19 maggio 1991: i fascisti uccidono Auro Bruni
di Daniele e Sergio (*)
La notte del 18 maggio 1991 i neofascisti incendiarono il centro sociale Corto Circuito a Roma. Quella notte era rimasto a dormire un giovane diciannovenne: Auro Bruni: «un fiore sotto le macerie» come canta un brano degli Assalti Frontali (Terra di nessuno: https://youtu.be/p7FiNfd5xM8). Colpito alla testa e poi cosparso di benzina, il corpo di Auro brucia tutta la notte insieme al Corto Circuito.
Auro era un ragazzo di origine eritrea, poco più che maggiorenne e abitava in zona Romanina con la madre, un fratello e una sorella più piccoli. Di tanto in tanto trascorreva i pomeriggi e qualche serata al Corto Circuito, uno spazio liberato occupato il 21 aprile del ’90 a Lamaro, zona sud di Roma a ridosso del più popoloso quartiere Cinecittà Il Corto si caratterizzò fin da subito come argine alle culture razziste e fasciste, diventando un punto di ritrovo per i giovani della zona. Erano gli anni della Uno Bianca con la sua lunga scia di morti, dei fascisti di Movimento Politico e Meridiano Zero. Si cominciava a parlare di servizi segreti deviati, dell’esistenza di una struttura paramilitare (la Gladio) – nata e della NATO – per combattere con mezzi illeciti qualsiasi aspirazione di cambiamento in Italia.
Non sarebbe corretto definire Auro un militante politico. Era un ragazzo, come tanti, che aveva trovato nel centro sociale, un luogo amico stare con altre persone, confrontarsi e socializzare.
Nonostante i Disoccupati Italiani Nazionalisti (gruppo vicino all’estrema destra) allora abbiano immediatamente telefonato al TG3 rivendicando l’incendio e l’omicidio, le forze dell’ordine e la magistratura preferirono ignorare la pista neofascista e si spinsero a ipotizzare una lite interna agli occupanti del centro sociale che vennero indagati e interrogati per ore.
L’uccisione terribile di Auro e la totale mancanza di giustizia che l’ha seguita bruciano ancora in ognun@ di noi. Come i tanti delitti impuniti realizzati dai fascisti con le complicità (più o meno apetta) dello Stato. Ogni anno il Corto Circuito organizza una giornata resistente: «Porta un fiore per Auro».
(*) per elaborare questo testo abbiamo ripreso un articolo del quotidiano “Lotta Continua” e un post da «Accadde oggi» (Osservatorio repressione)
MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.
Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.
La redazione – abbastanza ballerina – della bottega
Gli Assalti Frontali hanno accennato alla storia di Auro anche nella canzone “Il giusto posto” (album “Conflitto”, 1995) e, se non ricordo male, nel libro di Militant A, voce della band, “Storie di Assalti frontali – Conflitti che producono banditi”.