di Pabuda
avesse ascoltato
il lavoro
di Joe Lovano,
Cesare Pavese
non si sarebbe
troppo soffermato
su quell’abbigliamento
da daltonico turista
americano
ma ci avrebbe ricordato
quel brivido che corre
lungo le vertebre
quando vibra del sax
la voce barbara
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net