Giorgio, del sognare e della stringatezza
di Sergio Mambrini
Ci risiamo. Giorgio ha letto il blog. Forse ha percepito i miei dubbi. Può darsi che abbia interpretato anche i vostri silenzi come segno di scetticismo o come atteggiamento d’incredula sfiducia. Fatto sta che mi ha scritto queste considerazioni sul sogno e sul sognare. A me sembra un po’ conciso ma cosa volete, lui è fatto così. Forse è per questo motivo che la sua scrittura mi ha sempre affascinato. La possibilità di mostrare le parole con i segni gli è sempre sembrata un po’ magica.
Si capisce che Giorgio ha passato tanti anni a leggere quello che scrivevano gli altri. Forse ha avuto anche genitori che, seppur di modeste origini, hanno sempre saputo stimolare il suo interesse per le parole scritte. Così gli è venuta da sé la voglia di scrivere.
Dico voglia ma intendo anche altre cose come piacere, curiosità, gioco, studio, rifugio intimo, ironia, astrazione, esercizio, esibizione e lavoro. Credo che Giorgio abbia cercato in tutti i modi d’imparare la chiarezza. Non ho mai capito se ci sia riuscito. Per lui certe parole racchiudono concetti talmente profondi che non si sforza di aggiungere nient’altro. Ma si sbaglia, perché la sua personale percezione su quei significati riesce oscura a molti. Allora, quando se ne accorge, aggiunge altri lemmi per dire, in definitiva, quello che pensa d’aver già detto.
Giorgio resta affascinato da certi poemi talmente stringati, da non richiedere nemmeno la pagina su cui sono stampati. Non vorrebbe essere uno scrittore ma un sintetizzatore. Gli piacerebbe scrivere testi nei quali i vocaboli siano incastrati nel migliore dei modi, per comunicare con semplicità il suo pensiero verso il quale, come avrete capito, nutre un grande rispetto .
Anch’io lo tengo in grande considerazione, del resto. Per questo motivo ho deciso di postare oggi questo suo breve brano. Ci dice Bukowski che la scrittura ci sceglie e ha ragione, ma bisogna espandere questa confidenza. Tante volte siamo scelti dal caso. Come una pianta, anche noi si cresce storti, rigogliosi, piegati, dritti, in funzione del terreno dove affondano le nostre radici, del vento che batte le nostre chiome, del sole che c’illumina, della pioggia che ci bagna. Diversamente dalla pianta, però, possiamo costruire le condizioni migliori per esporci a un destino favorevole.
Abbiamo una coscienza che sa stimolare le nostre parti più virtuose. Siamo, altresì, consapevoli della nostra limitata condizione e dobbiamo accettarla.
Sognare, sempre e per sempre
Il sogno appare e scompare. Si mostra come vuole per raccontare storie del passato e del futuro.
Come fa non lo so, ma riesce sempre a dare qualcosa alla vita da svegli, se si coglie il senso dei fatti.
Il sogno inganna gli stolti ma aiuta chi gli è amico, con senso di sollievo, verità profonde e dolorose, sempre utili per l’azione quotidiana.
Il sogno non ha confini, non ha limiti, è l’espressione più interessante del significato di “libertà”.
Il sogno non si ferma, non cessa mai, percorre la mente con immagini e suoni fantastici che, a volte, stupiscono ma non si arrestano. Continua e ritorna, a volte uguale a se stesso, per ripetere, magari con intenso clamore, un nostro errore.
Perché non lo so ma son contento che mi resti dentro.
Il sogno, quello vero, mostra alla vita la strada giusta, la parola buona, il domani prima che accada.
Non so come e chissà perché ma, a parte gli stupidi, tutti possiamo sognare un vero sogno che ci mostri più cose dei nostri occhi, che ci racconti parole che le orecchie non sanno sentire.
Il sogno a volte diverte e rincuora, altre volte spaventa, ma è sempre sincero come un grillo parlante.
Consiglia, bisbiglia, urla verità nascoste nel fondo del sonno, ci fa guardare allo specchio per toglierci il trucco.
Il sogno ogni notte ritorna, per tutta la vita, come il nostro respiro, come il cuore che mai si ferma. Non puoi toglierlo ma solo sognarlo.
Così, pian piano diventa un amico, una bella abitudine, che fa bene anche al sonno quando si dorme e ci aiuta a star svegli, invece, quando può mutare la vita.
Sognare, sognare, sempre e per sempre.
Leggeri volare sopra tutti gli affanni e aprire porte e sentieri nascosti.
Sognare è rendere possibile la vita, darle un significato anche per gli altri.
Perché il sogno contagia e dilaga.
Rende possibile quel che non sembrava.
Sognare alla grande!
Ne vale la pena, prima che finisca la notte e la luce ci svegli.
Attraverso l’arte di sognare si impara a muovere coscientemente il Punto d’assemblaggio in una nuova posizione. Il sognare dei toltechi è facile e difficile nello stesso tempo: si inizia con l’intento di diventare coscienti, durante il sogno, del fatto che si sta sognando. Per ottenere questa consapevolezza, gli sciamani sono soliti servirsi di diversi espedienti, come ad esempio seguire coscientemente il momento in cui si addormentano, oppure ripetersi mentalmente con forza l’intento di osservare le proprie mani una volta iniziato il sogno. Dopo molto allenamento e, soprattutto, dopo aver accumulato sufficiente energia è possibile sperimentare ciò che in Occidente è stato chiamato “sogno lucido”, un sognare cosciente, nel quale si può agire e decidere esattamente come nella vita quotidiana, senza tuttavia essere vincolati agli stessi limiti (leggi della fisica). Contemporaneamente si è anche coscienti del fatto che il proprio corpo è steso sul letto e dorme.
In Spirit… Gianluca