La trivella

Non è un refuso per «La livella» di Totò – che pure potrebbe entrarci – ma è il titolo che ho dato un msg arrivatomi ieri da Giorgio Chelidonio, un altro umano sempre di corsa. Mi sembrava giusto socializzarlo qui in blog (db)
Sto ascoltando su Radiorai-3 un notiziario/dibattito («Tutta mia la città», credo scaricabile in podcast) sui nuovi progetti di trivellazione al largo della costa croata

per cercare un sedicente “mare di petrolio” che pare corrisponde a meno di 6 mesi degli attuali consumi italiani: non contenti di aver condannato l’Adriatico, il “mare nostrum orientale”, un golfo di civiltà in cui si avventuravano già prima di 3000 anni fa i primi mercanti micenei, a diventare in tempi secolari una «cloaca atesina-padana-peninsulare» (ricordo già una ventina di anni fa l’acqua sulla spiaggia fra Roseto e Termoli: sembrava una brodaglia densa di macro e micro inquinanti), adesso si progetta “europeamente” di sforacchiarlo.
Conseguenze probabili: aumento della subsidenza già rilevante nell’area fra Venezia e Ravenna ( http://www.arpa.emr.it/dettaglio_generale.asp?id=2051&idlivello=1423),
branzini croati al petrolio, e progressivo azzeramento della pescosità nord-adriatica già da anni in crisi ( http://www.lastampa.it/2013/10/12/scienza/ambiente/il-caso/crisi-e-declino-crisi-nera-per-la-pesca-in-adriatico-KXMy09RIltWA48JYCVsUdK/pagina.html).
E’ pur vero che la resilienza ambientale è maggiore dell’ottusità umana ….
Non ci resta che citare – a memoria – Marius Marenko: «Tu sei un asino, tu guardi avanti e vedi la via, tu guardi indietro e vedi la coda: asino paziente, asino ubbidiente, asino nostro». Anzi, riascoltiamolo: http://www.youtube.com/watch?v=tw–5LrI910.

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