scor-data: 25 giugno 1903

nasce George Orwell, di franz (*)

 

è morto a soli 46 anni ed è uno dei pochi scrittori di cui si può dire che tutto quello che ha scritto merita di essere letto.

 

…La Guerra civile spagnola e gli altri avvenimenti del 1936–37 hanno contribuito a farmi prendere una decisione, e da allora ho capito da che parte stavo. Ogni riga di lavoro serio che ho prodotto al 1936 l’ho scritta, direttamente o indirettamente, contro il totalitarismo e per il socialismo democratico, così come lo intendo io. Mi sembra assurdo, in tempi come i nostri, pensare che si possa evitare di scrivere su questi argomenti. Tutti ne scri­vono in un modo o nell’altro. Si tratta solo di sapere da quale parte si è schierati e che approccio si sceglie. E quanto più si è consapevoli delle proprie inclinazioni politiche, tanto maggiore sarà la possibilità di agire politicamente senza sacrificare la propria integrità estetica e intellettuale…

da qui

 

“Il desiderio di spingere il mondo in una determinata direzione, di cambiare le opinioni degli altri su quale sia il tipo di società per cui valga la pena di lottare: ancora una volta, non esiste un libro autenticamente immune da pregiudizi politici. La posizione secondo cui l’arte non dovrebbe aver niente a che fare con la politica è già una posizione politica.”

“Un fatto è disapprovare le idee politiche di uno scrittore; altra cosa, non necessariamente incompatibile con la prima, è disapprovare “lui” perché ti costringe a pensare.”

da qui

 

“Ho avuto un’infanzia tutt’altro che idilliaca, un padre assente, i bulli della scuola che mi perseguitavano, e ho sempre sentito un profondo senso di solitudine.

Vi do tutte queste informazioni di base, perché non credo che si possano dire quali sono le motivazioni che portano uno scrittore a scrivere, senza prima sapere qualcosa del suo sviluppo iniziale. Le tematiche che lo scrittore affronta saranno senz’altro determinate dall’epoca in cui vive, ma ancor prima che egli avrà iniziato a scrivere, senza saperlo lo scrittore avrà già acquisito un atteggiamento emotivo da cui non sarà mai più in grado di fuggire.

Mettendo da parte la necessità di guadagnarsi da vivere, penso che ci siano quattro grandi motivazioni che inducono a scrivere. Esse esistono in gradi differenti in ogni scrittore, e in qualsivoglia scrittore le proporzioni variano di volta in volta, secondo l’atmosfera in cui si trova a vivere. I quattro motivi principali sono:

1. Egoismo puro. Il desiderio di apparire intelligenti, di far parlare di sé, di essere ricordati dopo la morte, per rivalersi su quelli che ti hanno snobbato durante l’infanzia. E’ ipocrita far finta che questo non sia un motivo che induce a fare lo scrittore. Gli scrittori condividono questa caratteristica con gli scienziati, con gli artisti, i politici, gli avvocati, i militari, gli imprenditori di successo, in breve, con tutta la crosta superiore dell’umanità. La maggior parte degli esseri umani non è così profondamente egoista. Dopo l’età di circa trent’anni abbandonano il senso di essere del tutto individuali e vivono soprattutto per gli altri, o sono semplicemente soffocati dalla fatica quotidiana. Ma esiste anche una minoranza di persone dotate di talento, persone ostinate che sono determinate a vivere la propria vita fino alla fine, e gli scrittori appartengono a questa categoria. Gli scrittori seri, devo dire, sono nel complesso più vanitosi ed egocentrici dei giornalisti, anche se meno interessati al denaro di questi ultimi.

2. L’entusiasmo estetico. La percezione della bellezza del mondo esterno o anche delle parole e della loro giusta disposizione. Il piacere che si trae dall’impatto di un suono su un altro, dalla fermezza della buona prosa o dal ritmo di una buona storia. Il desiderio di condividere un’esperienza che si avverte come preziosa e imperdibile. La motivazione estetica è assai debole in molti scrittori, ma anche il libellista o il compilatore di manuali hanno certamente dei termini e delle espressioni che prediligono per motivi non utilitaristici; o magari provano un gusto particolare per qualche aspetto tipografico, per la larghezza dei margini. Al di sopra del livello di una guida sull’orario dei treni, nessun libro prescinde completamente da considerazioni estetiche.

3. L’impulso storico. Il desiderio di vedere le cose come sono, di scoprire la verità dei fatti e conservarla per l’uso dei posteri.

4. Intento politico. Uso la parola ‘politico’ nel senso più ampio possibile. Il desiderio di spingere il mondo in una certa direzione, di modificare l’opinione degli altri su quale sia il tipo di società per cui valga la pena di lottare. Ancora una volta, nessun libro è veramente immune da pregiudizi politici. La posizione secondo cui l’arte non dovrebbe avere nulla a che fare con la politica è di per sé già un atteggiamento politico.

E’ evidente che queste diverse motivazioni possono entrare in conflitto reciproco, e possono variare da persona a persona e di circostanza in circostanza.”

da qui

 

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=4WP7nHFF93Q]

 

 

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info .

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

 

 

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *