Rimaflow vuole vivere
Due appuntamenti a Bologna: oggi e domenica (*)
Cena di sostegno alla fabbrica recuperata e autogestita Rimaflow.
Venerdì 21 novembre, dalle 20
@Vag 61, via Paolo Fabbri 110, Bologna – http://vag61.noblogs.org/
Rimaflow è una fabbrica recuperata di Trezzano sul Naviglio (Milano). Come dicono i suoi lavoratori e lavoratrici «Per noi riappropriazione significa riprenderci gli impianti abbandonati. Li consideriamo nostri perché abbiamo sempre lavorato qui e devono esserci assegnati come risarcimento sociale».
Dopo il fallimento della Maflow che produceva componentistica per automobili, gli/le ex dipendenti hanno deciso di riappropriarsi della fabbrica al motto di «Reddito, Dignità, Lavoro, Autogestione». Da marzo 2013 Rimaflow, ispirandosi alle “empresas recuperadas” argentine, è autogestita dai suoi lavoratori e lavoratrici che stanno avviando la riconversione eco-sostenibile della produzione nel riuso e il riciclo di materiali elettrici ed elettronici.
Accanto alla produzione industriale, Rimaflow affianca altre attività produttive e solidali fra cui: le auto-produzioni per la filiera Fuorimercato con i limoni e i pomodori dell’associazione «SOS Rosarno» (l’esperienza calabrese in grado di strappare alcuni migranti allo sfruttamento della produzione di arance) alla quale, assieme a piccoli produttori agricoli del parco Sud di Milano, offre la logistica nei propri spazi; la fornitura di spazi di co-working; un mercatino dell’usato e uno spazio culturale e ricreativo aperto alla cittadinanza.
La campagna di solidarietà «Rimaflow vuole vivere» ha lo scopo di acquistare un impianto per la produzione e distribuzione di aria compressa indispensabile per azionare tutti i macchinari al fine di incrementare la produzione e conquistare un salario pieno per tutti i lavoratori nel corso del 2015.
www.rimaflow.it
Programma 21 novembre
La serata è a cura del Giaz, gruppo informale d’acquisto zapatista
Ore 20
Cena sociale di finanziamento alla campagna «Rimaflow vuole vivere» a cura di Eat the Rich (prezzo autogestito)
Ore 21.30
Proiezione del film «Occupy, Resist, Produce – Rimaflow» di Dario Azzellini e Oliver Ressler e presentazione dell’esperienza di Rimaflow, fabbrica recuperata e autogestita. A cura di Giaz
Ore 23 Musica: Marmaja, Rock-Folk cantautorale e danzereccio, http://www.marmaja.net
Una riflessione di Marco
L’esperienza di Rimaflow nasce nel contesto attutale di crisi economica generalizzata e di forte disoccupazione. Di fronte alla chiusura della fabbrica alcuni lavoratori e lavoratrici decidono di non aspettare passivamente l’arrivo di un nuovo proprietario o di rimettersi sul “mercato” ma prendono possesso della loro azienda e la rimettono in produzione pensando a un nuovo modello di gestione della produzione. Forniscono una risposta, concreta e collettiva alla disoccupazione e alla precarietà lavorativa. Mettendo in crisi l’idea dell’individuo (post)moderno impotente di fronte ai cambiamenti prodotti da una globalizzazione descritta come ingovernabile, pur tra molti sacrifici, paure e criticità, loro hanno scelto di mettersi in gioco in prima persona, rifiutando soluzioni individuali e – organizzandosi con altri uomini e donne – sono riusciti a prendere in mano le condizioni materiali della propria esistenza, a dar senso al loro lavoro e a costruire un pezzo di società basato sulla comunanza.
Inoltre per Rimaflow il lavoro può non essere generatore di profitto, dominio e spreco di risorse ma fonte di benessere collettivo e valorizzazione e ampliamento dei beni comuni. Questa fondamentale esperienza di recupero e autogestione sta costruendo un nuovo rapporto con il territorio e la società, mettendo al centro la solidarietà e il mutualismo, andando oltre la mera funzione produttiva dell’impresa per arrivare a ripensare profondamente “cosa produrre, come produrre e per chi produrre”.
Domenica 23 novembre l’altra Bologna propone «La festa fuori dal ghetto» al centro popolare Ivan Illich (di via Giuriolo 7). Il programma completo è nel pdf qui sotto.
(*) Il blog dà sempre volentieri notizia per appuntamenti di questo tipo (anzi: prima o poi creeremo uno spazio apposito). Perciò inviateceli; vi preghiamo però di raccontare… e non solo di comunicare un titolo, un indirizzo e un orario.