Una favola di nome Bir Tawil
Di Mauro Antonio Miglieruolo
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Una tantum le meschine diatribe tra gli uomini invece di produrre miseria e infelicità contribuiscono alla realizzazione di un sogno. Un evento degno di occupare lo spazio etereo di una favola o quello più concreto d’un racconto di fantascienza.
Un evento che realizza l’infantile aspirazione di tale Emily Heaton, di anni 7, figli di Geremia Heaton, di diventare principessa. Il padre, uomo accorto e pieno di inventiva, ha piantato una bandiera su una terra che nessuno vuole (il contrario di quel che accade ordinariamente) cioé il territorio di Bir Tawil, da cui il titolo del post, Il signore in questione ha poi battezzato il luogo “regno del Nord Sudan” e inoltrato domanda all’ONU per il riconoscimento del nuovo stato. Nelle more la figlia può già fregiarsi e si fregia del titolo di principessa.
Omaggi alla principessa Emily, alla quale auguro di trovare un compagno altrettanto pieno di fantasia e iniziativa del padre, che la faccia vera principessa, se non, come dovrebbe essere, regina della volontà di quell’uomo.
Ma come è nata la possibilità destramente colta al volo, non appena ha avuto notizia della possibilità, dal Signor Jeremiah Heaton, impiegato statunitense? Dalle meschine diatribe tra Egitto e Sudan sorte in seguito alle dissennate decisioni del governo britannico (una delle tante. L’Italia non è sola nel mondo nell’assumere iniziative di cui il meno che si possa dire è che sono imbarazzanti). Nel 1889 Bir Tawil, area senza alcuna importanza economica, viene assegnata al Sudan, mentre la vicina Hala’ib, il cui triangolo sembra si affacci sul Mar Rosso, dalle cui acque può essere estratto il petrolio, invece va all’Egitto. Tredici anni dopo il governo inglese inverte l’ordine del fattori, scatenando un contenzioso tra i due governi che dura a tutt’oggi. Hala’ib va al Sudan, che gioisce e Bir Tawil invece all’Egitto. L’Egitto “insorge” e reclama Hala’ib; il Sudan “insorge” e se la tiene ben stretta. Di Bir Tawil invece non si cura nessuno. O meglio, l’adotta l’esimio, ammirevole, Jeremiah Heaton, persona degna di molti elogi. Che in questo modo realizza la favola di cui all’inizio, anzi tramuta la favola il pseudo realtà, in realtà virtuale (il riconoscimento dell’ONU tarda a arrivare); e la figlia può fregiarsi dell’effettivo titolo di principessa. Una priva di regno ee effettiva potestà, ma con la possibilità di fingere un po’ di più delle finzioni ordinarie.
Ma guardate quant’è contenta!
Con questo breve post rendo omaggio e onore a cotanto padre e cotanta immaginazione. Amo credere che la figlia gliene abbia resi dieci volte tanto.
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Complimenti alla principessina onoraria. Bir Tawil é un principato con riconoscimenti internazionali e il sito web ufficiale é http://www.birtawilprincipality.com/it
Caro Ruso, il post risale all’ormai lontano 2015, la circostanza che tu l’abbia riesumato e allargato con notizie sulla sua concreta attuazione, rafforza la favola, che sembra essersi in questo modo trasformata in realtà. Utilizzando il linguaggio allegato l’ho potuto constatare. BIR TAWIL, a questo punto diventa qualcosa di più che un sogno realizzato. Diventa speranza, diventa metafora, diventa un pezzo di futuro trasferito all’oggi. Purtroppo non sono in buone condizioni fisiche, altrimenti avrei approfondito. Ne varrebbe la pena.
Ti ringrazio