Spreco
la macelleria in piazza,
sotto casa mia
(sarà che io la controllo
sbirciando con l’occhio sinistro
verso le cinque del mattino,
quando di luce c’è un bel contrasto)
attira la mia attenzione
per l’eccesso inusitato
d’illuminazione:
sembra un’abbagliante
sala operatoria
oppure – guardandola
con meno pregiudizi
vegan/vegetariani –
un baraccone
pieno di luminarie
nell’epicentro chiassoso
d’un lunaparco…
la pista dell’autoscontro,
o la giostra che sta al centro,
intendo.
ora, nell’un caso e nell’altro,
trovo che in quella rivendita
dove spaccian legalmente
bistecche,
costate, cotolette, braciole,
carpacci e salamelle
ci sia qualcosa che si consuma
davvero smodatamente.