Qualcosa che so su Olga, uccisa dai fascisti

di Marabbo (*)

Sono in “accorda” con questa “scorda”; mi è difficile però collocarla al 24 oppure al 25 luglio 1921.

Tenterò di

aggiungere frettolosamente alcune parole riguardanti la vicenda dell’assassinio di Olga Bondi (era la ventunenne compagna di Nello Rossi che altre volte viene nominata come Biondi o Rossi).

In seguito al “concordato di pacificazione” tra Psi e Pnf – semplificando sulle sigle e tentando di declinare l’avvenuto come decisione delle “dirigenze”, diversamente gerarchiche ma tali – il governo si decide a far scattare la tenaglia repressiva contro gli Arditi del Popolo.

«Così fu disposto di far precedere all’applicazione penale, una formale diffida a tutte le dette sezioni [degli Arditi del Popolo], per l’immediato loro scioglimento»: lo scrisse il commissario di Ps di Rimini. Nonostante la diffida ricevuta, gli Arditi del Popolo riminesi – oltre il centinaio – proseguono la loro attività. Secondo i carabinieri il Gruppo Anarchico Pietro Gori – ex Giovanile – era come una vera e propria associazione per delinquere. La sera del 29 Settembre 1921 vari Arditi del Popolo – dopo una riunione – percorrono la città cantando l’Internazionale con il ritornello «abbasso i tre / regie guardie / carabinieri e re». Escono gli sbirri armati di tutto punto e ne arrestano 11, fra gli altri Nello Rossi, nato a Borghi nell’aprile 1898, falegname. Nell’interrogatorio respinge tutte le imputazioni, il 30 novembre è condannato a 3 mesi di carcere. La pena restante risulta condonata e gli imputati posti in libertà.

Dalle patrie galere: «Carissimi Compagni […] non potrete sapere ciò che ci ànno fatto in caserma come per la strada portandoci in queste prigioni, e cioè schiaffi, sputi in faccia e colpi di moschetto alla schiena (come trattano i sovversivi) ma tutto ciò non ci inscoraggia anzi sempre più ribelli» recita una lettera collettiva che avevano tentato di fare ‘evadere’ dalla galera.

Il 26 giugno 1922 i fascisti danno operatività al progetto di schiacciare l’Insistenza anche a Rimini: «Umanità Nova» titola «Rimini sotto il tallone fascista».

Questo recita il manifesto dei criminaloidi:

«1) Nessuna fede politica: uno schiaffo

2) Tessera Sindacato Ferrovieri: 2 schiaffi e una bastonata

3) Tessera socialista: una scarica di bastonate

4) Comunisti e Anarchici: Ospedale e bando».

La sera del 24 luglio 1922 un greggino di una decina di squadristi in Borgo S. Giovanni, in via XX settembre all’altezza – dalla parte opposta – del Palazzo Ghetti spara a Olga Bondi e Nello Rossi.

Olga muore il giorno dopo in ospedale.

A Bologna si tiene un processo (26 marzo 1923) contro un solo squadrista, Clemente Capizzi, per l’uccisione di Olga, il ferimento di Nello – lesioni pericolose di vita – e il ferimento anche di Lea Stagni ed Enrico Lazzari (nel corso del procedimento Enrico diviene Enrica che trattandosi di entrambe è recte), violenza e minaccia a mano armata a Giuseppe Busignani e Guglielmo Marconi (comunista ma al tempo, si deduce, anarchico), uso e possesso illecito di arma. Fisiologicamente il pro-cesso si conclude con un non doversi procedere. Testualmente la sentenza recita: «Il gruppo de’ fascisti procedette verso il Borgo [dopo lo scontro-incontro con Busignani e Marconi] ma poco dopo si incontrò con l’altro noto anarchico Rossi Nello che camminava a bracetto della sua fidanzata Olga Biondi – Che cosa fosse avvenuto tra questi due e il gruppo de’ fascisti non è accertato, per quanto la P.S. affermi che vi fu un vivo scambio di parole, sta in fatto però che subito dopo rintronarono molti colpi di rivoltella, per effetto dei quali la Bondi cadde ferita a morte, e rimase gravemente ferito anche il Rossi. Inoltre riportarono ferite anche Lazzari Enrica e Stagni Lea che accidentalmente si trovavano sulla strada, entrambe alla gamba sinistra. La Bondi moriva il giorno successivo, senza poter essere interrogata a causa delle sue gravi condizioni. Un proiettile d’arma da fuoco, penetrato nella regione mastoidea di sinistra, aveva traversata la regione laterale destra del collo ledendo nel suo percorso i ligamenti dell’articolazione dello atlante, nonché il bulbo nella sua faccia posteriore; lesione, secondo i periti settori, che era stata causa unica e determinante la morte». Interrompo la narrazione tribunalizia: Nello Rossi nonostante le gravi ferite raccoglie la compagna; altri fascisti riconosciuti sono amnistiati; Lea Stagni aveva 9 anni e Enrica Lazzari 30, ambedue abitavano in via XX Settembre (al 52) mentre Olga abitava in via Bertola 20, fu ricoverata alle 22 e morì alle 5,40 del 25 luglio 1922.

Secondo il verbale della Ps, nei fascisti non poteva sussistere con premeditazione l’idea di ferire o di uccidere. E proseguendo: «Il Marconi è stato trattenuto nelle locali carceri perché continuano sul conto suo le indagini per stabilire se anche egli sia stato partecipe, diremo così, del conflitto contro i fascisti, risultando pericoloso anarchico, capace di violenze e attentati».

È lo stesso Marconi fermato poco prima dai fascisti sul ponte dell’Ausa, perquisito e picchiato.

«Una “uno bianca” generalizzata, alla luce del sole o al chiaro di luna, protetta e fiancheggiata dai gangli dello Stato» ho scritto tempo fa trattando del fascismo e della vicenda di Bruno Alpini, un anarchico riminese di quegli anni.

Ho scritto qua frettolosamente per dare un mio contributo, è il mio fiore di campo per Olga contro gli scherani di ogni tempo e luogo.

(*) Per questo intervento ringrazio di cuore Marabbo (dell’Archivio Storico Popolare di Medicina) che, pur preso da altri impegni, interviene – un po’ di fretta, alle 3 di notte perché ci son giorni così… – sulla vicenda, dando un contributo «invogliato dall’affezione» che da vario tempo lui ha per la vicenda di Olga. Questo post fa riferimento a <http://danielebarbieri.wordpress.com/2014/07/23/scor-data-24-luglio-1922/> di Fabrizio Melodia.

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – che dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o magari rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

 

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