Ancora Cesena … ma anche Bertinoro

due articoli di Davide Fabbri (che qui in “bottega” chiamiamo, non per caso, «piccolo vulcano»)

AZIENDA AMADORI. APPELLO A MIGLIORARE LA SICUREZZA E A SOSPENDERE PARZIALMENTE LE ATTIVITA’ NON PRIORITARIE

Ai sensi del DPCM del Governo del 1 marzo 2020, le aziende produttive non sono obbligate a sospendere la propria attività a causa della pandemia ufficializzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Chi rimane aperto, deve però garantire tutte le misure di sicurezza per i lavoratori: distanze di sicurezza e presìdi necessari per non essere contagiati. Questo perché il luogo di lavoro non può trasformarsi in un luogo di contagio.
Se non si è in grado di garantire rigorosamente e scrupolosamente la sicurezza dei lavoratori, l’azienda deve sospendere – anche parzialmente – la propria attività. Poichè la salute va messa al primo posto. Il profitto dopo.
Detto questo in linea generale, affrontiamo le questioni specifiche dello stabilimento della cooperativa agricola AVI.COOP di Amadori a San Vittore di Cesena.
AVI.COOP è una delle tante cooperative agricole che compongono l’organigramma della holding Amadori spa del presidente Flavio Amadori e del vicepresidente Denis Amadori. Un consorzio di cooperative organizzate secondo i criteri della mutualità, con ricavi molto alti e con un fisco molto leggero.
Come ha evidenziato splendidamente una inchiesta giornalistica de L’Espresso del 23 febbraio scorso.
Da oggi 13 marzo l’azienda effettuerà i rilevamenti delle temperature corporee ai dipendenti. Una procedura adottata dall’azienda “in via precauzionale per dare rassicurazione ai lavoratori e consentire loro il corretto svolgimento dell’attività lavorativa”. Vedasi foto in fondo.
Nello stabilimento di San Vittore i dipendenti sono circa 2.600, e lavorano suddivisi in diversi reparti produttivi (macello, area polli, tacchini, elaborati crudi, prodotti speciali, spedizioni).
Ieri 12 marzo ai lavoratori dei diversi reparti sono state messe a disposizione delle mascherine molto leggere.
Le criticità che si desidera segnalare sono le seguenti:
– Difficoltà a garantire le distanze di sicurezza degli operai all’interno delle linee produttive.
– Le mascherine consegnate ai lavoratori sono leggere ed economiche, non adeguate al caso.
– Affollamento dei lavoratori nel periodo delle pause-mensa e mancato utilizzo delle mascherine in tale pausa; è quasi impossibile garantire il rispetto delle distanze di sicurezza all’interno di sale ristoro non molto capienti.
– Affollamento dei lavoratori all’interno del bar, davanti ai marca-schede, alle macchinette del caffè; bar fatto chiudere e poi riaperto.
– Organizzazione e turni di lavoro. In diversi reparti vi sono tre turni di lavoro giornaliero, con un turno notturno; il rischio è dato dal possibile contatto dei lavoratori negli spogliatoi nel cambio-turno.

Alla luce di tutto ciò, occorre pertanto ridurre il numero dei lavoratori da far convogliare sul posto di lavoro presso lo stabilimento di San Vittore, sospendendo parzialmente le attività non ritenute prioritarie.

Cesena, 13 marzo 2020

BERTINORO. AREA RICREATIVA DISMESSA DI MONTE MAGGIO. 

ENTRO L’ESTATE CI SARA’ UN BANDO COMUNALE PER LA GESTIONE DELL’AREA. 

A RIDOSSO DI TRALICCI RADIOTELEVISIVI
In seguito a una lettera aperta pubblicata sul mio profilo Facebook dell’1 marzo scorso al sindaco PD di Bertinoro Gabriele Fratto, ho avuto col primo cittadino un gentile confronto sull’intera area denominata Monte Maggio (di proprietà comunale, in via dei Cappuccini, sul Colle dei Cappuccini) che si è trasformata negli ultimi anni in un’area dismessa. Dovuta essenzialmente all’abbandono dei luoghi.
Oggi desidero rendere pubblici alcuni aggiornamenti, frutto – anche e non solo – del confronto avuto con il primo cittadino di Bertinoro.
All’interno dell’area ricreativa comunale di Monte Maggio non è più attiva l’arena discoteca, non è più aperta l’attività di pizzeria-osteria-ristorante, che negli ultimi anni aveva utilizzato anche gli spazi dell’antica biblioteca dei Padri Cappuccini.
Da quasi 70 anni il Colle è dominato dal grande traliccio radiotelevisivo della RAI, uno dei primi installati nel nostro Paese. Negli ultimi decenni sul sito di Monte Maggio numerose strutture tecnologiche radiotelevisive pubbliche e private sono coesistite con una struttura ricreativa, ora dismessa. Mi è sorto sempre il dubbio sull’effettiva compatibilità – sia ambientale che urbanistica – fra impianti per la trasmissione radiotelevisiva e un’attività ricreativa, dato che il rischio sanitario per i frequentatori dell’area non può essere trascurabile. Ai sensi della Legge Regionale numero 30 del 2000, che fissa le norme per la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente dall’inquinamento elettromagnetico.
Arpa e ASL su questo aspetto hanno sempre rassicurato il Comune e la popolazione sull’assenza di rischio sanitario legato all’intensità di campo elettrico (e alle emissioni di inquinamento elettromagnetico in genere) del sito radiotelevisivo di Monte Maggio.
Dalle foto scattate il 28 febbraio scorso e postate qui sotto, potrete notare – fra l’altro – gli effetti delle frane: problemi alla viabilità di accesso e crollo delle mura circostanti, che ha interessato in un punto il sentiero attorno alle mura stesse.
I progetti dell’Amministrazione comunale di Bertinoro, al fine di mettere la parola fine all’abbandono dei luoghi e al degrado del territorio, sono i seguenti:
– la Giunta di Bertinoro sta elaborando un nuovo bando per l’assegnazione degli spazi comunali dell’area ricreativa di Montemaggio;
– una vera e propria riscrittura completa del bando rispetto a quello precedente (del 2015, elaborato dalla precedente Giunta) che non trovò alcun tipo di interesse e riscontro.
L’obiettivo del sindaco Fratto è quello di avere il bando pronto entro questa estate.
Ho chiesto inoltre al sindaco le cifre dei canoni annui delle antenne radiotelevisive a Monte Maggio. Poiché credo che sarebbe interessante sapere quanti soldi incassa il Comune su tali concessioni. Il sindaco – su questo aspetto – ha glissato. Non ricorda le cifre.

Davide Fabbri, blogger indipendente

IL RITORNO DI «PICCOLO VULCANO»

Anche oggi due post, in un colpo solo, di Davide Fabbri: come 48 ore fa con Accade a Cesena (eppure ci riguarda). In mezzo a tante tragiche o cattive notizie il ritorno del vulcanico DF è una piccola, bella novità. Chi segue la “bottega” sa che DF concentra le sue denunce e proposte su Cesena e dintorni eppure i suoi coraggiosi e documentati interventi hanno un respiro non solo locale: a volte per i temi (per dirne uno: i supermercati sempre più arroganti che mangiano spazio e verde pubblico) e sempre per il metodo perchè DF mostra come si fa informazione, cioè fatti, indagini, fotografie al posto di vaghe chiacchiere. Ad avercene di blogger come lui proprio quando i media sono più silenziosi (distratti o asserviti?) che mai mentre le forze politiche “tradizionali” fanno pena o peggio. Per questo suo ostinato coraggio DF negli anni si è beccato un bel po’ di denunce, non per ristabilire qualche verità ma per intimidirlo (e poi i processi costano, fanno perdere tempo ecc). Fra le denunce ce n’è una davvero esageeeeeeeeerata con Conad a chiedere a DF un milione di euro: boom. Se non conoscete la vicenda – fra poco (corona virus permettendo perchè i tribunali per un po’ saranno chiusi) arriverà la sentenza – del gigante Goliad contro il piccolo David, srmato solo di fionda/mouse, eccovi il link a un post del primo marzo: Solidarietà concreta. Per tutto questo chiediamo ad altri siti (locali e non, ecologisti o “generali”) di riprendere i post di DF: non solo per il loro valore ma appunto per esprimergli vicinanza nelle sue battaglie nonviolente. Se la voce di DF diventasse, grazie a noi, un coro… perfino i “sordi” – di comodo – dei Palazzi comincerebbero a sentire qualche brivido. [db per la piccola redazione bottegarda]

 

Davide Fabbri

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