Cosa è successo davvero ad Amsterdam prima e dopo Ajax-Maccabi: dalle provocazioni all’aggressione

Fra ieri e oggi quasi tutti gli organi d’informazione (tv, radio e stampa) hanno dedicato buona parte dei loro spazi agli scontri che ci sono stati ad Amsterdam dopo la partita di calcio fra la squadra olandese dell’Ajax e quella israeliana del Maccabi Tel Aviv.

Si sono scomodate la Notte dei cristalli e la povera Anna Frank, si parla di antisemitismo nel cuore dell’Europa e di ritorno alla caccia agli ebrei come negli anni trenta del Novecento.

Ma cosa è successo realmente e perché Israele manda addirittura aerei di Stato per riportare a casa degli ultras, che in altre situazioni sarebbero quantomeno perseguiti col Daspo e, invece, diventano vittime ed eroi?

Leggendo la cronaca di cosa è realmente successo le 30 ore prima della partita, cosa è successo durante la partita, il tam-tam immediato e la reazione del Governo israeliano, sorge il dubbio che fosse tutto preparato (non l’attacco ai tifosi israeliani ma proprio la provocazione di quest’ultimi), e che l’operazione si inserisca nella necessità di Israele di controbilanciare l’orrore che suscita nell’opinione pubblica mondiale la visione delle immagini che arrivano da Gaza, dalla Cisgiordania, dal Libano. Proprio mentre viene pubblicato il rapporto dell’ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani (Ohchr), che certifica: il 70 percento delle morti accertate nei primi sei mesi dell’invasione israeliana a Gaza erano donne e bambini.     https://ilmanifesto.it/donne-e-bambini-il-70-degli-uccisi-a-gaza?t=9mewbKpJ8QRrJgRZSrxho

Nel tentativo di ristabilire un pochino quanto realmente successo, nel nostro piccolo, riprendiamo due articoli ed alcuni link; e poi ognuno potrà farsi una sua idea.

E visto che ci siamo pubblichiamo ancora una volta, non è mai troppo, un elenco di pagine social dove potersi informare su quanto succede in Palestina, e una bibliografia di base (elenco fornito all’ASCE Sardegna dalla storica Chiara Calcina, in occasione di un incontro con l’Associazione d’amicizia Sardegna-Palestina).

Cosa è successo davvero ad Amsterdam con gli ultras del Maccabi Tel Aviv?

da ilcatenaccio.it

Gli scontri ad Amsterdam sono stati definiti “attacchi antisemiti” e “pogrom organizzati”, ma è andata veramente così? Chi sono e cosa hanno fatto gli ultras del Maccabi Tel Aviv? E perché nessuno ne parla?

Gli ultras del Maccabi Tel Aviv in trasferta ad Amsterdam per assistere alla partita di Europa League contro l’Ajax (terminata 5 a 0 per i lancieri) hanno seminato odio e violenza per due giorni mettendo sottosopra la capitale olandese. Nonostante ciò su tutti i media nazionali ed internazionali l’unica notizia che viene riportata è quella degli “attacchi” che la tifoseria israeliana avrebbe subito per le strade di Amsterdam. Attacchi che il potere mediatico definisce “antisemiti”. C’è addirittura chi si spinge oltre e parla di “pogrom organizzati”.

Ma le cose sono andate realmente così?

 Quello che i media ed i politici non dicono

Gli ultras del Maccabi Tel Aviv hanno tenuto sotto scacco la capitale olandese per una giornata e mezza, incutendo terrore soprattutto nella fetta di popolazione di origine araba.

Quelli che in questo momento si sta provando a fare passare per vittime, in realtà, hanno strappato le bandiere della Palestina che diverse persone di Amsterdam avevano fuori le proprie abitazioni in segno di solidarietà con la popolazione palestinese; Hanno fatto continue provocazioni ai passanti di origine araba o a chi mostrava simboli palestinesi; hanno devastato il taxi di un arabo e diverse attività commerciale e/o abitazioni private. Hanno scandito cori razzisti e che esaltavano il genocidio palestinese “lascia che l’IDF vinca per fottere gli arabi” o ancora “non ci sono scuole a Gaza perché non ci sono più bambini”; Una volta all’interno della Johan Cruiyff Arena hanno fischiato il minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell’alluvione che ha colpito la comunità di Valencia come rappresaglia contro il governo spagnolo che è in prima linea per il riconoscimento dello Stato di Palestina e per fermare il genocidio in corso.

Il tutto sotto gli occhi della polizia che li ha scortati in giro per tutta la città…

Ma chi sono gli ultras del Maccabi Tel Aviv

Sono gli stessi ultras che nel marzo scorso fa si sono resi protagonisti di una violenta aggressione in quel di Atene – in occasione della trasferta di Conference League contro l’Olympiacos – ai danni di un uomo la cui colpa era quella di avere con sé una bandiera della Palestina.

Gli stessi -e in questo la società non fa differenza – che inviano costantemente gadget ai soldati dell’IDF impegnati ad uccidere quanti più palestinesi possibili in segno di ringraziamento. Gli stessi che dichiarano apertamente di non volere calciatori arabi a rappresentare il proprio club. Chiedere a Mahran Radi, calciatore arabo-israeliano costretto a lasciare il Maccabi, per averne conferma. Gli stessi che non si fanno problemi ad esporre dalle gradinate dello stadio Bloomfield, casa del Maccabi, striscioni contro la comunità lgbtqia+ o contro i rifugiati come, ad esempio, “Refugees not welcome“. Gli stessi che qualche anno fa scesero in piazza a Tel Aviv per protestare contro il primo ministro Benjamin Netanyahu coinvolto in uno scandalo di corruzione. Quello stesso Netanyahu che oggi prova a riportarli a casa, con due aerei cargo, autorizzando addirittura un’operazione di salvataggio coordinata – neanche a dirlo – dall’IDF come fa sapere il portavoce delle Forze di Occupazione Israeliane:

A seguito dei gravi e violenti incidenti contro gli israeliani ad Amsterdam, con la direzione del livello politico e in conformità con una valutazione della situazione, le Idf si stanno preparando a dispiegare immediatamente una missione di salvataggio con il coordinamento del Governo olandese“.

 Le reazioni della politica

Non ci si può meravigliare, quindi, se dopo tutto quel a cui abbiamo assistito in Olanda, qualcuno – al termine della partita -abbia voluto rendere pan per focaccia agli ultras del Maccabi Tel Aviv. Immagini che hanno fatto il giro dei social e che hanno scatenato l’indignazione del potere mediatico e politico che, estrapolando alcune immagini dal loro contesto originario, ora gridano allo scandalo e tirano in ballo – come sempre più spesso fanno per criminalizzare chi sostiene la causa palestinese – l’antisemitismo.

L’ufficio del premier israeliano ha dichiarato che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu è stato informato dei dettagli riguardanti il violentissimo incidente contro i cittadini israeliani ad Amsterdam, ha svolto una valutazione con il suo Segretario militare e il ministro degli Esteri e sta ricevendo aggiornamenti regolari. Le immagini crude dell’assalto ai nostri cittadini ad Amsterdam non saranno ignorate.

Ariel Muzicant, presidente del Congresso ebraico europeo ha parlato di attacchi antisemiti, scioccanti e in piena vista nelle strade di una città europea, evidenziando i pericoli delle manifestazioni anti-Israele lasciate senza controllo.

In Italia c’è chi, come il leader di Italia Viva, Matteo Renzi parla di “caccia all’ebreo” e tira in ballo Anna Frank: “le scene che abbiamo visto in Olanda rappresentano una vera e propria squallida caccia all’ebreo. I tifosi sono stati presi di mira solo per la propria nazionalità o fede religiosa. Restare in silenzio significa essere complici di una vergogna globale, a maggior ragione nella terra di Anna Frank. L’antisemitismo è ancora una piaga della nostra società: bisogna avere la forza di dirlo ad alta voce, senza alcuna incertezza“. Sulla stessa lunghezza d’onda Carlo Calenda che nel ricondividere un post di condanna di quanto occorso agli ultras del Maccabi parla di “vergogna. Europa XXI secolo“.

Ma qui la vergogna è l’ipocrisia e la malafede di chi sostiene senza se e senza ma il governo israeliano che da oltre un anno sta compiendo una vera e propria pulizia etnica in Palestina. La vergogna è non condannare chi incita all’odio e gioisce della morte di oltre 17.000 bambini. La vergogna è parlare di caccia all’ebreo ed antisemitismo quando è lampante il perché della reazione. La vergogna sono i vertici della UEFA che pare non abbiano, neanche stavolta, voglia e volontà di prendere provvedimenti contro il club israeliano e la sua tifoseria. La vergogna è quella che sta andando in scena in mondovisione dall’ottobre scorso in Palestina con il sostegno di chi ci governa e la complicità del potere mediatico.

Da qui cosa-e-successo-davvero-ad-amsterdam

 

Il racconto degli scontri di Amsterdam tra sostenitori israeliani del Maccabi Tel Aviv e dell’Ajax. Una notte di follia tra provocazioni, aggressioni e arresti.

Di Fabrizio Rinelli, da Fanpage

Amsterdam è stato teatro di durissimi scontro prima, durante e dopo la partita di Europa League tra Ajax e Maccabi Tel Aviv. Circa 62 arresti totali e disordini in diversi punti della città nelle 24 ore di follia vissute nella capitale dei Paesi Bassi. C’era già da tempo preoccupazione per questa partita in vista dell’arrivo dei sostenitori israeliani ad Amsterdam e delle contemporanee manifestazioni pro Palestina. E di fatto la tensione era già nell’aria la sera prima della sfida alla Johan Cruijff Arena. Secondo quanto dichiarato dai media olandesi tutto sarebbe iniziato proprio la notte precedente alla partita. I sostenitori del Maccabi Tel Aviv avrebbero iniziato i disordini strappando una bandiera palestinese da un palazzo. Poi il tutto è proseguito con la distruzione dell’auto di un tassista picchiandolo e scaturendo la furia di altri tassisti che hanno cercato lo scontro in un casinò.

I cori che hanno fatto inorridire il pubblico olandese

Alcuni tifosi del Maccabi, inoltre, sarebbero stati visti armati di catene di metallo, pronti ad attaccare. Un caos che si è prolungato poi prima della partita per via di una manifestazione autorizzata di filo-palestinesi attorno allo stadio. Manifestazione poi spostata a un chilometro di distanza per motivi di sicurezza. Nonostante ciò i manifestanti filo-palestinesi e i tifosi del club israeliano alla fine sono riusciti a ritrovarsi attorno all’Arena. Tutto è poi degenerato anche durante la sfida quando i tifosi israeliani si sono rifiutati di osservare un minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione di Valencia. Hanno persino acceso fuochi d’artificio illegali intonando cori contro la Palestina che hanno fatto inorridire lo stadio: “Non ci sono scuole a Gaza perché non ci sono più bambini”.

Il rapporto della polizia durante la notte di scontri ad Amsterdam

Tutto questo ha poi provocato scontri anche al triplice fischio della sfida vinta dall’Ajax. All’esterno dello stadio il Jerusalem Post ha parlato di un’autentica caccia all’israeliano con tifosi del Maccabi picchiati, minacciati con coltelli e con automobilisti che hanno cercato di investirli. Un portavoce della polizia ha spiegato invece a RTL News che l’Unità Mobile è intervenuta a causa degli scontri in città. “Ci sono stati disordini, anche in piazza Dam – ha spiegato -. Non possiamo indicare chi siano, i gruppi non sono facilmente distinguibili tra loro, quasi tutti indossano abiti scuri”.

Da qui  https://www.fanpage.it/     https://www.youtube.com

radiopopolare: aggressioni-ai-tifosi-e-la-propaganda-di-netanyahu/

https://ilmanifesto.it/cori-anti-arabi-bandiere-strappate-poi-i-pestaggi

tgcom24:minuto-di-silenzio-per-valencia-i-tifosi-del-maccabi-fischiano

per approfondire su chi sono i tifosi israeliani

gli scontri ad Atene dello scorso marzo pallonateinfaccia

Sul non boicottaggio degli atleti israeliani  la-richiesta-della-palestina

Per approfondire sulla Palestina, ieri e oggi

Saggi di Pappé e altri

Storia della Palestina moderna, di Ilan Pappe, Einaudi  einaudi.it-storia/storia-della-palestina-moderna-ilan-pappe

10 miti su Israele di Ilan Pappe, Tamu edizioni  dieci-miti-su-israele

La prigione più grande del mondo di Ilan Pappe, Fazi editore, fazieditore-la-prigione-piu-grande-del-mondo/

La pulizia etnica della Palestina di Ilan Pappe, Fazi editore  fazieditore.la-pulizia-etnica-della-palestina/

Il mostro della memoria di Yishai Sarid, edizioni E/O il-mostro-della-memoria

Testi di narrativa che raccontano la quotidianità della Palestina e la Nakba

Ritorno ad Haifa, Ghassan Kanafani, EdizioniLavoro edizionilavoro.ritorno-ad-haifa-umm-saad

La Terra degli aranci tristi e altri racconti, Ghassan Kanafani, edizioni Amicizia Sardegna-Palestina terra-aranci-tristi-altri-racconti

Palestina di Joe Sacco, Mondadori palestina-joe-sacco

Ogni mattina a Jenin, Susan Abulhawa Feltrinelli

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Memorie di Gerusalemme di Sirin Husseini Shahid , edizioni Q edizioniq

La mappa del mio Ritorno di Salman Abu Sitta, edizioni Q  https://www.edizioniq.La mappa del mio Ritorno

Bahar Gaza – il mare di Gaza di Cecilia Parodi,  edizioni Anobii  anobii: bahar-gaza

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