Sogni multicolori
Yewande, Cristina, Morena, Minna, Juliette, Shewaga, Yesica, Axela, Meghana e Khira: speranze per il 2015
da «Lunanuvola», il blog di Maria G. Di Rienzo
Il 23 gennaio scorso, Awid – Association for Women’s Rights in Development, ha chiesto a un bel mucchio di femministe in giro per il mondo cosa si augurano per il 2015, quali sono le loro speranze, i loro sogni e le loro aspirazioni. Le risposte sono state raccolte da Nana Darkoa Sekyiamah e Mégane Ghorbani. Quella che segue è una mia piccola selezione (perché dieci pagine non le avreste mai lette, lo so). Maria G. Di Rienzo
YEWANDE OMOTOSO, 34enne, Barbados/Nigeria/Sudafrica, scrittrice e architetta.
Sarebbe grandioso svegliarsi in mondo dove i corpi delle donne non sono merci; dove ovunque io guardi non sono oppressa da immagini sui media che mi dicono come dovrei apparire per essere una vera donna o per essere davvero bella; dove bambine e bambini non siano dominati da quest’immaginario che normalizza qualcosa di profondamente problematico.
CRISTINA PALABAY, 35enne, Filippine, Segretaria generale di Karatapan – Alleanza per l’avanzamento dei diritti delle persone.
Nel 2015, mi auguro il rilascio di tutte le prigioniere politiche. Con rinnovata speranza, aspiro a un più forte movimento delle donne che sfidi le strutture e le filosofie al centro dell’oppressione delle donne – patriarcato, globalizzazione, militarizzazione e fondamentalismo.
MORENA HERRERA, 54enne, El Salvador, Direttrice Colectiva Feminista para el Desarrollo Local.
Sogno una società che prenda passi concreti nella lotta per la libertà delle donne e la loro autonomia sui loro corpi e le loro vite. Sogno movimenti femministi coesi e più interazioni creative con altri movimenti sociali che mettono in questione i modelli capitalisti, patriarcali e omofobici di società.
MINNA SALAMI, 36enne, Nigeria/Finlandia, scrittrice e direttrice di Ms Afropolitan.
Spero quest’anno di vedere più donne che prendano spazio e diano forma ad agende nella sfera geo-politica, in quella socio-economica e nelle nostre vite private. Abbiamo bisogno di più donne nella comunicazione e nel dar forma alla narrazione anche per il bene delle generazioni future. E’ importante che le ragazze e le bambine vedano donne che non hanno paura di dire come la pensano.
JULIETTE MAUGHAN, 33enne, Barbados, consulente sul genere – Fondatrice di Ev-O!-lution e co-editrice di Senseisha – Memorie dai Caraibi.
Ho in mente un anno in cui concentrarsi sul fornire alle donne lo spazio per definire e dar forma alla propria sessualità, sul creare una società che sia libera da ogni forma di violenza e in cui le donne abbiamo accesso a prodotti e servizi per le loro necessità di salute sessuale e riproduttiva.
SHEWAGA GEBRE-MICHAEL, 25enne, Etiopia, coordinatrice comunicazione e raccolta fondi di Recfam – Fondazione ricerca e consulenza per i migranti africani.
La mia speranza, il mio sogno e la mia aspirazione è che chiunque comprenda davvero come i diritti delle donne concernano tutti. Dobbiamo tutti capire che non possiamo progredire come persone, come cittadini del mondo mentre neghiamo alle donne la loro umanità e minacciamo il loro diritto ad esistere.
YESICA TRINIDAD, 37enne, Honduras, coordinatrice Rete nazionale delle difensore dei diritti umani.
Sogno il giorno in cui le donne potranno camminare per le strade senza temere per la propria vita. Sogno il giorno in cui le femministe e le difensore dei diritti umani saranno di più di una manciata e diventeranno una forza che si confronta con il patriarcato. Sogno che le donne disimparino i modi in cui la società ci ha insegnato ad avere relazioni l’una con l’altra e che noi si lasci da parte le competizioni che ci consumano.
AXELA ROMERO, 47enne, Messico, segretaria Iniziativa donne mesoamericane difensore dei diritti umani e coordinatrice Gruppo di lavoro per l’inclusione sociale.
Auguro a tutte noi donne la riconciliazione con i nostri corpi, così che noi si sia svelte a rispondere quando i nostri corpi chiedono riposo e lentezza e il godere di qualcosa. Mi auguro che noi si abbia cura di noi stesse senza provare sensi di colpa o doverlo giustificare. E mi auguro che nessuna di noi perda la capacità di lasciar sbrigliata la sua immaginazione, perché anche nelle peggiori condizioni il mondo è pieno di bellezza, potenziale e risorse sufficienti per rendere ognuna di noi felice e di valore.
MEGHANA BAHAR, 34enne, Sri Lanka, specialista comunicazioni di Musawah.
Nel 2015 vorrei che i movimenti per i diritti delle donne incorporassero pienamente i princìpi per cui lottano: ciò significa allontanarsi da quelle strutture e sistemi che sostengono il patriarcato e disimparare il condizionamento patriarcale che mantiene le donne bloccate e le rende senza voce.
KHIRA ARAB, 55enne, Marocco, giornalista – Famille Actuelle Magazine.
La bacchetta magica non ci aiuterà ma la mobilitazione e la solidarietà lo faranno. Condivido con altre donne marocchine dei sogni per quest’anno: il vedere finalmente l’Agenzia per la parità e la lotta a ogni forma di discriminazione prevista dalla Costituzione; piena ed eguale partecipazione delle donne alla vita politica ed economica; più uguaglianza in termini di diritti e giustizia; la fine di stupri e assalti di cui le donne soffrono; l’effettiva implementazione di una legge che protegga le donne da ogni forma di violenza e che la lotta contro la violenza di genere sia dichiarata nel 2015 Grande Causa Nazionale.