L’Europa non bada a spese per il gas azero

La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) il 18 ottobre ha approvato un finanziamento di 500 milioni di dollari per il Trans Anatolian Pipeline (TANAP), il tratto turco del Corridoio Sud del Gas, il mega gasdotto che dall’Azerbaigian dovrebbe arrivare fino alle coste salentine con il contestatissimo TAP.

di Luca Manes (*)

Le perplessità sollevate da più parti sul sostegno che di fatto la BERS garantisce in questa maniera ai controversi governi di Turchia e Azerbaigian non sembra siano state prese in considerazione dal consiglio dei direttori dell’istituzione, che aveva già assicurato 450 milioni di dollari alla russa Lukoil per lo sviluppo del giacimento di Shah Deniz 2, da cui sarà estratto il gas per la pipeline.

Al TANAP sono già stati destinati altri fondi pubblici. Nel dettaglio più di dieci milioni di euro a fondo perduto dalla Commissione europea, prestiti agevolati per 800 milioni di dollari dalla Banca Mondiale, per 600 milioni di dollari dalla neonata Banca Asiatica d’Investimento per le infrastrutture, ribattezzata da più parti la World Bank dei cinesi.

La decisione della BERS è stata duramente criticata dalle organizzazioni della società civile internazionale, tra cui l’italiana Re:Common, che da anni si battono contro la realizzazione dell’opera. Il Corridoio Sud del Gas rischia di compromettere i presunti sforzi dell’Unione europea per mantenere fede agli impegni presi nell’ambito dell’Accordo di Parigi. Non solo, i risvolti politici di tale provvedimento sono tutt’altro che secondari. A Baku e a Istambul la stretta repressiva non accenna ad allentarsi. I vertici della Banca non hanno dato peso alla serie di scandali che in particolare hanno visto come protagonista l’esecutivo azero e presidente Ilham Aliyev. Non più tardi dello scorso settembre un’inchiesta condotta da vari media internazionali ha squarciato il velo sulla cosiddetta “Lavatrice Azera” (Azerbaijani Laundramat), ovvero come fondi per oltre 2,9 miliardi di dollari siano stati veicolati a decision makers europei per influenzare le loro decisioni. In particolare, il bulgaro Kalin Mitrev, uno dei direttori della BERS, avrebbe ricevuto bonifici per quasi mezzo milione di dollari.

Nelle 16mila transazioni mappate dal GuardianLe Monde e altri giornali del Vecchio Continente, ci sono quelle destinate all’ex parlamentare italiano Luca Volonté, a processo per i 2,3 milioni di euro transitati sui conti delle sue fondazioni, si sospetta per per influenzare alcuni suoi compagni di partito durante un voto all’assemblea del Consiglio d’Europa sulle violazioni dei diritti umani in Azerbaigian.

Nelle stesse ore della deliberazione del board della BERS, l’Italia ha celebrato l’amicizia con l’alleato azero con il convegno “25 anni di cooperazione tra Azerbaigian e Italia: percorso verso un partenariato strategico”, tenutosi alla sede del Senato di Palazzo Giustiniani a Roma. A margine dell’evento sono arrivate le parole di Vitaliy Baylarbayov, vice presidente delegato della Socar, la società petrolifera di Stato azera impegnata in prima linea insieme a Bp, Snam, Fluxys, Enagas e Axpo nella costruzione del gasdotto TAP  che, a suo dire, trasformerà “l’Italia in un hub del gas per l’Europa”. Baylarbayov ha aggiunto che “tutte le autorizzazioni ricevute dalle autorità italiane e la recente decisione della Corte Costituzionale italiana consentiranno al progetto Tap di muoversi rapidamente”. D’altronde guai a irritare il prezioso alleato azero…

(*) tratto da https://comune-info.net

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