In riva al mare – Veronique Olmi
di franz (*),
un libro di poche pagine, insostenibile a tratti, e indimenticabile.
una madre con problemi di testa, sempre si è soli quando capita, e due bambini.
una gita in una cittadina di mare, in un periodo freddo e piovoso, per far vedere il mare ai bambini.
tutti e tre stanno nella stessa camera, in un albergo praticamente deserto, passano le ore e i giorni, i i i soldi in banconote sono subito finiti,restano tantissime monetine.
i bambini sono preoccupati perché non vanno a scuola, la mamma firmerà la giustificazione, piove, c’è umido, immaginate un villaggio di mare francese quando non c’è neanche il sole, state anche voi un po’ a guardare e ascoltare quella mamma e i suoi due bambini, forse li avete già incrociati altre volte, ma non ci avete fatto caso.
provate a leggere questo libro, dopo non starete benissimo, forse, anzi, di sicuro, ma è un libro necessario.
(*) così si presenta franz (rigorosamente minuscolo): «Ah, i libri! Sono bottiglie lanciate in mare, come nei film di pirati, i migliori sono mappe del tesoro, solo bisogna saper leggere quello che qualcuno, che non ci conosceva, ci ha donato. Credo davvero che quanto più s’allarga la nostra conoscenza dei buoni libri tanto più si restringe la cerchia degli esseri umani la cui compagnia ci è gradita. Noi siamo come nani sulle spalle di giganti e la lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati. Una cosa è necessaria: non leggete come fanno i bambini per divertirvi o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere. Risponde qualcuno alla domanda sugli scrittori del momento: “Non so niente della letteratura di oggi, da tempo gli scrittori miei contemporanei sono i greci”. I libri non si scrivono sotto i riflettori e in allegre brigate, ciascun libro è un’immagine di solitudine, un oggetto concreto che si può prendere, riporre, aprire e chiudere e le sue parole rappresentano molti mesi, se non anni, della solitudine di un uomo, sicché a ogni parola che leggiamo in un libro potremmo dire che siamo di fronte a una particella di quella solitudine. Un libro è uno specchio. Se ci si guarda una scimmia, quella che compare non è evidentemente l’immagine di un apostolo».