SOTTOFONDO

di Pabuda

allegrotti e concentrati,  

creativi, logici,

arrembanti ma

disciplinati e analogici

ce l’avevamo messa tutta:

pezzo per pezzo,

pause minime:

per respirare e brindare,

fast forward & rewind:

un’ora dopo l’altra:

prova su prova:

metti, aggiungi, rallenta,

allunga, accorcia, ripeti,

taglia, togli, smorza, leva.

ma riascoltando il nastro

dell’ultima prova

risultava impossibile

non sentire incombente

il sottofondo grigio

di sabbia e cemento:

ciascuno di noi –

coalizzandosi

e per proprio conto –

prova sempre di volare:

suonando.

ma è troppo pesante

il ricordo futuro che portiamo:

trascorso, nascosto:

nel contrabbasso,

nel tamburo rullante,

nel pianoforte,

nella custodia del sax

o in quella della tromba

e nello stomaco.

alla fine… si sente.

..

(i bravi musici che appaiono nel collage non hanno responsabilità per i contenuti della neuropoesia. Sono amici del Pabuda: i mitici Fyodor D)

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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