LA MOGLIE DELL’OBOISTA
(Roba del Pabuda…)
con la vicina
nota alle cronache
condominiali
anche come
“la moglie dell’oboista” –
siamo entrati in confidenza
in occasione
del provvidenziale
gocciolamento
che, sotto forma
d’infiltrazione umida,
ha creato un inedito rapporto
d’intimità
tra il loro e il nostro
appartamento:
certificato sul soffitto
al piano di sotto
da una non enorme
ma inconfondibile macchia
d’umidità:
così ben disegnata
da sembrar opera d’artista:
chissà
che suggestioni armoniche
suggerirà
durante i quotidiani
esercizi all’oboe
del vicino musicista:
ascolteremo: tra le sei e mezza
e le sette,
ogni santo pomeriggio.
per ora, abbiamo ascoltato
la sua socievolissima,
gentile e loquace signora,
ieri sera:
tempo di pigiare il tasto giusto
per raggiungere in ascensore
il piano nostro
e la signora
è riuscita a renderci edotti
della seguente insalata russa
d’assortiti fatti:
è in partenza per raggiungere
Casalpusterlengo
(dove non vanno mai di Giovedì
a quest’ora: semmai son di ritorno)
ma proprio questo Giovedì sera
non si può mancare:
la nipotina deve affrontare
il decisivo saggio
di violino
(chissà che sudata in macchina,
con ‘sto caldo!
niente paura (e chi ha detto niente!):
la nonna previdente
s’è attrezzata, ficcando
nel borsone da viaggio
un completo ricambio
per presentarsi al saggio
di Casalpusterlengo
addobbata in guisa decente
col vestito – almeno –
asciutto
(“una cosuccia da niente:
un vecchio abitino…)
ma stirato alla perfezione
dal mio filippino”).
a quel punto, preferiamo
provare a cambiar discorso
chiedendo:
“a parte la macchia d’umido,
non è che il nostro
gocciolamento sonoro
di hard bop riprodotto
a tutto volume
in orario pomeridiano e serale
vi crea disturbo o mal di mare?”
la signora dell’oboista
(nonché nonna della giovane
violinista)
risponde sorridente:
“tutt’altro: è quasi uno spasso:
abitiamo qui dai tempi
della costruzione del metrò:
v’immaginate il fracasso?
noi siamo per la classica,
ovviamente,
ma il buon jazz non ci dispiace,
non ci fa impressione:
per vent’anni, in ferie, figuratevi,
abbiamo avuto Franco Cerri
come vicino d’ombrellone!”
rimaniamo ammutoliti:
il ragionamento della vicina
non fa una piega né un pieghino:
come il vestitino di lino
stirato con sapienza
dall’esperto filippino!
…
la colonna sonora della nuova amicizia è questa:
https://www.youtube.com/watch?v=f1cYrWHbjxg
l’immagine è tratta dal volume: “French textile samples, 1886“, di pubblico dominio