Visavì 16-20 ottobre 2024 – Gorizia Dance Festival – Secondo giorno

SUSANNA SINIGAGLIA

Visavì 16-20 ottobre 2024

Gorizia Dance Festival 5a edizione

Gorizia-Nova Goriça
Secondo giorno

Il secondo giorno, il festival si è svolto quasi tutto a Gradisca d’Isonzo e in siti diversi. Qui ho deciso di concentrarmi sulla visione di Deserto Tattile di Nicola Galli, un artista che amo in modo particolare.

La performance è stata ospitata al Nuovo Teatro Comunale, un elegante edificio che sorge alla fine della via principale del paese, via Ciotti, dove troviamo anche la sede seicentesca del municipio e in fondo, sul lato opposto, la Chiesa della Vergine Addolorata di epoca rinascimentale.

 

 

 

 

 

 

 

Il deserto tattile evoca l’idea di una ricerca solitaria in un mondo sconosciuto, estraneo, forse ostile che si va esplorando palmo a palmo nell’incertezza di che cosa si troverà: riserverà buone o cattive sorprese?

Il performer avanza cautamente nella semioscurità nudo, forse per alludere alla sua condizione di essere inerme e candido – senza pregiudizi, simile a un bambino –, come perlustrando lo spazio con le dita alla scoperta di ciò che lo circonda, per sondare il terreno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un velo bianco separa la scena che il performer percorre avanti e indietro in tutta la sua lunghezza, per poi decidere di attraversare quella specie di confine fra un al di qua e un al di là, attratto dalle luce che se ne sprigiona.

 

Tuttavia una volta varcata la soglia, l’oscurità lo avvolge di nuovo.

E a un tratto una figura si mostra alle sue spalle, incombente, con un lunga propaggine che assomiglia a una lunghissima e sottile proboscide, un naso da formichiere gigante, un arpione minaccioso. Sullo strano essere si erge un piumaggio che gli si snoda per tutta la schiena rendendolo simile a un grosso riccio dalle grandi spine piumose… Il nostro personaggio è sbigottito, non sa come reagire alla strana e inattesa presenza.

Nel corso del gioco che si stabilisce fra i due s’instaura, però, una sorta d’intesa e ci sembra di capire che la figura è solo un alter ego del protagonista, una sua proiezione fantasmatica con cui alla fine si riconcilia. Era dunque questo l’oggetto della ricerca?

Si torna a Gorizia dove la sera, al Teatro Comunale Giuseppe Verdi, è attesa la compagnia svizzera Area Jeune Ballet con due lavori: Walls, coreografia di Blenard Azizaj, e We Will Never Give Up On Love, coreografia di Erion Kruja. Entrambi i coreografi sono albanesi ed entrambe le coreografie si ispirano a temi molto attuali.

Walls allude alle barriere che si creano fra esseri umani, alle incomprensioni fra condizioni diverse che impediscono di accogliere l’altro; anzi lo si rifugge quasi temendo il contagio di uno stato di deprivazione, svantaggio sociale e materiale, fino a considerare l’altro alla stregua di un nemico. Ne nascono chiusura, esclusione, cecità. E qui le immagini parlano più di qualsiasi esposizione fatta di parole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il secondo lavoro è la parafrasi di un libro, Never Give Up On Love di Phyllis-Jean Robinson pubblicato nel 2004, e titolo di una canzone di Alex Gaudino. Il coreografo considera i danzatori dei veri e propri guerrieri che lottano per la conquista dell’amore in tutte le sue forme,

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

per affermare la forza dell’amore, perché senza amore tutto è devastazione e morte.

La compagnia ha fra le sue caratteristiche la capacità di muoversi spesso come una falange, soprattutto nella seconda coreografia dove sprigiona tutte le sue potenzialità espressive, travolgendo il pubblico con una forza che sembra inesauribile. Inoltre è composta da interpreti poco più che adolescenti, che sprigionano un’energia freschissima e conferiscono ai due lavori un’aura di grande vitalità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La scuola da cui provengono, la Dance Area di Ginevra, prepara allieve e allievi attraverso varie discipline. Oltre al classico e al contemporaneo (i referenti sono Maurice Béjart, Lynn McMurray, Frank Hachett solo per citarne alcuni) vi s’insegna teatro fisico, acrobatica, hip-hop, pilates e yoga in modo da formare dei veri e propri artisti, autonomi e creativi; ma vi s’impara anche il rispetto, la disciplina e l’umiltà. E il risultato si è visto.

Susanna Sinigaglia
Non mi piace molto parlare in prima persona; dire “io sono”, “io faccio” questo e quello ecc. ma per accontentare gli amici-compagni della Bottega, mi piego.
Quindi , sono nata ad Ancona e amo il mare ma sto a Milano da tutta una vita e non so se abiterei da qualsiasi altra parte. M’impegno su vari fronti (la questione Israele-Palestina con tutte le sue ricadute, ma anche per la difesa dell’ambiente); lavoro da anni a un progetto di scrittura e a uno artistico con successi alterni. È la passione per la ricerca che ha nutrito i miei progetti.

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