Siamo quello che leggiamo. Crescere tra lettura e letteratura – Aidan Chambers
di franz (*)
leggendo il libro ho scoperto perché Aidan Chambers mi è sempre piaciuto così tanto
è che abbiamo avuto in comune due cose, da ragazzini, la prima è che per anni, alle elementari leggevamo più è più volte un libro solo, c’era solo quello a casa, la seconda è la scoperta dei libri e della letteratura grazie a un insegnante, e questo ha fatto tutta la differenza.
sembra che Aidan Chambers arrivi dalle ultime pagine di “Fahrenheit 451”, difendere e diffondere la lettura (nel suo caso anche la scrittura) è la sua missione, perché credo che si potrebbe dire, come dice Flaubert, “non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere”.
a me questo libro è proprio piaciuto, non è un romanzo, ma lo si legge (o lo si legga) come se lo fosse
(*) così si presenta franz (rigorosamente minuscolo): «Ah, i libri! Sono bottiglie lanciate in mare, come nei film di pirati, i migliori sono mappe del tesoro, solo bisogna saper leggere quello che qualcuno, che non ci conosceva, ci ha donato. Credo davvero che quanto più s’allarga la nostra conoscenza dei buoni libri tanto più si restringe la cerchia degli esseri umani la cui compagnia ci è gradita. Noi siamo come nani sulle spalle di giganti e la lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati. Una cosa è necessaria: non leggete come fanno i bambini per divertirvi o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere. Risponde qualcuno alla domanda sugli scrittori del momento: “Non so niente della letteratura di oggi, da tempo gli scrittori miei contemporanei sono i greci”. I libri non si scrivono sotto i riflettori e in allegre brigate, ciascun libro è un’immagine di solitudine, un oggetto concreto che si può prendere, riporre, aprire e chiudere e le sue parole rappresentano molti mesi, se non anni, della solitudine di un uomo, sicché a ogni parola che leggiamo in un libro potremmo dire che siamo di fronte a una particella di quella solitudine. Un libro è uno specchio. Se ci si guarda una scimmia, quella che compare non è evidentemente l’immagine di un apostolo».
142 parole per presentare Aidan Chambers. 242 per presentare sé stesso. Interessante.
premesso che non sono un critico “laureato”, segnalo solo dei libri che mi sono piaciuti e possono essere interessanti per alcuni, che magari non li conosceva.
quello che chiami “presentare se stesso” è solo un gioco di citazioni di grandi scrittori, non parlo mica di me stesso.
più leggerezza, suvvia 🙂