Eduardo Tavani “a Jujuy si vive uno stato d’assedio virtuale”
di Olivier Turquet (*)
Eduardo Tavani è politologo e avvocato querelante nelle cause di crimini contro l’ umanità in Argentina e fa parte del Comitato per la liberazione di Milagro Sala. In questi giorni si trova a Roma, farà tappa in alcune città italiane e poi andrà in Spagna, per portare a conoscenza della grave situazione della provincia di Jujuy, nel nord est dell’Argentina in cui la militante e leader politico-sociale Milagro Sala è stata imprigionata in modo arbitrario dal governo di Gerardo Morales, governatore alleato del governo dell’attuale presidente Mauricio Macri.
Eduardo, potresti fare un quadro della situazione attuale del caso Milagro Sala? In che situazione si trovano la Tupac, il comitato per la liberazione di Milagro Sala, le organizzazioni sociali e il popolo di Juhuy in generale?
La situazione odierna nella Provincia di Jujuy per le organizzazioni sociali e il popolo in generale è molto delicata. In primo luogo, l’imprigionamento arbitrario e illegale di Milagro Sala, la leader sociale e politica più importante di questa regione, quello di vari suoi compagni e compagne e l’assedio e la persecuzione nei confronti dell’associazione Tupac Amaru che lei dirige è il perfetto esempio del clima in cui vive la società di Jujuy. Il governo di Gerardo Morales, con il sostegno del governo nazionale di Macri ha dato il via a politiche repressive inconsuete per uno Stato di Diritto che implicano l’abbattimento delle conquiste raggiunte lungo tutti questi anni, in cui il ruolo di Tupac Amaru e Milagro Sala sono stati sia indubbi che fondamentali.
Oggi a Jujuy si vive uno stato d’assedio virtuale. Il governo di Morales insieme a quello nazionale ha promosso azioni che mettono a rischio le istituzioni, violando la Costituzione e le leggi. In conformità con quanto stabilito dal Comitato per la liberazione di Milagro Sala e quella degli altri compagni e compagne che oggi nella provincia di Jujuy patiscono le conseguenze delle politiche messe in atto da morale, il nostro obiettivo è quello di denunciare tutto questo e richiedere la solidarietà e l’appoggio delle organizzazioni sociali e politiche e di diverse personalità. Vogliamo che si sappia ciò che sta accadendo a Jujuy e in Argentina, perché questo è parte del piano del neoliberalismo nuovamente posto in essere nel nostro paese, per distruggere – tra le altre cose- quanto raggiunto con enorme sforzo e perseveranza in tutti questi anni.
Come procedono le questioni legali? Chi coinvolgono? E cosa puoi dirci in merito alla perdita della personalità giuridica da parte di Tupac Amaru?
Non è semplice provare a spiegare in poche parole ciò che sta accadendo da 5 mesi in Argentina e in particolare a Jujuy. Crediamo che quello di Jujuy sia un assaggio del governo di Macri, di perfetto taglio neoliberale, che ha iniziato a mettere in pratica politiche di adeguamento già note all’Argentina e che ha condotto a una delle crisi più profonde della propria storia recente. I neoliberali sono tornati e, per imporre i propri piani, hanno bisogno di addomesticare il popolo. Hanno iniziato con la Tupac Amaru a nord e con le cooperative che davano lavoro migliaia di posti di lavoro a lavoratori di umili condizioni che, grazie a Milagro Sala e alla Tupac Amaru, hanno trovato la dignità e il riconoscimento a loro dovuti.
Per poter concretizzare le proprie politiche di distruzione del tessuto sociale e di smantellamento di tutta l’opera effettuata, il neoliberalismo al governo ha dovuto sovrapporsi al potere giuridico, colonizzarlo e limitarne l’indipendenza. E’ questo ciò che ha fatto Morales nella sua provincia. E’ un vero scandalo; il Parlamento locale è intervenuto virtualmente facendo pressione ai tribunali, per assicurarsi che la persecuzione di Tupac Amaru e dei suoi militanti non si arrestasse e fare in modo che Milagro Sala fosse imprigionata sine die.
Non soltanto controlla l’Esecutivo provinciale mediante il quale ha disposto, di fatto, la perdita di personalità giuridica della Tupac Amaru e di altre organizzazioni popolari, senza alcuna ragione, né motivo che lo giustificasse, ma gestisce il potere giuridico a proprio uso e consumo.
Qual è stata la reazione della gente? Continua la lotta nonviolenta? Quali attività sono in atto?
E’ molto duro e difficile fronteggiare tanta violenza, dispiegatasi in modo così rapido e tutta nella mani del governo Morales e appoggiata dalla complicità degli altri poteri dello Stato provinciale a cui il governo di Macri strizza l’occhio per sovrastare le organizzazioni popolari. Bisogna pensare che la persecuzione di organizzazioni come la Tupac e l’imprigionamento dei dirigenti più importanti serve per effettuare piani atti a imporre un modello di esclusione ad appannaggio di pochi. Sono in gioco migliaia di posti di lavoro e, di conseguenza, capacità di sussistenza. Vi sono oggi attività lavorative concrete che non sono portate a termine a causa della decisione del governo di Jujuy che vuole che ciò che era effettuato dalle cooperative fino ad alcuni mesi fa, sia ora fatto dalle aziende e dalle società commerciali che otterranno enormi guadagni a scapito del popolo, cosa che non succedeva fino a dicembre, con in atto politiche ben diverse. Oggi vi è molta paura nei settori più umili di Jujuy, paura di restare senza sostentamento quotidiano, cioè quanto sta accadendo nella realtà; paura anche per quanto riguarda la persecuzione e il carcere, che è ancora più tremendo. Oggi sono già più di 20.000 le persone rimaste senza un vero lavoro; una vera catastrofe i cui effetti si inizieranno a vedere molto presto. Coloro i quali militano nelle organizzazioni come la Tupac vengono osteggiati e, in molti casi, citati in giudizio nel tentativo di salvare la propria pelle. E’ chiaro che oggi la lotta s’incentra sulla liberazione di Milagro e quella dei suoi compagni e compagne e per ottenere la cacciata del governo e il recupero delle istituzioni della Repubblica. E’ poco e tanto allo stesso tempo, se pensiamo che viviamo in una democrazia che in questo momento è a rischio.
Cosa sta accadendo alle organizzazioni sociali e alle cooperative di lavoratori? Qual è il danno in termini di occupazione, di sanità e di istruzione?
Come dicevo prima, i danni sono ingenti. Perdita di fonti di lavoro, distruzione e smantellamento di tutte le opere che in questi anni la Tupac, per mano di Milagro Sala, aveva fatto in favore del popolo di Jujuy e che si è diffuso e messo in marcia anche in altre province argentine. Migliaia di abitazioni, scuole, centri sanitari e ricreativi, creazione di cooperative di lavoro in grado di dare dignità ed equa redistribuzione degli introiti per anni oggi si trovano a rischio sparizione per volere di Gerardo Morales e del governo nazionale di Macri che vogliono eliminare quanto conquistato sino ad oggi.
Come procede la mediazione della Chiesa?
Per quanto ne so, la Chiesa ha effettuato un primo passo di avvicinamento e ha cercato o ha tentato di cercare una via d’uscita generata da questa grave situazione, preoccupata da quanto sta accadendo; mi sembra però che né il governo di Jujuy né quello nazionale abbiano voluto intendere la cosa. La buona volontà si è scontrata col disinteresse da parte delle autorità coinvolte a risolvere un conflitto di enormi proporzioni, generato dallo stesso governo. Il Papa ha effettuato un gesto generoso con Milagro, perché sono certo che è a conoscenza dell’opera che la Tupac ha portato a termine in questi anni in favore dei più bisognosi, dei più umili. Ciò è molto caro a Francesco, perché è una persona molto legata ai più poveri, agli esclusi. L’omaggio del Papa del rosario a Milagro è un simbolo, io lo interpreto così. Credo che abbia un’enorme trascendenza, in particolare per il gregge cattolico. Milagro non è mai sparita per noi militanti dei diritti umani a sostegno della dignità umana. Né il Papa, né la dirigenza politica hanno mai pensato che sia sparita, perché lei e la sua organizzazione hanno dato dignità, lavoro e visibilità a migliaia e migliaia di compatrioti sottomessi alla povertà e all’incertezza da essa generata. Per questo spingiamo per la sua liberazione e abbiamo bisogno di tutti gli uomini e le donne di buona volontà che s’impegnino in cause nobili, affinché presto o tardi Milagro torni ad essere libera a camminare tra noi, e noi con lei.
(*) tratto da http://www.pressenza.com/ – 24 maggio 2016