RIVOLTO

(Roba del Pabuda…)

 

stamattina l’Onnipotente

s’è rivolto a me  

direttamente:

stavo cercando di raggiungere

l’ufficio in tempo,

ficcandomi controvoglia

nell’ultimo pertugio

dell’orrendo convoglio

quando, improvvisamente,

ho sentito

il suo inconfondibile

vocione tonante:

“il treno è completo,

non insistere, ne seguiranno

altri a breve distanza!”.

m’han guardato tutti –

chi con un’occhiata

di rimprovero, chi

versando una lacrimuccia

di compatimento –.

io ho fatto un passo indietro

scendendo

e ritrovandomi da capo,

in attesa d’un qualche evento.

penso che stasera –

prima o dopo cena,

sobrio o sbronzo –

m’accoccolerò

su un ruvido tappetino

o su un morbido cuscino,

rivolto verso la Mecca

o verso

la sorgente del fiume Gange

o il vecchio tempio

in Gerusalemme

o la caserma pontificia

delle Guardie Svizzere

o il cucuzzolo petroso

di Manidog

e, appena prenderò la linea

coll’Extralarge in persona,

gliene dirò quattro o cinque

sul servizio scadente

offerto

dai suoi sacerdoti underground

in cambio dell’offerta

(obbligatoria) d’un euro e mezzo!

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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