Mammiferi (di Pabuda)

incrociando

due tizi in camice

all’angolo

dell’ospedale,

innocentemente

capto

un brandello

di conversazione

davvero bello:

quello più grasso

chiede a quello

più alto:

“com’è l’infarto

del maiale?”

e l’altro: “uguale!”.

sperando

che il più lungo

sia un tizio veterinario

casualmente

di passaggio per quei pressi,

penso:

ma in che senso?

come… “uguale”?

preciso al mio,

futuribile,

infarto eventuale?

non m’impressiono

più di tanto

né mi spavento

ma, ancora, penso:

non mi dispiace

affatto

(al contrario: son lusingato)

di far parte

d’una famiglia

più vasta

dell’umana,

condividendo destini

e somiglianze

con altri mammiferi…

in questo caso:

coi fratelli porci

ma, forse,

pure coi dromedari,

gli orango, i delfini

e i sorci.

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

Un commento

  • questa bella storia (ottimamente neuro-raccontata) mi fa tornare alla memoria un dialogo ascoltato in stazione a Imola anni fa. Forse ne ho già scritto in blog ma chissà dove e chissà quando (e senza TAG).
    Me la ricordo così.
    Ci sono due tipi seduti su una panca. Uno fa: “Guarda, non hai capito, non è che io non creda in dio. Anzi, secondo me lassù sono in due. Però ognuno di loro pensa che sia l’altro ad occuparsi di me”. Dopo tanto tempo a ricordarlo mi fa ancora tenerezza.
    Ogni tanto origliare persone sconosciute dà soddisfazione.

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