e le loro decisioni.

Chissà se in cuor suo, in queste ultime settimane, Carlos Fonseca hijo ha ricordato le parole di Winston Smith alla conclusione di 1984: «He loved Big Brother»? Caso mai mentre osservava sconsolato uno dei cartelloni giganti che tappezzano Managua e ritraggono Daniel e Rosario sorridenti e benedicenti, perché con loro in Nicaragua tutto procede per il meglio e continua ad avanzare.

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In teoria sia i messaggi sia le videochiamate in Whatsapp sono super-sicuri, stando almeno a ciò che afferma Meta di Mark Zuckerberg e soci. Da alcuni anni, però, si sa che con il famigerato software Pegasus è possibile sottrarre tutte le informazioni contenute in un account. Pegasus è stato sviluppato dal NSO Group, azienda di armi informatiche (armi!) fondata nel 2010 in Israele, con sede a Herzliya poco a Nord di Tel Aviv. Questa società ha più volte dichiarato che non vende i propri prodotti ai privati cittadini ma soltanto ai governi, per combattere il terrorismo e la criminalità organizzata. È un sistema in grado di leggere da qualsiasi cellulare le e-mail, individuare i siti Internet visitati, ascoltare le chiamate, individuare tutti i contatti e via dicendo.

Tralasciando il fatto che il gruppo “La Comuna” non pare terrorista né un’organizzazione criminale, numerose sono state le denunce in varie parti del mondo per cellulari infettati con Pegasus e, guada caso, appartenevano immancabilmente ad attivisti politici e soprattutto a difensori dei diritti umani, ma pure a giornalisti e a personaggi politici. Numerosi governi hanno infatti acquistato la licenza per utilizzare questo prodotto tecnologico.

Tanto per sprecare inutilmente un po’ di spazio: l’art. 26 comma 2 di quel pezzo di carta straccia che pomposamente è denominato Costituzione della Repubblica del Nicaragua afferma perentoriamente che «Ogni persona ha il diritto […] all’inviolabilità […] della propria corrispondenza e delle proprie comunicazioni di ogni genere».

Per sprecarne un altro po’: l’art. 12 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 afferma: «Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni». Sulla carta questo diritto è valido pure in Nicaragua, in quanto sottoscritto dal super-democratico Anastasio Somoza García (fondatore della dinastia), ma nei fatti è tutto un altro discorso.

Secondo un’inchiesta giornalistica del quotidiano israeliano di sinistra Haaretz però, fin dalla metà del 2018, nel periodo delle proteste popolari spontanee, pure il governo del Nicaragua ha acquistato in licenza questo strumento di controllo (spionaggio sarebbe il termine più corretto). Non è la prima volta che il Governo del Nicaragua è indicato tra quelli che controllano i propri cittadini con l’uso di questo prodotto: già nel 2017 prima delle proteste popolari spontanee, lo avevano affermato due accademici di Argentina ed Ecuador. In seguito, lo ha ribadito pure uno studio del Citizen Lab Institute dell’Università di Toronto. Il che significa che il Governo doveva per forza essere al corrente del piano per il supposto golpe blando.

Naturalmente, per la propaganda, costoro sono tutti al soldo della CIA.

Peccato per questi propagandisti che lo stesso sito Internet di Pegasus InfoCorp dichiari (in inglese, non nella Neolingua) che «Pegasus InfoCorp aiuta a creare software web personalizzati e intraprende soluzioni software di sviluppo web per clienti a livello internazionale. Abbiamo un processo ben definito internamente per soddisfare i clienti in diverse città/stati/paesi in tutto il mondo, incluso il Nicaragua. […] Ora abbiamo anche iniziato a fornire servizi di sviluppo di applicazioni software mobili per clienti in Nicaragua».

Poiché questa stessa impresa afferma di non vendere il proprio prodotto ai privati, logica vuole che restino solo organismi statali ad averli acquistati.

Considerando che il Nicaragua è il secondo Paese più povero del continente latinoamericano, viene da chiedersi: non si potrebbero spendere meglio le migliaia di dollari che ogni anno vengono versate a questa impresa israeliana? Non si tratta di bruscolini per ottenere la licenza: partendo da una quota fissa di mezzo milione di dollari, per spiare dieci cellulari la spesa è di 650mila; per altri cento cellulari si devono aggiungere 800mila dollari. Inoltre, la tariffa annuale per la manutenzione è il 17% di ciò che si è speso nell’anno anteriore.

Anche ammettendo che soltanto i membri del gruppo “La Comuna” (otto + Carlos Fonseca hijo e consorte) siano stati spiati con questo sistema, in base alle tariffe praticate la spesa per l’erario pubblico è stata di 650mila dollari (+ 117mila annui per la manutenzione). In qualunque Paese minimamente civile sarebbe considerato un uso indebito di fondi pubblici.

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Negli ultimi anni il Governo del Nicaragua ha rotto parecchie relazioni diplomatiche (nella Neolingua: sospese o congelate). Ultima in ordine di tempo: il Brasile di Lula. Con lo Stato di Israele e con il governo di Bibi Netanyahu le relazioni pare che siano invece più che ottime (quasi una foscoliana “corrispondenza d’amorosi sensi”), nonostante tutti gli sproloqui pro-palestinesi (sproloqui, appunto): «Il genocidio che commettono quotidianamente a Gaza non è che un pallido riflesso delle sanguinose Crociate e Conquiste degli Imperi, dei Colonizadores e dei Neocolonialisti che ancora, sfacciatamente, pretendono di dettare norme al mondo che non solo non le riconosce, perché non le riconosciamo, e più ancora le condanniamo» (Rosario Murillo a Multinoticias, 28 agosto 2024).

Come dicevano le parole di quella nota canzone? Palabras, palabras, palabras. Palabras, tan sólo palabras… Come rispose Amleto alla domanda di Polonio («Che cosa leggete, io signore?»): «Parole, parole, parole»…

Inutile ricordare che il Governo di Tel Aviv utilizza da anni Pegasus per “sorvegliare” i territori palestinesi e con il denaro che il Nicaragua versa ogni anno all’impresa NSO Group, Tel Aviv fabbrica armi per assassinare i palestinesi: la complicità dell’orteguismo nel genocidio in corso è invece un fatto.

Il governo colombiano di Gustavo Petro già nel maggio di questo 2024 ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele. In compenso, i rapporti del Nicaragua con la Colombia e con il suo presidente non navigano in buone acque. Già il 12 settembre 2023, nell’atto celebrativo per la fondazione dell’Esercito Popolare Sandinista, Daniel accusò il presidente colombiano di tradimento degli ideali rivoluzionari: «Petro, una vergogna. Una vergogna per coloro che hanno combattuto nel Movimento Guerrigliero da lui guidato, per coloro che hanno dato la vita nel Movimento Guerrigliero da lui guidato Ha tradito quel sangue. Dimostra, Petro, che hai una certa dignità e chiudi la base yankee che hai lì in Colombia!». A parte il fatto che se si guardasse allo specchio con un minimo di dignità, dovrebbe riconoscere che lui per primo ha tradito gli ideali di tutti coloro che sono morti combattendo la dittatura somozista per avere un Paese libero e democratico, risulta che neppure il governo de La Habana è ancora riuscito a chiudere la base di Guantanamo e a cacciare i militari USA dal proprio territorio: traditori pure Fidel, Raúl e Díaz-Canel? Il ridicolo della propaganda ha ormai raggiunto e oltrepassato Alfa Centauri.

Intanto a El Carmen si servono della tecnologia e versano migliaia di dollari nelle casse dell’industria bellica israeliana per mantenere il controllo sulla popolazione nicaraguense: la coerenza politica e morale (in una parola: la dignità), purtroppo, non fa parte del DNA dell’orteguismo. E questo è assai peggio della mancanza di senso del ridicolo.

* La Chureca è la discarica generale di Managua. È ubicata nel barrio Acahualinca e occupa una superficie di circa 42 ettari. “Ospita” circa 13mila tonnellate di rifiuti al giorno. Numerose altre piccole discariche sono ubicate in varie zone della capitale.

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