Una poesia di Wislawa Szymborska…
… più altre due per non salutarci troppo presto
Quarto appuntamento con «La cicala del sabato» (*)
Al mio cuore, di domenica
Non ciondoli, ti dai da fare
senza lusinghe, senza premio,
per innata diligenza.
Hai settanta meriti al minuto.
Ogni tua sistole
è come spingere una barca
in mare aperto
per un viaggio intorno al mondo.
Ti ringrazio, cuore mio:
volta per volta
mi estrai dal tutto,
separata anche nel sonno.
Badi che sognando non trapassi in quel volo,
nel volo
per cui non occorrono le ali.
Ti ringrazio, cuore mio:
mi sono svegliata di nuovo
e benché sia domenica,
giorno di riposo,
sotto le costole
continua il solito viavai prefestivo.
(da «Uno spasso»)
Vermeer
Finche’ quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.
(da «Qui»)
L’odio
Guardate com’è sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l’odio.
Con quanta facilità supera gli ostacoli.
Come gli è facile avventarsi, agguantare.
Non è come gli altri sentimenti.
Insieme più vecchio e più giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non è mai un sonno eterno.
L’insonnia non lo indebolisce, ma lo rafforza.
Religione o non religione –
purché ci si inginocchi per il via.
Patria o no –
purché scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all’inizio.
Poi corre tutto solo.
L’odio. L’odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, quegli altri sentimenti –
malaticci e fiacchi.
Da quando la fratellanza
può contare sulle folle?
La compassione è mai
giunta prima al traguardo?
Il dubbio quanti volentieri trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanto tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Diciamoci la verità:
sa creare bellezza.
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera.
Magnifiche le nubi degli scoppi nell’alba rosata.
Innegabile è il pathos delle rovine
e l’umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.
È un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio,
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.
In ogni istante è pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare, aspetterà.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto il futuro
– lui solo
(da «Vista con granello di sabbia»)
(*) Con Wislawa Szymborska continua la selezione della “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da tempo manda ad amiche/amici per 3-4 giorni alla settimana i versi che le piacciono e immaginate che gioia svegliarsi al mattino trovando una nuova poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie che ha inviato quella da regalare alla “bottega” e io posto, come si gerga oggi, e magari aggiungo qualche altra “cicalata” come oggi. Va bene? Se non vi basta… scrivete e protestate. E se ancora non vi basta… avete presente una certa poesia di Stefano Benni? La colonna sonora consigliata per il sabato non poteva che essere “COMO LA CIGARRA” cantata da Mercedes Sosa; è qui: https://www.youtube.com/watch?v=wv_-kUkP998. A sabato prossimo. (db)
L’unico modo di commentare questi poemi è rimanere in silenzio e tornare a leggerli.
Grazie, Avete arricchito il mio sabato.
C.