Robot 85: fatevi catturare…
…. come è accaduto a db
La nuova serie della rivista «Robot» è sempre un bel leggere. In “bottega” ne parliamo quasi sempre; comunque qui altre info: www.fantascienza.com/robot
Del numero 85 – al solito 192 pagine per 9.90 euri – io ho apprezzato tutto (tranne, a essere schietto, il racconto di Sandro Battisti). Nella parte narrativa spicca un racconto di Jack Vance, anche per annunciare che dal 2019 Delos riproporrà (e-book e stampa) la sua opera omnia. Intanto segnalo allo sterminato popolo gattofilo che la chiave del mistero sta forse nel micio Sarvis.
«La vita segreta dei bot» – premio Hugo 208 – di Suzanne Palmer è piacevole anche se un poco deja vu. «La villa stregata» di Davide del Popolo Riolo ha la freschezza e l’asprezza dei ragazzi, come il protagonista. «Trenta pagine mancanti» di Alessandro Forlani è un bell’horror. Con «Stelle meravigliose» (titolo che si capirà solo alle ultime righe) Giulia Abbate azzecca una gran storia sull’inferno del potere e le sue (im-)possibili vie d’uscita.
Nelle rubriche un doveroso spazio a Giuseppe Lippi, morto a dicembre: un suo articolo sul «realismo nei fumetti americani dell’orrore» e i ricordi di chi lo ha conosciuto bene (Silvio Sosio, Tullio Avoledo, Valeria Barbera, Stefano Di Marino, Giovanni De Matteo, Franco Forte, Gian Filippo Pizzo, Salvatore Proietti, Michele Tetro e Dario Tonani). Della fantascienza di Tolkien scrive Alessandro Fambrini mentre Pizzo ricorda Gilda Musa, Walter Catalano racconta la serie tv «Strange Angel» e Maurizio Manzieri intervista l’illustratore Paolo Barbieri (nessuna parentela con chi scrive). I due pezzi forti della sezione saggistica sono i ricordi lunari di Paolo Aresi e l’intervista a Dio di Piero Schiavo Campo. Pezzi “forti” non solo per la scrittura ma perchè nel primo caso chi crede di sapere tutto sulla Luna – “toccata e fuga” per dirla in musica – qua e là si sorprenderà. Nel secondo caso, cioè l’intervista “impossibile” siamo di fronte a un genere ormai abusato ma Piero Schiavo Campo (forte anche delle sue conoscenze scientifiche, su quelle religiose non mi pronuncio) riesce a farci sia sorridere che riflettere su scienza e fede.