Gregory Benford: «Oltre Plutone»
db pensa che dovreste proprio leggerlo
«Mancanza di immaginazione non è argomento valido» (pagina 249 se devo fare il precisino). E prima (pag 166): «Il dono – o la maledizione – del linguaggio è rendere chiaro ciò che è complesso attraverso un appianamento che fa perdere molte sfumature». Ed è tenendo presente queste due citazioni che, siore e siori, vado a cominciare.
Dove ero rimasto? Ah sì, su Marte (*) con i terrrestri Julia, Victor e l’indimenticabile «martappeto».
Passati un po’ di anni «gli astronauti più famosi di tutti i tempi» vengono inviati (di rinforzo? Per il famoso detto latino «Promoveatur ut amoveatur»? O a fare le balie di una giovincella brava ma arrogante? chi leggerà saprà) un pochino più lontano di Marte.
Sto scrivendo di «Oltre Plutone» – «The Sunborn» (2005) nella traduzione di Maura Dalai: 278 pagine per 6,90 euri – di Gregory Benford in edicola, ancora per qualche giorno, come Urania 1676.
Assai ve lo consiglio.
Raccontare le trame è, secondo me, disdicevole ma eccovi un po’ di suggestioni e citazioni.
Il problema di partenza è che Plutone si sta scaldando. Come mai?
Benford ama descrizioni e spiegazioni dettagliate ma poi ci scappa la battuta (evviva) e si riparte: con questioni serie, quel gran casino che sono le relazioni umane, un sorriso, misteri e colpi di scena a nastro.
Citati e ri-citabili: il porcospino (pagina 115), Brahms (130), Proust (147), le «folli politiche del terrore» (173), Bach in cattedrale (185), «l’illuminazione» (264 e segueti), la «elicità». Con vari eccetera
Bella tutta la discussione sull’evoluzione con qualche riflesso teologico non banale e/o clericale.
E dateci una fionda: divert-intelligente la riproposizione – stavolta su scala stellare – del piccolo Davide contro Golia.
Ovviamente (purtroppo) «il profitto è privato, i danni sono di tutti».
Nel libro precedente «il martappeto» (che qui ritorna all’improvviso) e adesso un’imprevista «specie senziente», anzi molto più… E’ sempre difficile raccontare di alieni credibili ma Benford ci cattura. E si fa amare. Non resistetegli.
(*) «Obiettivo Marte» . E mi torna di nuovo in mente che – da questa estate – devo recensire l’interessante saggio «Marte oltre Marte» di Cobol Pongide, uscito presso DeriveApprodi; decisamente non è fantascienza ma potrebbe piacere lo stesso al popolo fanta-martediere. Pigrizia pussa via.
In “bottega” ho recensito anche «Il divoratore di mondi» (cfr Noi, «vertebrati sognanti») e «Se le stelle fossero dèi» scritto da Benford con Gordon Eklund.