Scor-data: 2 febbraio 1943
Stalingrado caccia i nazisti,
di Francesco Masala (*)
per molti Stalingrado è il titolo di una bellissima canzone degli Stormy Six (ascoltala qui), per altri il nome che si dava a Sesto San Giovanni, quando esisteva la classe operaia (leggi qui), a cui dedicano una bellissima canzoni i Gang (ascoltala qui),
in realtà l’assedio e la battaglia di Stalingrado furono un punto di svolta per la seconda guerra mondiale, i morti furono oltre un milione, compresi anche un po’ di italiani partiti per la guerra con le scarpe di cartone (Francesco Masala è uno di quelli che è tornato e ha raccontato qualcosa, qui si può leggere “Quelli dalle labbra bianche”).
“…La guerra si manifestò per la prima volta agli abitanti di Stalingrado in tutta la sua drammaticità nel pomeriggio di quello stesso 23 agosto, quando la Luftwaffe eseguì il primo devastante e massiccio bombardamento a tappeto, colpendo duramente la popolazione civile. La coraggiosa difesa contraerea di un gruppo di ragazze-soldato rappresentò un primo segnale della volontà di battersi delle truppe. La popolazione era rimasta in gran parte bloccata dentro la città, sia a causa della rapidità dell’avanzata tedesca, ma anche per la volontà di Stalin di non autorizzare una evacuazione per non scatenare il panico e per dare un segnale di ottimistica tenacia…
…Il computo delle perdite dalle due parti risulta particolarmente difficile e dipende anche dal periodo cronologico preso in considerazione; la battaglia inizia, secondo la storiografia sovietica, il 17 luglio 1942 e termina il 2 febbraio 1943. Le perdite umane da parte sovietica sono dettagliatamente riportate nelle opere storiche edite dopo l’apertura degli archivi segreti di Mosca: da questa documentazione prima riservata risulta un totale di 478.000 morti o dispersi (323.000 fino al 18 novembre 1942 e 154.000 dopo l’inizio della controffensiva sovietica) e 650.000 feriti.
Il calcolo delle perdite umane dell’Asse risulta molto difficile. In termini di divisioni i tedeschi ne ebbero 20 distrutte completamente a Stalingrado ed altre 10-15 nelle battaglie del teatro meridionale del fronte orientale; i Rumeni persero circa 15 divisioni, gli Italiani 10 e gli Ungheresi altrettante (per un totale di circa 65-70 divisioni, cioè almeno 900.000 soldati). Le perdite dentro la sacca furono di 140.000 morti e dispersi e 100.000 prigionieri (sarebbero tornati in Germania dopo la guerra solo 6000 soldati), ma a questi prigionieri devono aggiungersene altri presi al di fuori della sacca (almeno altri 50.000 soldati) e i prigionieri rumeni (circa 100.000), ungheresi (60.000) e italiani (altri 50.000). Il totale dei prigionieri dell’Asse ammonta dunque a 360.000 uomini, la maggior parte dei quali non fece più ritorno in patria. Mancano poi i dati delle perdite dell’Asse durante la fase offensiva d’estate (circa altri 200.000 uomini).
In conclusione l’Asse dovrebbe aver perso complessivamente oltre 1.100.000 soldati di cui circa 400.000 prigionieri…
…La spinta al morale della coalizione anti-hitleriana data dalla sconfitta tedesca fu grande particolarmente in Unione Sovietica ma anche nei Paesi alleati. Il mito dell’invincibilità della Germania e di Hitler venne distrutto per sempre, mentre tra le potenze dell’Asse le ripercussioni politico-morali furono notevoli sia a livello di opinione pubblica sia di quadri dirigenti (in Ungheria, Italia, Romania e anche nella Turchia non belligerante). La battaglia di Stalingrado rimane la più grande e decisiva sconfitta militare, politica e morale della Germania nella seconda guerra mondiale, nonché, in assoluto, una delle più grandi catastrofi della storia tedesca.
Storici e memorialisti sovietici hanno sempre considerato questa battaglia il punto di svolta decisivo non solo della guerra sul fronte orientale ma di tutto il secondo conflitto mondiale. La vittoria sul Nazionalsocialismo apparve per la prima volta possibile anche se non in tempi così immediati come in un primo tempo Stalin sembra aver creduto…”
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(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)