Se la Corte Suprema farà fare un…
… piccolo passo avanti di civiltà agli Usa
Ripreso dal «Foglio di collegamento» 212 del Comitato Paul Rogeau (*)
Vi è la possibilità che la Corte Suprema Usa emetta entro giugno una sentenza che potrebbe proteggere i disabili mentali dalla pena di morte meglio di quanto lo faccia una sentenza del 2002.
Il 3 marzo, tenendo udienza sul caso di Freddie Hall, condannato a morte in Florida, la Corte Suprema degli Stati Uniti prenderà nuovamente in considerazione la questione del ritardo mentale quale condizione che esenta dalla pena di morte. Il suo precedente intervento in merito, riguardante il caso Atkins v. Virginia, risale al 2002.
La massima corte nel 2002 sentenziò a stretta maggioranza che i “ritardati mentali” – cioè i portatori di un significativo deficit intellettivo e di difficoltà adattive insorti prima dei 18 anni di età – non possono essere messi a morte. Si tratta di una sentenza che obbliga tassativamente tutti gli Stati. Un’analoga sentenza seguì nel 2005 riguardo ai minorenni all’epoca del delitto loro contestato.
Però, se la sentenza del 2005 è stata applicata subito senza incertezze (infatti è chiaro che cosa significa essere minorenne) la sentenza del 2002 ha avuto applicazioni diverse da Stato a Stato. Ciò anche per il fatto che la nozione di “ritardo mentale” ciascuno stato mantenitore della pena di morte l’ha tradotta in legge a modo suo.
Sul ritardo mentale – ora chiamato in modo più elegante “disabilità mentale” – si è discusso per molti casi capitali, parecchi dei quali sono finiti con l’esecuzione dell’asserito disabile. (nota 1)
Le leggi della Florida sono coerenti con la definizione clinica di disabilità mentale sulla quale si basa la sentenza Atkins, tuttavia la Corte Suprema di questo Stato nel 2007 ha complicato le cose affermando che la disabilità mentale può essere affermata soltanto se i test del Quoziente Intellettuale danno per il condannato un risultato inferiore ai 70 punti (nota 2).
Siccome alcuni test somministrati ad Hall dopo la richiesta del riconoscimento della sua disabilità mentale – avanzata già nel corso degli anni Novanta – hanno dato risultati leggermente superiori ai 70 punti, la Florida impedisce ora alla difesa del condannato di presentare una quantità di informazioni in merito.
Subito dopo la sua nascita nel 1945, la famiglia di Freddie Hall si accorse dei suoi deficit: il bimbo si rivelò lento nell’apprendere, nel parlare e nel camminare. Non riusciva a farsi capire dai suoi familiari quando parlava. Sedicesimo di 17 figli crebbe in ambiente molto povero, sottoposto ad abusi. Ebbe grandi difficoltà a scuola e fu promosso per “ragioni sociali”. Arrivato analfabeta e privo di qualsiasi abilità matematica in età adulta, attualmente secondo il parere degli psicologi ha capacità comparabili con quelle di un bambino che frequenta la prima elementare.
Dopo il delitto che lo ha portato in carcere (nel 1978 uccise una ventunenne incinta al settimo mese) Freddie Hall fu incapace di collaborare con i suoi difensori: lo affermano due avvocati in dichiarazioni giurate. Un avvocato sostiene che quando parla non riesce a farsi capire da Hall.
Lo psichiatra Marc Tassé (nota 3) sul «Los Angeles Times» del 25 febbraio si pone la domanda: Come è possibile che uno come Hall, con una storia di disabilità mentale lunga una vita, possa essere ancora rinchiuso nel braccio della morte?
Questa domanda ce la facciamo anche noi. E speriamo se la facciano almeno 7 dei sussiegosi 12 giudici che compongono la Corte Suprema degli Stati Uniti.
Già il fatto che tale corte abbia voluto affrontare la questione è un ottimo segno: se deciderà in favore di Freddie Hall stabilirà criteri di valore generale, facendo fare un altro piccolo passo verso la civiltà al sistema penale degli Stati Uniti. Probabilmente per sapere come andrà dovremo aspettare fino a giugno.
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(1) Vedi il nostro foglio 199, «Uccidere un ritardato mentale: non si può ma il Texas lo fa»
(2) Leggi basati sul Q. I. sono in vigore, oltre che in Florida, in alcuni altri Stati.
(3) Marc J. Tassé è professore di Psicologia e Psichiatria e Direttore del Centro Nisonger dell’Università statale dell’Ohio (Ohio State University Nisonger Center), è stato presidente dell’Associazione Nazionale Americana per le Disabilità Intellettuali e dello Sviluppo
(*) Ecco qui sotto la presentazione e il sommario, a seguire le informazioni per chi vuole aderire. (db)
Cari amici, care amiche
vi invio, in allegato Word, il numero 212 del nostro «Foglio di Collegamento», il cui sommario e’ riportato qui sotto.
Nel mese di febbraio non sono stati pochi gli avvenimenti notevoli riguardo ai diritti umani e alla pena di morte negli Stati Uniti e nel mondo. Abbiamo cercato di descrivere e di spiegare in questo «Foglio di Collegamento» alcuni dei più significativi.
Cominciano a uscire i rapporti riguardanti la situazione dei diritti umani nel 2013. Qui vi diamo conto dell’ampio rapporto pubblicato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti a fine febbraio, ancor prima del Rapporto annuale di Amnesty International.
Per noi è molto importante seguire l’iter giudiziario di Larry Swearingen, il condannato morte del Texas che cerchiamo di aiutare. Larry, come abbiamo anticipato un mese fa, ha subìto un sconfitta legale. Il suo valoroso avvocato James Rytting ci ha in parte rassicurato dicendo di non aver perso le speranze di salvare Larry, soprattutto perche’ il giudice che ora si occupa del suo caso è una persona “onesta e competente”.
Vi sono parecchie esecuzioni capitali in questo periodo negli Stati Uniti e in particolare in Florida, dove il nostro amico Dale Recinella accompagna e conforta nelle loro ultime settimane di vita i condannati per cui il governatore Rick Scott fissa, una dopo l’altra, le date di esecuzione.
Fra le notizie positive, ci sono le moratorie imposte dal potere esecutivo nello Stato di Washington e, addirittura, negli Emirati Arabi Uniti. Si profila inoltre l’abolizione della pena capitale in un altro stato Usa. Molto importante e’ il fatto che la Corte Suprema degli Stati Uniti abbia deciso di riconsiderare il divieto di mettere a morte i “disabili mentali”. Ci auguriamo che prima dell’estate il divieto divenga piu’ restrittivo facendo fare agli Usa un altro piccolo grande passo sulla strada della civilta’.
Come sempre, ricordiamo che i brevi articoli contenuti nel Notiziario riguardano argomenti non meno importanti di quelli trattati più ampiamente.
Prima di salutarvi preghiamo ancora una volta chi corrisponde con detenuti del braccio della morte del Texas, di chiedere ai detenuti notizie sullo stato di salute fisica e psichica di LeJames Norman.
Cordiali saluti
Giuseppe Lodoli, per il Comitato Paul Rougeau
P. S. I numeri arretrati del «Foglio di Collegamento», cui fanno riferimento i nuovi articoli, si trovano nel nostro sito www.paulrougeau.org
NUMERO 212 (febbraio 2014) DEL «FOGLIO DI COLLEGAMENTO» DEL COMITATO PAUL ROUGEAU
Indice
Esecuzione di una donna in Texas
Giustizia tempestiva: ucciso in Florida Juan Carlos Chavez
Giustizia tempestiva: Paul Howell è sopravvissuto un anno
Grave sconfitta legale per Larry Swearingen
Dibattito sui risultati dei test del DNA per Hank Skinner
La Corte Suprema farà fare un piccolo passo di civiltà agli Usa?
Moratoria della pena di morte nello Stato di Washington Anche quest’anno un altro stato abolizionista negli Usa? Diritti Umani: uscito il rapporto del Dipartimento di Stato Usa L’attimo in cui le mura e le sbarre scompaiono (di Fernando E. Caro)
Notiziario: Alabama, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, India, Iran, Texas, Virginia e Wyoming
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