Scor-data: 30 agosto 1993
Brasile: la polizia uccide 21 persone nella favela Vigário Geral a Rio de Janeiro
di David Lifodi (*)
La chacina (carneficina) della favela Vigário Geral, a Rio de Janeiro, è una ferita che non si dimentica, sia nella memoria dei parenti delle 21 persone uccise a sangue freddo dai militari, sia in quella della città carioca. Quel 30 agosto 1993, i militari avevano deciso di farla pagare ai favelados a qualsiasi costo. Il giorno precedente dei trafficanti di droga che risiedevano nella favela, guidati dal criminale Flávio Negão, avevano ucciso quattro poliziotti in uno scontro a fuoco: la vendetta dei militari fu originata da questo episodio.
La strage di Vigário Geral scioccò il paese, che fu sottoposto al giudizio dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) per violazione dei diritti umani. Il 30 agosto Maria dos Anjos Ferreira attendeva il ritorno a casa del marito, Paulo Roberto dos Santos, autista degli autobus che quel giorno godeva del turno di riposo e ne aveva approfittato per festeggiare al bar con gli amici la vittoria del Brasile che, con un rotondo 6 a 0 sulla Bolivia, aveva compiuto un bel passo in avanti verso la qualificazione alla Coppa del Mondo 1994. Improvvisamente, Maria sentì una serie di spari e le grida delle persone in strada: l’assalto dei militari, conosciuti con l’inquietante appellativo di cavalos corredores, era cominciato. Cinquanta uomini della polizia militare, passamontagna sul volto, dettero il via ad un vero e proprio attacco alla favela: il saldo fu di 13 uomini, 6 donne e 2 adolescenti vilmente assassinati. Una delle figlie di Paulo Roberto dos Santos seppe della morte del padre dalla televisione. Dei 51 uomini accusati per la chacina, sette furono condannati (tre saranno poi assolti nel secondo grado di giudizio), ma un altro fu denunciato soltanto per occultamento delle prove e non per il coinvolgimento diretto nella strage, qualcuno ha ottenuto la libertà condizionale e un componente del commando è morto nel 2007 come latitante. Solo Sirlei Alves Texeira è tuttora prigioniero, ma soltanto perché deve scontare pene relative ad altri delitti. In questo caso, ha spiegato l’avvocato dei familiari delle vittime, Cristina Leonardo, non poteva che prevalere l’impunità: ce la vedete voi la polizia che indaga sui suoi stessi membri? Il corporativismo tipico dei corpi militari ebbe la meglio, anche se la strage provocò proteste e manifestazioni di piazza. Inoltre, negli anni successivi alla carneficina, emerse che l’istituto medico legale non aveva svolto le analisi di rito sui corpi delle vittime perché gli strumenti necessari erano fuori uso. Eppure non era il primo episodio di questo tipo in Brasile: poco più di un mese prima c’era stata la chacina da Candelária e in seguito fu la volta della chacina da Baixada Fluminense. La polizia militare aveva preparato l’azione nei minimi dettagli: fecero calare il buio per le strade della favela sparando ai lampioni e, in trenta minuti, agirono simultaneamente in cinque punti di Vigário Geral. Queremos beber sangue, urlavano i militari. Il vescovo di Rio, dom Eugênio Sales, definì il massacro come un duro colpo inferto alla città, e il governatore Leonel Brizola qualificò la strage come “inammissibile”. In realtà, nello scontro a fuoco con i poliziotti avvenuto il giorno prima, i trafficanti intendevano uccidere solo il sergente Ailton, accusato di essere un loro estorsore: i tre uomini che morirono insieme a lui non erano a conoscenza dei loschi traffici del militare, che fu attirato in una trappola insieme ad un altro membro della polizia, Ivan Custódio, suo socio nella gestione di una barca da pesca nella baia di carioca Sepetiba Nei mesi successivi alla strage, i militari cercarono di sviare le indagini e, sulla stampa, dichiararono a più riprese che era in corso una campagna per diffamarli di fronte all’opinione pubblica. Gran parte dei familiari della carneficina non ottenne il giusto risarcimento. Tra i poliziotti, soltanto Paulo Roberto Alvarenga fu inizialmente condannato a 449 anni e 8 mesi di prigione, poi la sua pena fu ridotta di 57 anni, ma la difesa chiese che non gli fossero comminati più di 20 anni. Il militare, da parte sua, continuò nella sua strategia di negare l’evidenza, affermò che non conosceva né le vittime né i poliziotti che avevano partecipato alla strage. Inoltre, va ricordato che la strage fece scalpore anche perché avvenne durante il secondo governo di Leonel Brizola, il cui impegno nel campo dei diritti umani era noto: alcuni mesi dopo i fatti di Vigário Geral, tredici militari furono espulsi dalla polizia
La Casa da Paz, sorta in un edificio dove erano state uccise otto persone nel corso della spedizione punitiva dei militari e diretta dal sociologo Caio Ferraz, anch’esso residente a Vigário Geral, fu chiusa nel 1998 per mancanza di fondi. La carneficina della favela, ancora oggi, è uma cicatriz que nunca vai sumir.
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info.
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)