(The) Grand Budapest Hotel – Wes Anderson

di Ismaele (*)

 

in una storia del cinema Wes Anderson dovrebbe avere un capitolo tutto per lui (come tanti, probabilmente).
fa film così a parte che solo gli altri suoi film (di Wes Anderson) possono assomigliargli.
e tanti attori, che spesso sono protagonisti con altri registi, qui fanno la fila per una parte anche piccola (George Clooney qui appare per due o tre secondi, più che un cameo è davvero un’apparizione).
nel film tutto è perfettino e folle, con una sceneggiatura pazza, tutto è gioco, slapstick, sincronismi, inverosomiglianza.
e però alla fine è una gioia per gli occhi, meno per la memoria, la storia sembra quasi un esercizio di stile.
bravissimi gli attori, il ragazzino Zero (Tony Revolori) e Gustave (Ralph Fiennes) sono i più bravi fra i bravi.

http://markx7.blogspot.it/2014/04/the-grand-budapest-hotel-wes-anderson.html

(*) Trovate questo appuntamento in blog ogni lunedì e giovedì sera: di solito il lunedì film “in sala” e il giovedì quelli da recuperare. Ismaele si presenta così: «“Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte” (François Truffaut). Siccome andare al cinema deve essere piacere vado a vedere solo quei film che penso mi interessino (ognuno ha i suoi pregiudizi). Ne scriverò e mi potrete dire se siete d’accordo o no con quello che scrivo; ognuno vede solo una parte, mai tutto, nessuno è perfetto. Ci saranno anche film inediti, ma bellissimi, film dimenticati, corti. Non parlerò mai di cose che non mi interessano o non mi sono piaciute, promesso; la vita è breve non perdiamo tempo con le cose che non ci dicono niente» (db)

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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